Anche Messina e Reggio Calabria verso il limite a 30km/h, “ci arriveremo per gradi: è il futuro, significa vivere in città migliori”

Come Bologna e tante altre città europee, anche Messina e Reggio Calabria puntano a grandi isole pedonali e limite di velocità a 30km/h: le parole del Sindaco peloritano Basile e del neo assessore reggino Malara

StrettoWeb

Sta facendo molto discutere in questi giorni l’istituzione del limite di velocità a 30km/h su gran parte delle strade (circa il 70%) del comune di Bologna, e proprio ieri è stata pubblicata la classifica delle città con più traffico secondo il TomTom Traffic Index che vede Messina e Reggio Calabria tristemente ai primi posti di questa graduatoria in cui Reggio è ottava in Italia e Messina addirittura quarta, preceduta soltanto da Milano, Roma e Torino. Poi ci sono in ordine Firenze, Palermo e Catania a precedere Reggio Calabria, a sua volta seguita da Napoli, Genova e Pescara.

Quello del traffico è uno dei più grandi problemi delle nostre città, con effetti negativi secondari drammatici oltre agli ingorghi e quindi alla perdita di tempo prezioso: gli incidenti e l’inquinamento. Proprio a causa del traffico le nostre città sono diventate nel corso degli ultimi decenni, di pari passo con il boom della diffusione delle automobili, sempre meno sicure e decorose rispetto al passato: per questo motivo gli amministratori di tutto il mondo da tempo stanno praticando politiche virtuose per risolvere questo problema e rendere le città dei luoghi più vivibili e a misura d’uomo.

Tra queste politiche ci sono l’istituzione di isole pedonali e zone a traffico limitato (Ztl), la realizzazione di piste ciclabili, il miglioramento dei servizi di trasporto pubblico e anche l’abbassamento dei limiti di velocità a 30km/h per le auto in transito in zone urbane. Se le altre idee (isole pedonali, ztl, piste ciclabili e migliori servizi pubblici) sono ormai molto diffuse anche in Italia, al contrario il limite a 30km/h è una novità molto recente e Bologna è stato il primo comune ad istituirlo nei giorni scorsi in modo dirompente sulla quasi totalità delle strade comunali. Tuttavia il Comune di Bologna ha adottato questa decisione applicando, nel modo più deciso, una circolare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che circa sei mesi fa ha trasmesso ai Comuni le linee guida per migliorare la sicurezza e la vivibilità delle città anche, qualora fosse ritenuto opportuno, introducendo questa norma. Questa iniziativa è motivata da una serie di ragioni, tra cui la sicurezza stradale, la riduzione dell’inquinamento e la promozione di una mobilità sostenibile.

Ma in Europa le città che lo avevano già introdotto da tempo sono moltissime.

  • Amsterdam, Paesi Bassi – Amsterdam è stata una delle prime città al mondo a introdurre il limite di velocità di 30 km/h nelle aree urbane. Questa iniziativa mira a creare strade più sicure per pedoni e ciclisti, che sono molto presenti nella città. Le strade strette e i canali rendono questa città particolarmente adatta a velocità più basse, e i turisti e i visitatori apprezzano subito la vivibilità di una città con un milione di abitanti che però ha risolto il problema del traffico selvaggio.
  • Parigi, Francia – Parigi è un’altra città europea che ha adottato il limite di 30 km/h in molte delle sue strade urbane. Questa mossa è parte del piano globale per ridurre l’inquinamento atmosferico e migliorare la qualità dell’aria in una delle città più visitate al mondo.
  • Barcellona, ​​Spagna – Barcellona ha implementato il limite di velocità di 30 km/h in molte delle sue strade, con un focus particolare sulle zone residenziali e nelle vicinanze delle scuole. Questa misura mira a proteggere i residenti e i bambini che frequentano le scuole da incidenti stradali.

Benefici del limite di velocità a 30 km/h

  • Sicurezza Stradale Migliorata – Uno dei principali vantaggi di questa norma è la riduzione degli incidenti stradali e la loro gravità. Velocità più basse significano che gli incidenti sono meno pericolosi, riducendo il rischio di lesioni gravi o mortali.
  • Riduzione dell’inquinamento – Le velocità più basse si traducono in una minore emissione di gas di scarico da parte dei veicoli, contribuendo alla riduzione dell’inquinamento dell’aria. Questo è particolarmente importante in città dove la qualità dell’aria è un problema, come appunto a Bologna e in tutta la pianura Padana o in generale nelle grandi città.
  • Maggiore sostenibilità -Il limite di 30 km/h incoraggia l’uso di mezzi di trasporto sostenibili come biciclette e trasporto pubblico. Questo contribuisce a ridurre il traffico e l’uso di veicoli privati.
  • Strade più Vivibili – Le città con limiti di velocità più bassi spesso godono di strade più tranquille e vivibili. Questo favorisce la creazione di spazi urbani più accoglienti per i residenti e i visitatori.

