Reggio Calabria: iniziativa su Piazza De Nava, analizzati gli aspetti riguardo la vicenda legale

I risultati ed il video della conversazione organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” relativi al tema “Piazza De Nava: una lunga e sconcertante storia”

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Si è svolta martedì 19 Dicembre la conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”, sul tema “Piazza De Nava: una lunga e sconcertante storia 8.zero”. Ha partecipato, in qualità di relatore, l’avvocato Antonino De Pace del Foro di Reggio Calabria, che nel corso dell’incontro ha analizzato diversi aspetti relativi all’azione civile presentata con urgenza contro Soprintendenza e ministero dal comitato civico e vari soggetti della cittadinanza per lesione di diritti soggettivi e degli esiti relativi all’udienza in argomento. Il sodalizio culturale reggino ha già organizzato una serie di incontri su tali tematiche inerenti al luogo che rappresenta la rinascita di Reggio Calabria a seguito del terremoto del 28 dicembre 1908. In tale location risultavano ben visibili tre stili architettonici: quello umbertino eclettico della seconda metà dell’ottocento, quello liberty, quello razionalista italiano del ventennio del secolo scorso, alcuni dei quali forzatamente assenti i visti “i lavori” cui il sito è stato interessato.

Nel corso della conversazione saranno esposte le varie tappe del processo, conclusosi con il pronunciamento del tribunale, che però ha respinto l’istanza di cittadini e associazioni solo per mancanza di competenza in materia, che è del giudice amministrativo, come stabilito da giudice ordinario. A presentarlo erano state diverse Associazioni e Fondazioni, oltre a privati cittadini, assistiti dagli avvocati Angiolino Palermo, Antonino De Pace e Alessandro Elia. Il ricorso giudiziario presentato ex articolo 700 cpc chiedeva l’interruzione dei lavori e la rimodulazione del cantiere per la “restitutio in integrum” di piazza De Nava.

I ricorrenti sono espressione di gruppi di cittadini ed esponenti dei movimenti ambientalisti e della comunità scientifica e stanno portando avanti un’azione innovativa e avventurosa, scegliendo un intervento civilistico a tutela dei diritti soggettivi della cittadinanza con il presupposto di un progetto che li lede perché, pur riguardando un bene culturale che appartiene a Reggio, non ha coinvolto i cittadini, anzi non ha rispettato una chiara volontà più volte manifestata di preservare l’identità di piazza De Nava. Due i cardini del ricorso: l’oggettiva e plateale violazione dei diritti della cittadinanza, privata di un bene ambientale e culturale in pieno centro cittadino senza aver potuto esprimere la propria opinione in merito, subendo così un poderoso vulnus democratico; il “monstrum” amministrativo configurato nella coincidenza delle figure di progettista, direttore dei lavori, decisore sui vincoli e controllore (tutte in capo della Soprintendenza che “ha individuato una fonte di finanziamento per un progetto di demolizione della piazza esistente per costruirne una nuova, ha rimosso i vincoli paesaggistici e ambientali che in passato lo stesso ente aveva posto, ha gestito l’iter procedurale per l’avvio dei lavori e li dirige”).

La replica di Ministero e Soprintentendenza, rappresentati dal legale dell’avvocatura di Stato, Francesco Triolo, si è basata sull’errore di competenza, ritenendo il ricorso inammissibile per via civile ma soltanto amministrativa. Ma come i legali del comitato hanno ribadito in udienza,”il ricorso alla magistratura civile discende dalla constatazione che la battaglia etica ed estetica per salvare piazza De Nava dalla demolizione, decisa dalla Soprintendenza che così ha tradito il suo mandato di tutela e avallata dalla nostra classe politica prona ai suoi desiderata, nonostante tutto l’impegno profuso, anche per il disinteresse dei media nazionali e la decisione pilatesca del Ministero della Cultura di non intervenire, non è andata a buon fine”. Da qui la possibilità di agire civilisticamente ex articolo 700 del codice di procedura civile, che consente di avvalersi del provvedimento d’urgenza più idoneo a chi ha fondato timore che, durante il tempo occorrente per far valere il proprio diritto in altro giudizio, questo sia minacciato.

Oltre dieci anni dopo la Soprintendenza, presentando un nuovo progetto (con un importo di spesa molto maggiore a quello del Comune) dove quei vincoli sono scomparsi, secondo il comitato ha smentito se stessa. Un altro elemento venuto fuori dall’accesso agli atti era stato la necessità, sempre avanzata dalla Soprintendenza durante l’analisi del primo progetto, di effettuare esami geognostici preventivi per accertare la presenza di una vasta necropoli sotterranea di età classica nell’area del cantiere. In particolare, nell’atto del soprintendente ad interim Paolo Guzzo del 20 marzo 2007, si richiedevano planimetrie in scala delle reti di passaggio dei sottoservizi urbani, dati indispensabili per svolgere analisi tramite carotaggi meccanici.

E un anno prima si era espressa in merito anche la Soprintendenza nazionale, che subordinava il proprio parere al progetto su piazza De Nava, ad esami conoscitivi certosini, da affidare a ditta “di ampio curriculum e competenza” in materia, per salvaguardare le testimonianze di civiltà antiche celate nel sottosuolo. Il dibattito su piazza De Nava era approdato anche in consiglio comunale nel corso di una seduta aperta convocata nel gennaio 2022.

In quell’occasione l’aula approvò all’unanimità un ordine del giorno in cui l’amministrazione, facendo seguito alla conferenza di servizi, si impegnava a proseguire una interlocuzione interistituzionale prima di avviare il progetto di riqualificazione, con l’obiettivo di valutare ogni intervento nell’alveo della tutela dell’identità storica e culturale della piazza. Sulla base di questa delibera, il via libera all’attuale progetto e la partenza del cantiere sono sempre stati avvertiti come un tradimento dell’amministrazione al volere dei cittadini. Infine si arriva alla sentenza che non approva il ricorso, in quanto, secondo la motivazione vi era la mancanza di competenza, che, secondo il giudice ordinario, tale materia spetta al Tribunale Amministrativo Regionale.

Queste alcune delle cifre che sono emerse nel corso della conversazione organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”. La conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da martedì 19 dicembre.

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