Sicilia: gli incendi che devastarono l’Isola nel 2023, da Roma no all’emergenza nazionale

Incendi in Sicilia, da Roma no all'emergenza nazionale: "non è lo Stato in cui mi riconosco"

StrettoWeb

La decisione della Protezione civile nazionale, che dipende dal ministro Nello Musumeci, nel negare lo stato di emergenza nazionale in Sicilia dopo gli incendi della scorsa estate che causarono 6 morti e danni ingenti, sta procurando enorme scalpore ed una forte bufera politica.

Le parole di Cocina e Curcio

“Non condividiamo e troviamo ingiustificato il rigetto della richiesta dello stato di emergenza per gli incendi che dal 23 luglio hanno colpito la nostra Isola”. E’ quanto afferma Salvatore Cocina, capo della Protezione civile regionale, per esprimere tutta la contrarietà al provvedimento. Con una nota a firma del capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, infatti, viene sottolineato come “pur comprendendo il disagio determinatosi in conseguenza degli eventi, gli stessi dovranno essere fronteggiati nell’ambito dei poteri e delle competenze attribuiti dalla normativa vigente alle Amministrazioni e agli Enti ordinariamente preposti”. Secondo Curcio “sulla base della documentazione fornita e degli esiti dei sopralluoghi tecnici, pur riscontrando numerose situazioni di disagio, prevalentemente temporanee, e di puntuali danneggiamenti, si è valutato che gli eventi non siano tali da giustificare l’adozione di misure che trascendono le capacità operative e finanziarie degli enti competenti in via ordinaria”.

Schifani: “non è lo Stato in cui mi riconosco”

“Uno Stato che nega ai cittadini il risarcimento di un danno di pubblico dominio, subito per colpe o eventi altrui, e lo fa sulla base di cavilli procedurali non applicati prima, non è lo Stato in cui mi riconosco. Uno Stato che viene meno al principio della leale collaborazione dei suoi vari livelli, così come previsto dall’articolo 120 della Costituzione, non è lo Stato in cui mi riconosco”. Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, a seguito del mancato riconoscimento, da parte del dipartimento nazionale di Protezione civile, dello stato di emergenza per gli incendi che hanno colpito l’Isola nello scorso luglio. “Contrasteremo – prosegue Schifani – questo ingiusto provvedimento in ogni sede amministrativa, giudiziaria, istituzionale e politica”.

Musumeci convoca le due Protezioni Civili

“Ho convocato per mercoledì a Roma i direttori dei dipartimenti della Protezione civile nazionale e regionale per un riesame della pratica relativa agli incendi estivi in Sicilia, nel tentativo di trovare una possibile soluzione – afferma il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci -. I due direttori, Fabrizio Curcio e Salvo Cocina, già da agosto si confrontano sul tema, ma senza trovare una intesa – mi riferiscono gli uffici romani – per carenza di documentazione da parte della Regione. Diverso invece il discorso sulle altre calamità: solo nel 2023, infatti, all’Isola sono state destinate da Roma risorse per circa 94 milioni di euro. Il difetto sta nella relativa norma del Codice di Protezione civile, che va rivista, assieme ad altri adeguamenti. Ci stiamo lavorando e presto la cambieremo“, conclude Musumeci.

Pd: “buon risveglio a Schifani e Musumeci”

“Già ad ottobre avevamo denunciato la discriminazione operata dal Governo Meloni nei confronti della Sicilia e il mancato riconoscimento dello stato di calamità conseguente agli incendi. Con mesi di ritardo oggi assistiamo alla confessione di Musumeci ed al solito intollerabile scaricabarile. La verità è che la Sicilia ed i siciliani non trovano spazio nell’agenda del governo. Da luglio solo comunicati e promesse di intervento ma nessun atto concreto. Anzi il governo Meloni bocciava a più riprese le nostre proposte per intervenire finanziariamente. Che differenza con la solerzia, giusta, per ristorare i danni nelle altre regioni. Solo oggi, cioè 6 mesi dopo i roghi, Musumeci convoca un tavolo tra gli uffici di Roma e Palermo”. Così in una nota i parlamentari del Pd Anthony Barbagallo e Antonio Nicita. “Solo oggi, ripetiamo 6 mesi dopo i roghi, Schifani si indigna e si ricorda di essere al governo della Sicilia. C’è da sperare che, una volta svegliatosi, il governatore non conceda il bis rispetto alla vicenda dello scippo per i fondi del fsc e che, dopo le bellicose dichiarazioni, non si appiattisca ubbidiente ai desiderata di Roma e del governo centrale. Intanto da sei mesi la Sicilia aspetta. Aspettano le aziende danneggiate, aspettano i comuni, aspettano le famiglie che hanno perso la casa. Ma
certo, non c’è fretta. Alla fine parliamo solo della Sicilia“, conclude la nota.

Cateno De Luca: “Musumeci inconcludente”

“Ma qualcuno si è accorto di un ministro della repubblica di nome Nello Musumeci? Ecco perché non ha senso chiedere le sue dimissioni, non se ne accorgerebbe nessuno”, è quanto afferma Cateno De Luca. “Inconcludente da Presidente della Regione Siciliana ed altrettanto inutile da Ministro della Protezione Civile. Come può affermare un ministro della repubblica che è da sei mesi che cerca di far dialogare il direttore generale della protezione civile nazionale con quello della regione siciliana ma ancora non ci è riuscito? Ecco perché la Sicilia è ridotta così”, conclude De Luca.

M5S Sicilia: “danneggiati dagli incendi estivi, Meloni e Musumeci li scaricano vergognosamente”

“L’ennesimo schiaffo alla Sicilia da parte di un governo nazionale che, con l’inerzia complice di Schifani, sta distruggendo la Sicilia. La verità è che le vere calamità per la nostra isola non sono solo gli incendi e le alluvioni, quanto gli esecutivi che ci governano a livello regionale e nazionale. Stanno distruggendo la Sicilia, se non vanno a casa per noi sarà la fine”. Lo affermano il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca e il collega, coordinatore regionale M5S Nuccio di Paola, a commento “dell’incredibile e vergognoso no da parte di Roma e, quindi di Musumeci che ha la delega alla Protezione Civile, allo stato di emergenza nazionale per gli incendi di questa estate che hanno causato morti e messo in ginocchio famiglie e imprese”.

“Questo ennesimo colpo a tradimento nei confronti della Sicilia – dicono i due deputati – non fa che confermare quanto realmente conta la parola di Schifani a Roma: zero. Lo si è visto anche nelle passate occasioni, non ultima la vicenda del furto dei fondi fsc per lo sviluppo dell’isola per destinarli al ponte, con tanto di finta protesta di Schifani cui è seguito il nulla. Il copione anche oggi sembra ripetersi: Roma colpisce a morte la Sicilia e Schifani fa finta di indignarsi, ma c’è da giurare che anche in quest’occasione fra qualche giorno tornerà a tacere”.

“Indigna particolarmente – conclude Antonio De Luca – il comportamento di Musumeci che quando era presidente della Regione scaricava sul governo nazionale la colpa dei suoi insuccessi e ora che è ministro la scarica sul governo regionale e segnatamente sul direttore Cocina al quale proprio lui assegnò la responsabilità di dirigere la protezione civile regionale”.

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