Sfide e controindicazioni

  • Resistenza da parte dei conducenti – Molti conducenti possono resistere all’idea di ridurre la velocità, specialmente se sono abituati a viaggiare più velocemente. Questa resistenza può portare a una mancata adesione alla norma.
  • Implementazione e controllo – Applicare e far rispettare il limite di 30 km/h richiede risorse aggiuntive per le forze dell’ordine e le autorità locali. La sorveglianza costante può essere una sfida.
  • Possibile aumento dei tempi di viaggio – Ridurre la velocità può portare a tempi di viaggio più lunghi, il che potrebbe essere considerato un inconveniente per alcune persone.
  • Necessità di modifiche all’infrastruttura – In alcune città, può essere necessario apportare modifiche all’infrastruttura stradale per adeguarla ai limiti di velocità più bassi.

In sostanza, è pacifico che il limite di 30 km/h alla circolazione nelle città è una misura sempre più adottata in tutto il mondo con l’obiettivo di migliorare la sicurezza stradale, ridurre l’inquinamento e promuovere una mobilità sostenibile. Sebbene ci siano sfide da affrontare, i benefici in termini di sicurezza, salute e qualità della vita urbana sembrano giustificare questa norma. Il successo dell’implementazione dipende però dalla modalità di realizzazione, dalla cooperazione dei conducenti, dall’applicazione delle leggi e dalla progettazione urbana adeguata.

Messina, il Sindaco Basile disegna la città del futuro e punta tutto sulla pedonalizzazione: “30km/h si ma non subito”

Il Sindaco di Messina, Federico Basile, sta lavorando molto sulla vivibilità della città: è protagonista di una vera e propria rivoluzione con le pedonalizzazioni del centro e un incremento del servizio di trasporto pubblico. Scelte virtuose che dimostrano la volontà di andare avanti per gradi: il primo cittadino peloritano condivide l’idea di arrivare al limite di 30km/h nelle strade urbane, ma parlando con StrettoWeb precisa che “a Bologna c’era un percorso già avviato da tempo che gli ha consentito di essere all’avanguardia e muoversi per primi. A Messina ci arriveremo per gradi, ci vuole ancora tempo. Noi stiamo partendo ora, ci stiamo provando tra mille difficoltà rispetto ad una cittadinanza che fa fatica ad adattarsi al cambiamento. Bologna è più avanti per storia culturale su questo tipo di tema: lì c’è sempre stata, ad esempio, una forte abitudine all’utilizzo della bicicletta e i servizi pubblici sono sempre stati efficienti. Pensare in prospettiva a Messina a 30km/h come limite di velocità nelle strade urbane è giusto, ma prima dobbiamo normalizzare un sistema nel suo complesso”.

Basile sta lottando per recuperare quello storico gap che Messina si trascina da decenni: è l’unica città che non ha ancora una stabile isola pedonale in centro, e ogni volta che qualcuno ne propone l’istituzione si scatena una bufera di opposizioni e polemiche. “Si deve capire – prosegue Basile ai microfoni di StrettoWeb – che la pedonalizzazione è un processo che trasforma la città in meglio, consente ai cittadini di viverla in modo diverso e molto più sano. Avere spazi pedonali è virtuoso. Per questo stiamo puntando molto sulle aree pedonali insieme ad un migliore servizio pubblico. Abbiamo i nuovi autobus, le nuove vetture del tram, facciamo digerire questa mini rivoluzione in corso e poi pensiamo a Messina a 30km/h: è un’idea di respiro internazionale, ma possiamo fare un passo alla volta. Non è che non vogliamo, ma le cose si devono fare per gradi per essere assimilate e per funzionare bene. Oggi è prematuro pensare a Messina a 30km/h, ma le condizioni di partenza non ci permettono di poterlo fare in modo immediato. Noi messinesi siamo innamorati delle auto, ognuno prende la macchina per qualsiasi cosa, anche se è vicino a casa, anche se effettivamente è scomodo e rimane bloccato nel traffico. E’ un problema culturale, stiamo provando a cambiare questo approccio, piano piano ci stiamo arrivando, avere fatto 30 mila abbonamenti ai mezzi pubblici è un risultato importante”.

