Il nipote di Brunetti ha vinto il Pallone d’Oro e non lo sapevamo

Le assurde celebrazioni per il primo gol di Domenico Girasole nella Fenice Amaranto e quel delirante commento su Facebook di Pellegrino

StrettoWeb

Ieri allo stadio Granillo hanno consegnato il Pallone d’Oro e noi non lo sapevamo. E’ con enorme sofferenza che siamo costretti a scrivere con ironia riguardo un bravo ragazzo come Domenico Girasole, che tra l’altro ha perso prematuramente il papà un anno fa e ieri si è commosso in sala stampa per avergli dedicato il suo primo gol realizzato dopo la grave perdita. L’ultima rete Domenico Girasole l’aveva realizzata a Potenza cinque giorni prima della tragica scomparsa del padre, nella vittoria casalinga sul Gelbison con il risultato di 3-1. Girasole aveva siglato il momentaneo 2-0 con un colpo di testa. Era il 15 gennaio 2023.

Ieri, 14 gennaio 2024, il difensore centrale ha segnato per la prima volta dopo un anno nella partita che La Fenice Amaranto ha vinto 3-1 contro l’Acireale, siglando il momentaneo 2-0 con un colpo di testa. Immancabile la dedica al padre, che quando è morto aveva soltanto 54 anni ed era molto conosciuto nella sua città, Reggio Calabria, proprio per quelle passioni che lo avevano portato ad avere tantissimi amici: il calcio e la musica.

E’ con enorme sofferenza che da mesi, cioè da quando Girasole è arrivato alla Fenice, raccontiamo la sua storia proprio perchè siamo costretti ad ottemperare al nostro dovere di riportare i fatti, nonostante il dispiacere umano di un contesto così triste per la prematura scomparsa di un genitore. Ed è per questo che mai abbiamo “criticatoGirasole in quanto persona o in quanto calciatore, come evidentemente qualcuno in questi mesi ha avuto la comodità di travisare. Ma i fatti rimangono e se le lacrime di Girasole per la dedica al papà nel giorno del primo gol dopo la sua morte, con la presenza del fratello in Tribuna, sono le nostre stesse lacrime e ci consentono di esprimere vivo apprezzamento e profonda gioia per il momento del ragazzo, dall’altro non possiamo ignorare le vergognose, infantili, stucchevoli e idiote parole al veleno dei soliti cialtroni che mistificano la realtà, capovolgono i fatti e alimentano controversie basate sul nulla. Dopo tutto quello che è successo negli ultimi cinque mesi, hanno ancora il coraggio di parlare! Dopo l’evidenza dei fatti, hanno ancora la faccia tosta di non nascondersi dalla vergogna!

La vera storia di Girasole e le bugie dei balordi: non diventeranno verità soltanto perchè le ripetono da mesi

Ecco perchè ironizziamo sul fatto che ieri Girasole abbia vinto il Pallone d’Oro: lui non l’ha fatto, da bravo ragazzo umile e semplice qual è. Ma tanti intorno a lui, anche dirigenti della società (!), hanno “celebrato” il suo primo gol stagionale come se fosse appunto la consegna del Pallone d’Oro, come se fosse la smentita (!) ai fatti che su StrettoWeb abbiamo riportato fedelmente nei mesi scorsi, ribadendo la colossale bugia della circostanza secondo cui Girasole avrebbe “deciso di scendere di categoria pur di indossare la maglia amaranto”. Una bugia che persino il sindaco facente funzioni, suo zio Paolo Brunetti, ha dichiarato in consiglio comunale. Ovviamente è tutto falso. Girasole è stato ingaggiato dalla Fenice Amaranto il 20 settembre, quando era da svariate settimane svincolato, quindi di fatto disoccupato, seduto nel divano di casa sua, senza una squadra in cui potersi neanche allenare. Girasole, quindi, non ha preso alcuna scelta e soprattutto non ha “sceso” alcuna categoria: semmai ha trovato in extremis un posto di lavoro da disoccupato quale era rimasto dopo le bocciature di Potenza e Lucchese.

