Ddl salva-ineleggibili bocciato da 10 franchi tiratori, governo Schifani in crisi

Sicilia, aria di crisi per il governo di Renato Schifani: ddl bocciato da 10 franchi tiratori e Fratelli d'Italia diserta la riunione di Giunta

StrettoWeb

Sono dieci i franchi tiratori del centrodestra che hanno votato contro il disegno di legge cosiddetto salva-ineleggibili, proposto da Fratelli d’Italia, bocciato dall’Ars con 34 voti contrari e 30 favorevoli. Dal foglio delle presenze emerge che i deputati di maggioranza presenti in aula al momento della votazione erano 39: contro il testo di legge hanno votato 34 parlamentari, l’opposizione poteva contare su 24 presenti.

Oltre al deputato Pd Dario Safina assente perché coinvolto nei giorni scorsi in una inchiesta della Procura di Trapani e sottoposto all’obbligo di dimora, non erano presenti Giovanni Burtone (Pd), Carlo Gilistro e Jose Marano del M5s, Davide Vasta di ScN (uscito dall’aula al momento della votazione) e il capogruppo della Dc Carmelo Pace. A supportare la richiesta di voto segreto sono stati 8 deputati del Pd, due di Sud chiama Nord e il parlamentare di FdI Giuseppe Catania.

Aria di crisi per la maggioranza di Schifani

C’è chi profila una crisi di governo in Sicilia. Gli assessori di FdI stanno disertando la riunione di giunta convocata dal presidente Renato Schifani per la nomina dei manager della sanità. Da due ore i deputati di FdI, compresi i rappresentanti nell’esecutivo, sono riuniti a Palazzo dei Normanni, dopo che 10 franchi tiratori nel pomeriggio hanno votato contro la norma salva-ineleggibili proposta dai meloniani. Stamane FdI aveva avuto rassicurazioni dagli alleati sul buon esito della votazione. Ma l’Ars ha bocciato il ddl: 34 contrari e 30 favorevoli. L’opposizione in aula poteva contare. Al netto delle assenze, 24 parlamentari.

Centrodestra a pezzi

Le prime avvisaglie di una frattura dei partiti di maggioranza, in realta’, erano gia’ emerse la scorsa settimana durante i lavori in prima commissione per via delle le criticita’ evidenziate nella relazione degli uffici legislativi dell’Ars. Pur non escludendo una modifica delle cause di ineleggibilita’ e incompatibilita’ dei deputati dell’Assemblea regionale siciliana, sottolineano gli uffici, la norma deve avere un “effetto pro futuro” priva di “effetti retroattivi” in contrasto con “i principi espressi dalla Corte costituzionale”. Inoltre, la necessita’ di rendere di rendere immediati gli effetti della legge, avrebbe obbligato a una forzatura, poiche’ le norme in materia di elezioni dei deputati dell’Assemblea regionale siciliana,sono soggetti “alla procedura rinforzata” che prevede un referendum entro tre mesi dalla pubblicazione della delibera in Gurs”. La soppressione di quest’ultimo passaggio si sarebbe tradotta, la conclusione dei tecnici, in “un vizio procedurale della legge cosi’ approvata, vizio sindacabile dal giudice delle leggi, a seguito di una questione di legittimita’ costituzionale sollevata in via principale dallo Stato o promossa in via incidentale nel corso di un giudizio comune”. Al momento del voto in commissione, il testo aveva avuto solo tre parlamentari favorevoli: due di Fdi e uno del Mpa. Si erano astenuti invece i componenti in quota Dc e Forza Italia, mentre e’ stata netta fin da subito la contrarieta’ dei partiti di opposizione(Pd- M5S-Scn). Le tensioni sono proseguite ieri in aula quando, fallito il tentativo di FdI di invertire i temi all’ordine del giorno – votare prima la “salva ineleggibili” e subito dopo la riforma delle Province – i deputati del partito di Giorgia Meloni hanno abbandonato Sala d’Ercole dopo il ‘no’ di alcuni pezzi della maggioranza. I lavori sono stati sospesi e rinviati a oggi pomeriggio, quando e’ andato in scena lo stesso copione, nonostante la presenza, durante la discussione generale, del presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, che di mattina aveva persino convocato un vertice per serrare le fila del centrodestra. E’ stata, pero’, una Caporetto, con il governo andato sotto e una visibile rottura tra FdI-Mpa da un lato e Dc-FI-Lega dall’altro. E adesso a rischiare e’ la riforma che reintrodurra’ l’elezione diretta dei presidenti delle Province, rinviata in commissione “per approfondimenti”, ha comunicato oggi il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, e che sara’ nuovamente incardinata martedi’ prossimo.

Festeggiano le opposizioni

Questa maggioranza ormai in frantumi ha provato per l’ennesima volta a far passare una norma inaccettabile per salvare gli ineleggibili, meno male che ci abbiamo pensato noi dell’opposizione a salvare la dignità del parlamento siciliano. Resta la figuraccia politica del presidente Schifani che non si è fatto vedere durante l’esame della finanziaria a Sala d’Ercole ma si è presentato oggi per assistere alla sua maggioranza che sgretolava sul ddl salva-ineleggibili“. Così Michele Catanzaro (Pd) Cateno De Luca (Sud chiama Nord) e Antonio De Luca (M5s).

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