Sul processo di pedonalizzazione a Messina Basile è molto ambizioso: “non possiamo pensare che quello che abbiamo fatto sul viale San Martino significa aver pedonalizzato la città: quello è solo l’inizio, un piccolo segnale. Abbiamo solo iniziato un percorso, ma la città non è ancora pedonalizzata. L’idea che abbiamo non è affatto punitiva o repressiva nei confronti dei cittadini, anzi, è l’esatto contrario, abbiamo un’idea diversa di città, un modo nuovo di vivere gli spazi pubblici, che non ci inventiamo certo noi: è il mondo che cambia, siamo nel 2024 e quando andiamo fuori nelle grandi città dove ci sono poche auto, molti pedoni, molte bici e molti mezzi pubblici ecologici, lo apprezziamo. Perché a casa nostra non dovremmo fare lo stesso? Stiamo lavorando per costruire un futuro migliore, una città più funzionale agli esseri umani, un centro a misura d’uomo. Non è facile sradicare le abitudini, ma poi piacerà a tutti”.

Reggio Calabria, il neo assessore Malara e la visione di una città migliore

A Reggio Calabria la situazione è molto diversa. La città è senza ombra di dubbio più avanti grazie alle scelte virtuose, e coraggiose, assunte dall’allora sindaco Scopelliti oltre 20 anni fa: era il 2003 quando dall’altro lato dello Stretto si verificava la rivoluzione che oggi Messina fa fatica a compiere, con l’istituzione dell’isola pedonale sul corso Garibaldi inizialmente accolta con malumori e polemiche ma poi già dopo pochi mesi diventata il simbolo di una città migliore e proiettata al futuro. Agli anni immediatamente successivi si devono le pedonalizzazioni di piazza Castello, piazza Carmine, piazza Italia con le strade circostanti, l’intera via Giudecca, infine anche piazza Duomo e via Zecca: erano tutte aree soffocate da parcheggi selvaggi e traffico no-stop, adesso sono il cuore pulsante dei locali della movida e della socialità di pedoni, ciclisti e turisti.

Negli ultimi anni questo percorso si è interrotto: avrebbe dovuto proseguire anche sul Lungomare e in altre aree del centro storico, come aveva sperimentato nel 2015 l’assessore Agata Quattrone. Ma poi tutto è saltato. Anzi, l’isola pedonale sul corso Garibaldi è diventata una pericolosa Ztl: all’architetto Paolo Malara, neo assessore alla mobilità, ai trasporti, ai parcheggi e alla città sostenibile, il compito di riprendere quel percorso virtuoso per una città migliore. L’assessore ha le idee chiare e lo spiega ai microfoni di StrettoWeb: “stiamo predisponendo un piano di pedonalizzazione, è una misura molto importante: ogni azione viene fatta sulla mobilità non può essere uno spot o qualcosa di parziale perchè rientra tutto all’interno di un sistema più generale che è quello del funzionamento della città. L’obiettivo è quello di rendere più vivibile la città, e in quest’ottica si possono prendere decisioni oculate. Siamo interessati a rendere la città più sana e vivibile sotto l’aspetto ecologico e tutto ciò che può andare incontro ad un miglior benessere dei cittadini sarà preso in considerazione, compreso il limite a 30km/h ma su una visione più generale”.

Bisogna avere una visione di futuro – aggiunge l’assessore Malarae seguire l’esempio delle grandi città europee. Tutte le città aumenteranno gli spazi pubblici per i cittadini, che significa isole pedonali, aree ciclabili, aree a traffico limitato e a velocità ridotta. Il tema è duplice: c’è il problema degli incidenti che è molto importante, e poi c’è la necessità di considerare le strade luoghi pubblici in cui si capovolge la gerarchia della mobilità ponendo i pedoni al primo posto, non i veicoli come purtroppo è oggi. Per questo motivo immaginiamo una città in cui ci sono più spazi pubblici per le persone, che si incontrano e vivono la socialità in spazi dedicati agli esseri umani e non agli autoveicoli. Le città devono contribuire ad avere una città più pulita, sempre a vantaggio del benessere dei cittadini”.

Quando gli chiediamo come pensa di realizzare questo, l’assessore Malara ci risponde che “abbiamo tante idee, redigeremo il piano attuativo del PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) per riconsiderare il sistema della mobilità in generale in una visione complessiva in cui prevederemo azioni a vantaggio delle persone, quindi ripeto isole pedonali, piste ciclabili, zone a traffico limitato o a velocità limitata a 30km/h come in tutte le altre città. Ma sarà fatto in una visione d’insieme: ci stiamo già lavorando. Ogni cosa che faremo avrà effetti sulla città quindi partiremo da un’analisi di come Reggio funziona oggi, e individueremo quali saranno le nuove strade pedonali, quali saranno le strade con il limite a 30km/h, e poi pianificheremo questa transizione. Valorizzeremo la mobilità attiva delle persone, sulla falsariga di tutte le città europee. Reggio è molto avvantaggiata dal punto di vista ecologico grazie alle condizioni meteo-climatiche dello Stretto che con il vento consente alla città di non avere problemi di smog, ma bisogna comunque lavorare su questi temi  non contro l’uso della macchina ma in modo razionale per favorire una visione nuova di città per migliorare il benessere e la salute dei cittadini”.

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