Cori razzisti a Maignan del Milan, il Prete reggino insorge: “sospendere le partite”

Si continua a parlare dei cori razzisti a Maignan durante Udinese-Milan di sabato sera in Serie A: le parole del Parroco reggino Don Giovanni Zampaglione

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Ha attirato ovviamente l’attenzione mediatica, in questi giorni, quanto accaduto sabato sera alla Dacia Arena nel corso di Udinese-Milan di Serie A. In seguito a dei cori razzisti rivolti al portiere rossonero Maignan, l’arbitro ha infatti interrotto la gara per qualche minuto, con la squadra di Pioli che è uscita dal campo. Dell’episodio si continua a parlare, a distanza di giorni, da nord a sud Italia.

Sul tema è intervenuto anche il Parroco reggino Giovanni Zampaglione, Direttore dell’Ufficio Diocesano Sport, Turismo e Tempo libero dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova. “Uno dei segnali forti che si può lanciare in questi casi – dice – è iniziare a sospendere le partite se si verificano situazioni di razzismo. È triste assistere ancora oggi a episodi di razzismo. Contro situazioni di razzismo bisogna giocare di squadra. Ogni squadra, e chi va allo stadio, dovrebbe schierarsi compatta contro uno dei mali che ha come bersaglio il colore della pelle. Io sto con Maignan e con qualsiasi tipo di violenza e razzismo. E’ ora di dire basta ad ogni forma di razzismo”.

Don Zampaglione: “gli slogan sul razzismo non bastano più, si passi ai fatti”

“È una piaga antica – continua Don Zampaglione – ma sempre presente in tantissimi stadi che può essere debellata se ognuno fa la sua parte. In passato ci sono state tante campagne “Buu “contro il razzismo. Gli slogan, però, oggi non bastano, più. Bisogna passare dalle parole ai fatti, magari sospendendo qualche partita (questo sarebbe un segnale forte e diretto). A mio avviso oggi si può fare di più. Tocca ad ogni tifoso (se ha una buona coscienza) comprendere che tutti siamo fratelli e che ogni calciatore a prescindere dal colore della pelle può esultare e scendere in campo senza paura di nulla. Ecco lo slogan che ogni società o squadra o giocatore a mio avviso dovrebbe sposare: ‘sì alla fratellanza, no ai ‘buu’ razzisti”.

“Mi auguro – conclude il Prete – che in futuro ogni giocatore (bianco o nero che sia) possa esultare e entrare in campo senza sentire ‘buuuu’ razzisti ma applausi. Comprendendo che ogni singola persona è un fratello da rispettare e amare. Forza Maignan. Coraggio! Vogliamo un calcio pulito e con tanto rispetto per tutti…”.

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