Salvini a Palermo per il processo Open Arms: “ho reso un servizio al Paese, Conte era d’accordo”

Insieme all'avvocato Giulia Bongiorno, Matteo Salvini si è presentato davanti al tribunale di Palermo per il processo Open Arms che lo vede imputato

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Matteo Salvini è arrivato intorno alle 10:30 di stamattina nell’aula bunker dell’Ucciardone a Palermo per il processo Open Arms. Con lui c’è l’avvocato Giulia Bongiorno. “Qui tribunale di Palermo, pronto a prendere parola nell’aula bunker al processo che mi vede rischiare 15 anni di carcere per avere, da ministro dell’Interno, difeso la sicurezza e i confini del mio Paese. A testa alta, orgoglioso di quello che ho fatto“. Lo ha scritto su Instagram Matteo Salvini a corredo di un video che lo riprende mentre entra nell’aula bunker dell’Ucciardone per il processo Open Arms in cui è imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio.

“Con il mio Governo nessun morto in mare”

Ho l’orgoglio di dire che quando fui ministro dell’Interno non ci fu alcun episodio luttuoso riferito a migranti, a differenza di quanto avvenuto dopo. La politica del Governo era di contrasto al traffico degli esseri umani e di coinvolgimento dell’ Europa”. Lo ha detto Salvini, rendendo dichiarazioni spontanee davanti al tribunale di Palermo per aver negato lo sbarco a 147 migranti soccorsi in mare ad agosto del 2019 dalla nave della ong spagnola Open Arms.

Il ministro delle Infrastrutture sta parlando della politica sull’immigrazione seguita dal Governo giallo-verde “per chiarire – ha spiegato – che nella maggioranza c’era una politica condivisa sulla gestione dei fenomeni migratori che prevedeva il coinvolgimento delle istituzioni europee e che ebbe inizio con la vicenda della nave Aquarius che terminò con l’assegnazione del porto sicuro in Spagna e proseguì con la Diciotti che vide d’accordo tutti i colleghi di Governo“.

In sostanza Salvini rivendica che tutte le scelte fatte da ministro dell’Interno in materia di migrazioni erano condivise dall’esecutivo. Lo dimostrerebbero le prese di posizione, alcune citate dal leader leghista, dell’allora premier Conte e dei ministri Di Maio e Toninelli che rivendicarono come collegiali le decisioni prese “avendo come priorità la salvaguardia della vita umana“.

“Ho reso un servizio al mio Paese: sbarchi ridotti del 90%”

Ho reso un servizio utile al paese e mi faccio pienamente carico di quel che abbiamo fatto con risultati assolutamente mai raggiunti né prima né dopo non solo in termine di contrasto al traffico di esseri umani ma anche di vite salvate“, ha detto ancora Salvini . Il senatore del Carroccio ha ricordato che durante il Governo in cui era ministro dell’Interno gli sbarchi si sono ridotti del 90%. “Meno partenze significa meno morti meno drammi e meno soldi per trafficanti“, ha spiegato

Io tutelavo la sicurezza nazionale come dimostra il fatto che almeno tre episodi delittuosi in Francia, Germania e Belgio sono imputabili a persone sbarcate a Lampedusa. Al contrario di quel che sostiene qualcuno l’allarme terrorismo c’era. Quindi la particolare attenzione all’immigrazione irregolare era un obiettivo giusto“, ha detto ancora.

“Conte cambiò idea per motivi politici”

Conte ha condiviso tutte le scelte di politica migratoria tranne quella relativa alla Open Arms e questo si spiega facilmente se si pensa che tra l’8 e il 9 agosto si era aperta la crisi di governo con la mozione di sfiducia al premier”, ha precisato Matteo Salvini. Secondo il senatore, dunque, il mutamento di posizione dei 5Stelle dipese solo dalla volontà del Movimento di rompere con il governo giallo-verde. “In tutte le centinaia di episodi precedenti – ha spiegato Salvini – ci sentivamo al telefono per le varie questioni. Con Open Arms, invece, Conte iniziò un carteggio. Il 14 agosto per la prima volta mi scrisse riferendosi ai minorenni a bordo e invitandomi a prendere le decisioni conseguenti. Noi rispondemmo a Ferragosto mentre coordinavamo le forze pubbliche in un patto anticamorra“.

Il 16 il presidente del Consiglio tornò a scrivere – ha raccontato – contestando le mie scelte, il 17 noi rispondemmo: un comportamento epistolare che rappresenta la cesura politica che ora mi porta qua sul banco degli imputati. Per i 5 Stelle quello che ho fatto con la Diciotti andava bene, quel che ho fatto con la Open Arms no, ma la verità è che il problema era politico“.

“Non risultavano emergenze a bordo”

Non ho mai rifiutato lo sbarco quando c’erano situazioni sanitarie di emergenza documentate. Nel caso Open Arms io ero rassicurato dai rapporti dell’Usmaf che non ci fossero emergenze a bordo. E comunque lo sbarco, di lì a breve, ci sarebbe stato e non solo perché avevamo raggiunto accordi sulla redistribuzione“, ha precisato Salvini rispondendo alle domande del tribunale.

Noi seguivamo l’evolversi della situazione ma fummo rassicurati sul fatto che non c’erano situazioni di allarme“, ha ribadito. “Non sapevate che c’erano stati casi di migranti che si erano lanciati in mare?“, ha chiesto il presidente del tribunale Roberto Murgia.Non era la prima volta“, ha risposto Salvini. “Che non fosse la prima volta non è tranquillizzante“, ha replicato il giudice che ha chiesto al senatore leghista se, all’epoca del caso Open Arms, avesse valutato la possibilità di violazioni delle leggi sul soccorso in mare. “Certo – ha risposto – fu una valutazione che facemmo e stabilimmo che era stato fatto tutto secondo le convenzioni internazionali“.

Open arms, Iezzi (Lega): “difendere i confini non è reato”

Solidarietà al vicepremier e Ministro Matteo Salvini, oggi a Palermo per l’udienza Open arms. Siamo orgogliosi di Salvini e del suo operato al Viminale. Difendere il nostro Paese a partire dai confini nazionali non può essere un reato“. Così in una nota il deputato della Lega Igor Iezzi.

Open Arms: Ravetto (Lega), “sostegno a Salvini”

Sostegno al vicepremier e ministro Matteo Salvini, oggi a Palermo per l’udienza sull’Open Arms. Difendere il proprio Paese non dovrebbe essere considerato un crimine. Siamo fieri di Salvini“. Così la deputata della Lega Laura Ravetto.

Open Arms, Camps: “mi aspetto giustizia dal processo a Salvini”

Dal processo mi aspetto che sia fatta giustizia e che Matteo Salvini risponda alle conseguenze delle sue azioni perché sono state personali“. Così il fondatore di Open Arms Oscar Camps ai giornalisti prima dell’udienza nell’aula bunker dell’Ucciardone.

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