Orrore nel reggino: violenza sessuale su una bambina di sette anni, accusato il bidello

Una storia orribile arriva da Cinquefrondi: bambina di soli sette anni subisce atti sessuali da un collaboratore scolastico

StrettoWeb

Un collaboratore scolastico, sessantenne originario della provincia di Reggio Calabria, è stato colpito da ordinanza di applicazione di misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Tribunale di Palmi. La richiesta è arrivata dalla locale Procura della Repubblica, diretta dal Dottor Emanuele Crescenti per violenza sessuale aggravata. L’uomo, collaboratore scolastico presso un Istituto Comprensivo Statale, “abusando della predetta autorità nonché delle condizioni di inferiorità fisica e psichica di una minore, costringeva la stessa a subire atti sessuali, avendola prima baciata e poi infilatole le mani nelle parti genitali“, spiegano gli inquirenti.

La violenza sessuale

Stando al contenuto della denuncia formalizzata dai Carabinieri di Cinquefrondi, nonché sulla scorta delle dichiarazioni rese alla presenza di una psicologa nominata dalla Procura palmese, il collaboratore scolastico, avendo notato la ragazzina raggiungerlo all’interno di una stanza per effettuare una fotocopia in seguito alla richiesta di una sua insegnante, approfittando del fatto che si trovassero da soli, le avrebbe dapprima fatto un complimento, per poi baciarla sulle guance e toccarle, infine, le parti intime“, come si legge nella nota stampa diffusa stamane.

La giovane studentessa – spiegano i Carabinieri –, sebbene non avesse raccontato nulla del triste accaduto nell’immediatezza dei fatti agli insegnanti ed ai compagni di classe in quanto provava vergogna, al termine dell’orario scolastico, si era confidata con la madre, raccontandole nel dettaglio i comportamenti adottati nei suoi riguardi dal bidello“.

Attivato il codice rosso

La rapida attivazione del “codice rosso”, applicato tempestivamente d’intesa e con il coordinamento della Procura di Palmi, ha consentito ai militari dell’Arma di sviluppare i necessari accertamenti. In pochi giorni i Carabinieri hanno raccolto “la genuina testimonianza della bambina“, concludendo in brevissimo tempo l’attività d’indagine.

L’indagato, da ritenersi innocente sino a giudizio definitivo, potrà fornire al giudice ogni elemento difensivo che sarà vagliato e sottoposto a pronta verifica.

Il procedimento è attualmente pendente in fase di indagini e l’effettiva responsabilità della persona destinataria della misura cautelare sarà vagliata nel corso del successivo processo. Non si escludono ulteriori sviluppi investigativi e probatori, anche in favore della persona sottoposta ad indagine“, conclude la nota stampa.

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