“Padel e ristoranti al Sant’Agata”: le bizzarre ipotesi di Versace (che speriamo restino tali)…

Reggio Calabria, la Città Metropolitana pronta al nuovo bando per il centro sportivo Sant'Agata. Ma con bizzarre e fantasiose idee...

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Lo abbiamo sentito. E poi risentito. E poi sentito ancora una volta. Non volevamo crederci. Ma è stato detto. Facciamo fatica a pensarlo e vogliamo immaginare che sia solo un’ipotesi. Purtroppo, però, considerando quanto è accaduto in questi ultimi tempi, tutto è possibile e non ci meraviglieremmo. Non più. Il riferimento è alle parole del Vice Sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria Carmelo Versace a “Momenti Amaranto”, su Video Touring, in riferimento al nuovo bando per il Sant’Agata.

Ricordiamo che quello temporaneo di 6 mesi, parziale e con pagamento di 5 mila euro mensili, è già stato pubblicato ed è andato alla Fenice Amaranto, unica partecipante, come ampiamente prevedibile. Un modo, da parte della Metrocity, per andare incontro alla società, che però tramite le parole di Ballarino ha denigrato il centro sportivo per le disastrose condizioni in cui vige. Al bando semestrale seguirà ora quello pluriennale. E qui casca l’asino. “Da qui a fine mese il settore della Città Metropolitana pubblicherà il bando nuovo, pluriennale, con durata da capire. Dovrà preservare sostenibilità e progettualità. Non dovrebbe essere esclusivo della società amaranto, per permettere un utilizzo a 360 gradi della struttura”, ha detto Versace.

“Padel e ristorazione al Sant’Agata”: ma davvero?

Ma dove sta il problema? Versace ha fatto intendere che durata pluriennale significherà di qualche anno, magari tre o quattro, non di certo le concessioni ventennali di prima. La domanda sorge spontanea e per questo è stata posta dal conduttore: a chi conviene investire per un bene gestito solo per qualche anno? Qui Versace prova a districarsi, barcamenandosi in ipotesi davvero fantasiose. La Città Metropolitana le pensa davvero? Ecco cosa ha detto Versace.

“Se nella parte bassa del Sant’Agata venissero realizzati campi di Padel, che sappiamo possano essere realizzati non in tempi eccessivamente lunghi, quello potrebbe essere un introito diretto per la società che andrebbe a gestirlo. Oppure un investimento sulle energie rinnovabili, che possa finanziare i costi fissi importanti che hanno avuto le società nel tempo, immaginare di avere tutta la parte bassa con dei pannelli solari potrebbe essere un investimento. O anche, ad esempio, di investire sulla ristorazione. Ecco perché immaginiamo di aprirlo alla città”.

Ha detto questo. Sì, ha detto questo. Non è una certezza, è solo un’idea. Ma l’intenzione fa già intendere che tipo di direzione potrebbe prendere l’argomento. La Città Metropolitana vuole che il Sant’Agata sia sostenibile. E, per farlo, sarebbe anche disposta ad accettare la presenza di attività che nulla hanno a che fare con il calcio e con la crescita dei giovani. Versace ha fatto intendere che, anche se tra qualche anno dovesse essere fatto un nuovo bando, magari vinto da un’altra società, queste attività permanenti potrebbero permettere di mantenerlo dal punto di vista economico.

Certo, andiamo a mangiare una bella pizza al Sant’Agata. Una diavola? Una napoletana? Per i bambini facciamo wurstel e patate. L’idea del padel, poi, ancora peggio. Uno sport che ha preso piede anche in città ma che è puro passatempo e che per nulla gioverebbe al calcio e alla principale società cittadina. Che toglierebbe spazio a essa e al settore giovanile. Senza dimenticare che da nord a sud Reggio Calabria è già piena di campi di padel. L’altra ipotesi, invece, credo faccia leggermente arrabbiare. Non noi. Versace ha parlato anche di immaginare pannelli solari affinché il centro si mantenga con l’energia rinnovabile.

Il progetto sulle energie rinnovabili era stato programmato da Myenergy nel business plan

Forse sbagliamo, forse ricordiamo male, ma nel business plan dell’altra cordata – Bandecchi, Myenergy e reggini – non era proprio previsto un mantenimento delle strutture Sant’Agata e Granillo con l’energia rinnovabile? Un’idea, innovativa e all’avanguardia, proprio dei giovani emergenti di Myenergy, ora passati alla Viola. A settembre non andava bene? Erano meglio i 10 mila al Granillo previsti dalla Fenice?

Cosa ne penseranno i vari Perrotta, Missiroli, Belardi?

Speriamo che quelle di Versace, e quindi della Città Metropolitana e di tutti gli addetti ai lavori – leggasi politicanti reggini delle amministrazioni attuali – restino solo ipotesi. Speriamo che non si pensi davvero di trasformare il Sant’Agata in altro. Se qualche imprenditore non reggino ha provato ad avvicinarsi alla Reggina in questi anni, è stato soprattutto per un centro sportivo che, a oltre 30 anni dalla sua creazione, continua ad essere invidiato quantomeno da Firenze in giù. Non vogliamo metterci nei panni – ascoltando le parole di Versace – di chi il Sant’Agata lo ha pensato, ideato e costruito, con tanti sacrifici, trasformando una discarica in un gioiello che ha dato lustro e risultati. Non vogliamo entrare nei pensieri, soprattutto, dei vari Simone Perrotta, Ciccio Cozza, Simone Missiroli, Nicolas Viola, lo stesso Nino Barillà, Giovanni Di Lorenzo, Giandomenico Mesto, Emanuele Belardi. Per loro il Sant’Agata era davvero casa, lì sono diventati prima uomini e poi calciatori.

Dopo tutti gli avvenimenti nefasti di questi mesi sul fronte Reggina non rovinate – e ve lo chiediamo per favore – anche una delle poche strutture esistenti e tutt’ora invidiate di questa città.

Il pensiero (stizzito) di Leggende Amaranto

Sull’argomento, abbastanza stizzita, si è espressa anche l’Associazione “Leggende Amaranto” su Facebook. “Parrebbe, come si evince dalle parole di Versace, che il Centro Sportivo Sant’Agata sarà trasformato in una multiproprietà con annesse attività di ristorazione e Padel.
Pizzeria e padel. Al Sant’Agata. Ma esattamente cosa abbiamo fatto di male per meritare tutto questo?”, ha scritto.

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