Question time di Giorgia Meloni a Montecitorio, il premier ha risposto alle dieci domande di maggioranza e opposizione affrontando numerosi temi: Fiat, politica estera, sanità. Inoltre non sono mancati attimi di tensione con il capo del Movimento 5 Stelle e la leader del Partito Democratico.
Fiat
“Il gruppo Fiat e i marchi italiani collegati rappresentano una parte molto importante della storia industriale nazionale, in termini occupazionali e di ricchezza prodotta, un patrimonio economico che merita la massima attenzione, e questo significa anche avere il coraggio di criticare alcune scelte del management e del gruppo quando sono state distanti dall’interesse italiano, come mi è capitato di fare, spesso nell’indifferenza generale“, ha detto il premier Giorgia Meloni, rispondendo a una domanda di Matteo Richetti, capogruppo di Azione-Per-Renew Europe, su Stellantis.
“Penso allo spostamento della sede legale e fiscale fuori dall’Italia o alla fusione che celava un’acquisizione francese dello storico gruppo italiano: tanto che oggi nel Cda di Fca siede un membro del governo francese, non è un caso se le scelte industriali del gruppo tengono maggiormente in considerazione le istanze francesi rispetto a quelle italiane”, ha detto Meloni.
La guerra in Medio Oriente
“L’Italia è da sempre per uno Stato palestinese, per questo non condivido la posizione espressa dal primo ministro israeliano sulla materia però non può essere chiesta unilateralmente: il presupposto è il riconoscimento degli interlocutori, di Israele e del diritto degli israeliani a vivere in sicurezza”, evidenzia Giorgia Meloni. “Siamo stati i primi ad inviare aiuti a Gaza. Approfitto per annunciarvi che stiamo lavorando per portare minori palestinesi in Italia per essere curati nei nostri ospedali”, ha aggiunto la presidente del Consiglio.
Conte a Meloni: “distrugge tutto”
“Presidente Meloni ma lei cosa è? Un re Mida al contrario. Lui trasformava in oro tutto ciò che toccava, lei tutto cio che tocca lo distrugge, faccia anche meno“, ha detto il leader di M5S Giuseppe Conte nella replica alla premier Meloni, dopo che questa aveva risposto all’interrogazione del Movimento sul patto di stabilità e superbonus.
Indennizzi per le stragi naziste
“Consideriamo doverosi gli indennizzi, lo abbiamo mostrato aumentando nel 2023 il fondo. Non può esserci dal governo un intento dilatorio o ostruzionistico. Ciò non toglie che l’Avvocatura dello Stato debba fare il suo lavoro di verifica sui presupposti per il risarcimento. La completezza del contradditorio non è disattenzione per le vittime ma rispetto della legge. Non c’è nessun intento dilatorio ma un lavoro necessario, usiamo risorse dei cittadini, nel modo più corretto possibile“. Così la premier Giorgia Meloni alla Camera rispondendo a Ricardo Magi (+E) sul risarcimento ai familiari delle vittime delle stragi naziste.
Lo scontro tra Meloni e Schlein sulla sanità
“Tempo fa mi ha colpito un messaggio ricevuto da una donna alla cui madre malata oncologica e cardiologica è stato fissato appuntamento al ottobre 2026. Non sa nemmeno se ci arriverà. Mancano almeno 30 mila medici, 70 mila infermieri, mentre 21 mila medici sono già fuggiti all’estero. Gli eroi della pandemia sono stati già dimenticati da questo governo. L’unico modo di abbattere le liste d’attesa è di abbattere il tetto alle assunzioni. Intendete farlo e mettere le risorse per un piano straordinario. Non risponda che potevamo farlo noi, io al governo non ci sono stata ancora e lei governa da 16 mesi”. Lo dice la segretaria del Pd, Elly Schlein, interrogando la premier in Aula.
“Come ricorda la collega Schlein il tetto alla spesa del personale sanitario fu introdotto nel 2009: ha portato al crescente ricorso ai contratti a termine e al devastante fenomeno dei medici gettonisti. Facciamo i conti con una situazione stratificata in 14 anni. Non chiederò perché non lo avete risolto voi questo problema. Le dirò che è un’implicita attestazione di stima che chiedete a noi di risolvere i problemi che non avete risolto in dieci anni al governo: grazie per fidarvi di noi e del nostro governo”, la replica di Giorgia Meloni.
“La sua risposta non ci soddisfa – la controreplica di Schlein –. Ma lei è andata al governo per risolvere i problemi o per continuare a fare opposizione scaricando su altri i problemi che ha creato lei. Perché nel 2009, quando è stato introdotto il tetto alle assunzioni, al governo c’era lei, da ministra”. Poi, uscendo dall’Aula, la segretaria dem ha commentato: “Mi sembra che Meloni abbia avviato la campagna perché con questi attacchi alla giornalismo di inchiesta alla libertà di stampa assieme a quelli alla magistratura e ai sindacati l’abbiamo già visto in paese che si definiscono democrazie illiberali”.