La SS106 Taranto-Reggio Calabria, considerata la “strada della morte“, diventerà nei prossimi anni una vera e propria autostrada con i maggiori crismi di sicurezza e modernità. Lo prevedono i provvedimenti del governo Meloni, che ha stanziato investimenti senza precedenti per ammodernare le infrastrutture del Sud Italia. Infatti la Legge n. 197 del 29 dicembre 2022 in cui è contenuto il Bilancio di previsione pluriennale dello Stato per il triennio 2023-2025, ha già previsto l’enorme cifra di tre miliardi di euro per trasformare la SS106 da una statale a un’autostrada (due carreggiate con due corsie per ogni senso di marcia) da Sibari a Catanzaro.
Negli anni successivi si procederà da Catanzaro a Reggio Calabria, per un investimento complessivo di 15 miliardi di euro: una cifra superiore al costo del Ponte sullo Stretto. Altro che “cattedrale nel deserto“, quindi: il Governo sta investendo somme senza precedenti in tutte le strade minori e nelle zone svantaggiate dell’estremo Sud, proprio nell’ottica di determinare uno sviluppo economico mai visto prima per il meridione, come alternativa alle politiche assistenziali delle mancette che hanno caratterizzato gli ultimi decenni (dal posto fisso al reddito di cittadinanza).
Nella mappa dell’ANAS (a corredo dell’articolo) possiamo vedere le fasi dei lavori della nuova SS106: i tratti prioritari sono Sibari-Rossano e Catanzaro-Crotone, che saranno i primi ad essere completati. Con questi interventi, la Calabria – per cui si prevede anche l’alta velocità ferroviaria lungo la fascia tirrenica fino a Reggio – diventerà una Regione servita da infrastrutture adeguate ai propri bisogni di crescita economica e sviluppo sociale, sempre più interconnessa nelle proprie realtà produttive interne e con quelle delle Regioni limitrofe. Una svolta storica che questa Regione ha atteso per troppo tempo e che adesso finalmente è realtà.