La protesta degli agricoltori si intensifica: bloccata anche la Jonio-Tirreno | FOTO LIVE

La protesta degli agricoltori si allarga anche alla provincia di Reggio Calabria: disagi al traffico, ma i cittadini condividono le ragioni dei manifestanti

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  • Foto Danilo Loria / StrettoWeb
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Continuano le proteste degli agricoltori che lamentano le politiche dell’Unione Europea che stanno penalizzando il settore agricolo. La protesta è partita in Germania, Paesi Bassi e Belgio e da lì ha contagiato tutt’Europa, raggiungendo anche Francia e Italia. In Calabria gli agricoltori hanno bloccato per giorni la SS106 Taranto-Reggio Calabria nel catanzarese e nel crotonese. Oggi la protesta si è estesa nel reggino: i manifestanti hanno bloccato la Jonio-Tirreno, la strada a scorrimento veloce che collega la piana di Gioia Tauro alla locride. L’importante arteria provinciale è chiusa al traffico con uscita obbligatoria a Cinquefrondi per chi arriva dalla jonica. La polizia stradale è sul posto a regolare il traffico bloccato dai manifestanti in corteo con i trattori agricoli.

La protesta degli agricoltori sta dilagando in tutto il Paese: i trattori hanno raggiunto varie zone d’Italia. Nessuna bandiera, solo quella italiana. All’uscita del casello A1 in Val di Chiana a Bettolle, sono partiti i primi caroselli. I trattori a passo d’uomo hanno raggiunto l’uscita del casello e hanno percorso la rotonda. Una manifestazione pacifica, che ha causato, per il momento alcuni solo rallentamenti del traffico. Presenti sul posto le forze dell’ordine. “Io sono un agricoltore fin da piccolo – afferma Mario Mori agricoltore senese – il prodotto italiano non e’ tutelato, mentre i costi aumentano a dismisura. Il nostro olio e’ venduto allo stesso prezzo dell’olio spagnolo.” La protesta, hanno annunciato, durera’ cinque giorni e i coltivatori chiedono un incontro al governo.

Agricoltori in protesta anche in Liguria

Protesta degli Agricoltori anche in Liguria. Una trentina di persone e una dozzina di trattori sono arrivati dalla Vallescrivia al casello autostradale di Busalla, sulla A7 Genova-Milano. Al momento non si registrano disagi al traffico. Le proteste sono partite dalla Francia e sono arrivate anche in Italia per dire no ai tagli agli incentivi dell’Unione Europea. Nei giorni scorsi si erano registrati momenti di tensione al casello di Orte, sull’A1, dove i trattori hanno tentato di bloccare la circolazione sull’autostrada, ma le forze dell’ordine sono intervenute impedendo il blitz.

La protesta degli agricoltori in Sardegna

Pastori e agricoltori davanti al porto di Cagliari con i trattori per protestare contro le politiche dell’Unione europea sulle produzioni nelle campagne sarde. “Volevamo manifestare da tempo – ha spiegato all’ANSA Alessio Pilia, agricoltore – ma la protesta degli amici francesi ci ha convinto a fare sentire la nostra”. Protesta dura e lunga: “Staremo qui almeno per cinque giorni – annuncia – sino a quando non avremo qualche segnale positivo”. Il mondo delle campagne chiede che le politiche dell’Unione europea dettino regole armonizzate con le esigenze dei coltivatori e allevatori sardi. Per il momento davanti all’ingresso del porto ci sono una trentina di mezzi agricoli e circa 300 persone, ma si attendono ancora altri manifestanti. Molti appartengono al Movimento pastori sardi e a un comitato denominato “Riscatto agricolo”. Attualmente non è stato attuato alcun blocco di merci e mezzi all’ingresso dell’Ufficio delle dogane ma la situazione di potrebbe cambiare nelle prossime ore con l’arrivo di rinforzi dall’entroterra. Un trattore espone un cartello con la scritta “Ridateci il nostro futuro”. Un altro mezzo agricolo porta una bara e un altro un necrologio per rappresentare la morte dell’agricoltura in Sardegna.

Situazione critica in Francia

Oggi, per il secondo giorno, gli agricoltori francesi stanno bloccando le strade strategiche intorno a Parigi, determinati a dimostrare di poter resistere se le “nuove misure” presentate in giornata dal governo deluderanno, ma la minaccia di bloccare il mercato di Rungis fa discutere all’interno il movimento. Un convoglio di 200 trattori, partito da Agen verso il mercato di interesse nazionale (MIN) di Rungis, è tornato sulla A20 dopo essere stato bloccato in precedenza sulla stessa autostrada dai gendarmi, secondo quanto riporta la prefettura di Indre. A Rungis sono schierati veicoli blindati della gendarmeria in modo che il vasto mercato all’ingrosso, il centro alimentare dell’Ile-de-France, potesse funzionare, su richiesta del governo. “Il nostro obiettivo non è far morire di fame i francesi, ma nutrirli”, ha dichiarato martedì a Europe 1 Arnaud Rousseau, presidente del primo sindacato agricolo, la FNSEA. Bloccare Rungis, secondo lui, “non è una buona idea”: “Se non vogliamo più il dialogo, e se vogliamo solo violenza, allora non sarà tra noi”, ha aggiunto all’indomani di un incontro durato più di tre ore con il primo ministro Gabriel Attal, che ha invitato ad andare “oltre” rispetto alle prime misure di emergenza annunciate venerdì. A più di una settimana dal primo blocco stradale in Occitania, che ha dato il via al movimento il 26 gennaio, gli agricoltori hanno trascorso la notte sui loro trattori dopo aver iniziato lunedì pomeriggio il blocco delle autostrade vicino alla capitale e ad altre grandi città, sulle A1, A4, A6, A13… Il sito di monitoraggio del traffico nell’Ile-de-France, Sytadin, elenca un centinaio di chilometri di ingorghi accumulati.

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