7ª in classifica e 4° peggior attacco: era questo il progetto della Fenice Amaranto?

La Fenice Amaranto ha perso ieri a Siracusa, sul campo è 7ª in classifica e ha il 4° peggior attacco: era davvero questo il suo progetto?

StrettoWeb

Il calcio è uno sport semplice: chi è più bravo fa gol e chi fa più gol vince. Poi possiamo filosofeggiare quanto vogliamo, ma quello resta negli almanacchi e quello verrà ricordato negli anni: chi vince ha il suo posto nella storia, chi perde assolutamente no. E poi c’è la Fenice Amaranto. Su tutta questa vicenda, dalla mancata iscrizione della Reggina in poi, c’è stato chi ha detto che alcune opinioni erano eccessivamente critiche, troppo sbilanciate, esageratamente negative e pessimistiche. Ma le opinioni, affinché possano avere il supporto della credibilità, nascono sempre dai fatti, dagli episodi, dagli accadimenti.

Un punto tra San Luca e Siracusa, come all’andata

Bene. Ieri la Fenice Amaranto ha perso per 1-0 a Siracusa. Ha tenuto bene nel primo tempo, anche con buona personalità. Ha ceduto nella ripresa. Stanca. E ha preso gol nel finale. Esattamente come all’andata, quando veniva giustificata per via del ritardo nella preparazione. E, proprio come all’andata, tra San Luca e Siracusa ha racimolato il briciolo di un punto. Uno. Ma come? Dopo un girone, con la forma raggiunta appieno, stessi risultati e stesse modalità? “Negli ultimi 20 minuti siamo calati, qualcuno non ne aveva più, e questo ci ha fatto soffrire”, ha detto Trocini. L’ha detto lui. Non è un’opinione, ma un fatto. Anche all’andata ci fu un calo nella ripresa. Allora si giustificava con il ritardo. Oggi?

L’attacco sterile e acciaccato: dietro Bolzicco il vuoto. E il Siracusa prende Sarao…

La realtà è quella che vediamo, senza filtri, alibi e giustificazioni. Che noi non abbiamo mai dato e che continuano a cadere di settimana in settimana. La Fenice Amaranto non ha la forza di potersela giocare alla pari con quelle che dovevano essere – secondo business plan e chiacchiere propinate ai tifosi – le avversarie dirette. Perché se il Siracusa vince è anche perché – come all’andata – si può permettere di pescare dalla panchina gente importante (e questo nonostante qualche assenza significativa). Trocini, invece, dietro Bolzicco ha il vuoto. Una situazione praticamente identica a quella dell’andata, con Rosseti infortunato e scelte ridotte al lumicino. Ma non solo. Davvero possiamo ritenere Bolzicco alla pari dei vari Alma, Cocco, Maggio, Sarao? Ieri ha segnato il capocannoniere del girone. E non è un caso. Ma soprattutto, nonostante Alma e Maggio, la coppia più prolifica dell’intero campionato, il Siracusa è andato a pescare addirittura Sarao a gennaio.

La Fenice, invece, cerca l’alibi delle occasioni create contro il San Luca. Tanta produzione, zero finalizzazione, arrivata solo da piazzato. Non è neanche questo un caso. E non è un caso perché la squadra amaranto conta 22 gol fatti, in cui sono compresi i 3 a tavolino contro il Sant’Agata che in campo non ci sono stati. Quelli fatti realmente sono 19. In 20 partite. Meno di un gol a partita. Peggio hanno fatto solo Gioiese e Castrovillari, le ultime due, più l’Igea Virtus. Era davvero questo il progetto della Fenice Amaranto? La Serie B in tre anni e i 10 mila al Granillo? Ah, un altro dato (non un’opinione): senza la vittoria a tavolino contro il Sant’Agata, la Fenice sarebbe settima, scavalcata da Real Casalnuovo e Sant’Agata, raggiunta dal Licata, con solo un punto in più sull’ottava e un bel “-26” dal Trapani primo, obiettivo stagionale dichiarato a inizio settembre da Ballarino nel business plan.

Basta alibi: una squadra 7ª sul campo in Serie D non si è mai vista

Se qualcuno di voi, leggendo questo articolo, sta pensando: “ma dai, sappiamo che è successo a settembre, erano in ritardo, vanno giustificati”. No. Noi alibi non ne abbiamo mai dati. La storia amaranto in Serie D non può essere rappresentata così, a patto che l’intenzione sia sempre quella di dare un seguito alla Reggina. Una squadra settima sul campo in Serie D non si è mai vista dalle parti del Granillo (o vecchio Comunale). “Eh vabbé, giudicheremo l’anno prossimo, a quel punto allora…”. A quel punto cosa? E’ sempre il solito refrain: aspettare illusoriamente un domani roseo che non ci sarà, per nascondere i problemi di oggi. L’anno prossimo sarà ancora peggio, dopo il clamoroso fallimento totale negli obiettivi dichiarati di quest’anno. E lo ribadiamo: non ci sono alibi. Le difficoltà oggettive erano note anche a chi ha redatto il business plan con quegli annunci gloriosi.

Il calciomercato: le parole di Minniti e Pellegrino

Questione mercato. Si sarebbe potuto fare di più? Si sarebbe dovuto fare di più, a prescindere dalle intenzioni e dalla programmazione per il prossimo anno. Questa società parla tanto di pianificazione, di “idee”, e invece… Gli svincolati del Lamezia erano una possibilità. Il mercato di gennaio pure, con qualcuno che in C ha trovato poco spazio, vedi Sarao. Niente di tutto questo. E’ arrivato uno sconosciuto (Renelus), che si è infortunato prima di iniziare. E poi il nulla. Però poi si giustifica la sterilità offensiva e il fatto che la squadra produca e non concretizzi. Nulla accade per caso, neanche nel calcio. Anche lì ci sono i fatti. E su quello nessuno può disquisire.

Chiudiamo con le parole del Presidente Minniti e del DS Pellegrino, intervenuti a Video Touring tra fine primo tempo e fischio finale ieri a Siracusa. Sulla questione mercato, nulla di nuovo all’orizzonte. “Abbiamo sempre detto che andavamo a cercare quelle figure da inserire. Abbiamo valutato più profili ma questa ad oggi è la squadra che ci aspettavamo. Mercato condizionato dalla mancata rincorsa al primo posto? No, è che partendo in ritardo ai ragazzi va lasciato del tempo affinché concretizzino le proprie capacità”. Così il Presidente Minniti.

Per il DS Pellegrino, invece “vediamo – quando la squadra riuscirà a creare occasioni – valuteremo pure l’attaccante. Non dimentichiamoci che adesso rientreranno Relenus e Rosseti. Giochiamo con una punta, non so quanto senso abbia averne 4 o 5. Comunque, se capita l’occasione di avere un attaccante, non ci tireremo indietro. Se ogni partita che finisce 0-0 è colpa dell’attaccante, buttiamo la croce addosso a un reparto che lavora per la squadra. Quest’anno, tutto ciò che entra deve avere una sua logica. Il piazzamento ai playoff è la priorità, ma si guarda al prossimo anno”.

In pratica, secondo Pellegrino, qualcosa arriverà se capita l’occasione, tipo i prodotti in sconto 3×2, o l’attesa per i saldi. E poi, dice lui, non dimentichiamo che ora rientrerà Rosseti. Frase già detta altre due, tre volte quest’anno. Insomma, poco da commentare, le parole da sole bastano a raccontare quali sono le fantasmagoriche “idee” di questa dirigenza.

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