Girasole, infatti, aveva firmato lo scorso anno un contratto triennale con il Potenza, squadra che milita in serie C. Dopo il primo anno senza lode né infamia (la squadra arriva a metà classifica, Girasole è sempre titolare con 34 presenze in campionato, 2 ai playoff e 2 in Coppa), il Potenza decide di rescindere il contratto perchè il difensore non rientra più nei piani tecnici del club lucano e così dallo scorso mese di maggio Girasole inizia a cercare un’altra squadra. Ma non riesce a trovarne, complice un brutto infortunio che lo tormenta al ginocchio.

A fine agosto ottiene un accordo con la Lucchese: è fatta, il difensore rimarrà in serie C. Ma poi salta tutto perchè arrivato a Lucca, Girasole non supera le visite mediche. Sempre il solito problema al ginocchio. Se qualcuno dovesse avere dubbi, può consultare i numerosi articoli della stampa locale toscana di fine agosto (tra i più autorevoli, quello del Tirreno):

Lo spettro di rimanere senza squadra si concretizza quando a settembre il mercato si chiude e Girasole resta fermo a casa: fa parte dell’enorme lista di calciatori svincolati, saldi di fine stagione per club disperati. Passano giorni, settimane e neanche nel post-mercato degli svincolati Girasole riesce a trovare una nuova squadra, finché il 20 settembre – quando persino tra gli svincolati sono rimasti in pochi – arriva l’accordo con La Fenice Amaranto, nei Dilettanti. Si tratta della società che ha appena avuto in consegna l’eredità della gloriosa Reggina da parte del sindaco f.f. Paolo Brunetti, che è proprio lo zio di Girasole.

Che Girasole sia arrivato alla Fenice su espressa richiesta dello zio non possiamo ovviamente saperlo e non lo abbiamo mai scritto. E’ certamente un brutto pensiero: un’ipotesi maligna, che parte dall’umana considerazione secondo cui ogni zio sarebbe dispiaciuto di sapere il nipote a casa disoccupato, e prosegue nell’ovvietà della circostanza che nella città che amministra dalla massima posizione di potere c’è una società che gli deve più di un favore, gli deve tutto, gli deve la sua esistenza. Proprio per evitare queste ombre Brunetti avrebbe dovuto in ogni modo evitare che suo nipote andasse nella società che lui aveva appena scelto personalmente: lo abbiamo scritto subito, il 21 settembre, che era una scelta inopportuna che avrebbe fatto male soprattutto al ragazzo.

Ma che Girasole non fosse raccomandato lo avrebbe dovuto dimostrare sul campo, e lui è sempre stato elegante quando lo hanno stuzzicato su questo: “le critiche sono uno stimolo in più per fare bene” ha detto. Ma di certo intanto qualcuno dovrebbe chiedere scusa a StrettoWeb per le offese e accuse gratuite rivolte perchè avevamo scritto “il falso” sull’infortunio del ragazzo, che invece secondo questi super esperti da trasfermarket era pronto a giocare subito. Infatti l’abbiamo visto in campo soltanto a novembre, dopo aver saltato 7 partite per indisponibilità fisica (così poche soltanto perchè la Fenice ha iniziato la sua stagione a fine settembre grazie a riposo e rinvii consentiti dalla Lega per i tempi tardivi dell’iscrizione dopo le sentenze dei vari gradi di giudizio).

Quindi, riepilogando: prima hanno detto che aveva scelto di “scendere di categoria” pur di giocare con la maglia amaranto. Poi hanno detto che non era vero l’infortunio. Era pronto a giocare subito. Adesso che dopo mesi ha fatto un gol, lo stanno celebrando appunto come se avesse vinto il Pallone d’Oro! Per fortuna a tutte queste menzogne non ci crede più nessuno: al Granillo non ci vanno neanche la metà di coloro che a settembre si sono fatti ingannare sottoscrivendo l’abbonamento nell’illusione di un campionato di vertice. La verità viene sempre a galla.

