Da armocromia a queer, le “Parole dell’Anno 2023” della Treccani

Non solo termini, ma anche accadimenti e personaggi: "premiati" Mattarella e Meloni e la biochimica che ha scoperto il vaccino per il Covid

StrettoWeb

Nuove parole si aggiungono al vasto vocabolario della lingua italiana: tra prestiti linguistici, calchi e neologie, l’Enciclopedia Treccani ha pubblicato “Il Libro dell’Anno” – edizione 2023 – dove sono contenuti tutti i termini diventati di uso comune nell’ultimo anno. Da armocromia ad underdog, passando per famiglia queer (grazie a Michela Murgia) ed eco-talebano: sono questi alcuni dei neologismi che caratterizzano la pubblicazione Treccani, edita da Marcello Sorgi, con schede approfondite, copertine ed editoriali dedicate ai fatti salienti dell’anno appena trascorso con un’appendice di parole a cura di Silverio Novelli.

Non solo parole ma anche personaggi

La guida critica del 2023 ha anche scelto i personaggi e gli episodi che hanno avuto più rilevanza nel corso di questi ultimi 12 mesi: il “premio” di personaggio dell’anno è stato assegnato al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. L’avvenimento, invece, più importante è l’elezione del primo premier donna italiana, con l’ascesa al Governo di Giorgia Meloni.

Celebrate, però, anche altre donne coraggiose e impegnate in diversi campi. Tra queste, la biochimica ungherese naturalizzata statunitense, Katalin Karikó, e ai suoi studi sull’RNA con i quali sono stati messi a punto i vaccini contro il Covid-19. La sua scoperta le è valsa il Premio Nobel per la Medicina. Pagina di rilievo anche per un altro Premio Nobel, in questo caso alla Pace, all’attivista iraniana Narges Mohammadi, imprigionata nel carcere di Evin e condannata a 31 anni di reclusione.

Anche il Presidente dell’Istituto della Enciclopedia Italiana, Franco Gallo, si è espresso sul lavoro certosino del “Libro dell’Anno”: “un sapere certificato e di qualità, che ci lega ai lettori da anni che offre una mappa ancora più approfondita e dettagliata di quanto sta accadendo. Una edizione straordinaria perché alla fine di un anno terribile, vissuto pericolosamente sul ciglio di una guerra mondiale, ci voleva qualcosa di più di un semplice, puntuale resoconto dell’accaduto”.

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