Quella di ieri contro l’Acireale, per Girasole, è stata la 12ª presenza stagionale. Il ragazzo ha siglato un gol, tra l’altro assolutamente ininfluente per il risultato finale, e poi forse per l’emozione del momento ha commesso un doppio errore clamoroso prima facendosi superare dall’avversario e poi buttando la palla nella propria porta timbrando il tabellino anche con l’autorete del 3-1 finale. Il ragazzo, che a giugno compirà 24 anni e quindi è ormai calcisticamente maturo, è quello che abbiamo visto a Reggio in questi mesi, in una squadra che con le uniche 5-6 avversarie che sanno stare in campo le ha prese ed è uscita sempre con le ossa rotte. E Girasole è quello che dice la sua carriera: Lanusei (Dilettanti), Casarano (Dilettanti), Picerno (Dilettanti), Foggia (Serie C), Potenza (Serie C), Fenice Amaranto (Dilettanti).

La situazione della Fenice Amaranto: un disastro (ampiamente annunciato). Una stagione già totalmente fallita

Di “lussi per la categoria” in questa squadra non ce ne sono. Neanche uno. Altrimenti la situazione sarebbe diversa. Siamo a metà gennaio e la squadra amaranto è a -15 dal Trapani, a -14 dal Siracusa e a -11 dalla Vibonese, quarta in classifica soltanto grazie alla partita vinta a tavolino contro il Sant’Agata di Militello altrimenti la Fenice sul campo è addirittura sesta e fuori dai playoff. E i punti di distacco realmente rimediati da Trapani, Siracusa e Vibonese sono quindi 18, 17 e 14. Mai la squadra di Reggio Calabria è stata così in basso nella sua storia ultra centenaria.

In questo girone di ritorno iniziato ieri, la Fenice dovrà giocare in trasferta con tutte le big del girone: quelle che si stanno giocando la promozione (Trapani, Siracusa e Vibonese) e persino quelle con cui la squadra di Trocini si sta giocando l’accesso ai playoff (Real Casalnuovo e Sant’Agata di Militello). Nel girone d’andata al Granillo hanno vinto tutte, tranne la Vibonese con cui è finita in pareggio.

A certificare la mediocrità calcistica, c’è lo spessore umano dei protagonisti di questa stagione. Il Ds Maurizio Pellegrino ieri si è messo a commentare su facebook i gruppi dei tifosi amaranto (ve l’immaginate Marotta o Galliani?), usando parole davvero incredibili per Girasole: “una storia vera ed emozionante che solo lo sport può regalare, una favola da raccontare anche ai bambini, piena di valori e sacrifici” (toni che davvero anche per un Pallone d’Oro sarebbero inappropriati), aggiungendo poi “Infangato, offeso, solo per squallidi motivi personali, queste persone, dovrebbero solo vergognarsi e chiedere scusa a Girasole ed alla sua famiglia”.

Caro Pellegrino, gli unici a dover chiedere scusa siete voi che da mesi state calpestando la dignità di una città e di una tifoseria. Noi su Girasole (come su tutto il resto) abbiamo scritto semplicemente la verità. Comprendiamo che per voi sia scomoda, ma raccontare la verità è semplicemente il nostro mestiere. Voi, invece, avete portato il calcio a Reggio nel punto più basso della storia e adesso non avete di meglio da fare che agitarvi eccitati e sfruttare un golletto inutile con l’unico obiettivo di spostare altrove le attenzioni di quel minuscolo manipolo di fanatici che ancora vi segue purché non si parli del vostro disastro sportivo. Nel business plan di settembre avete scritto che avreste stravinto il campionato con una media di 10 mila spettatori a partita: per questo eravate venuti a Reggio, non per scrivere “favole da raccontare ai bambini”. Perché non vi assumete la vostra responsabilità di aver fallito totalmente l’obiettivo stagionale? Alle vostre favole – appunto – neanche i bambini credono più.

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