Travaglio cita StrettoWeb e la Calabria, dove siamo tutti assassini

Il giornalista del Fatto Quotidiano Marco Travaglio ha citato StrettoWeb dopo l'intervista a Monteleone su Rosa e Olindo: per lui in Calabria siamo tutti assassini

StrettoWeb

“Citati dal Fatto. ‘Mmazza che bello!”. Accento romano, noi che siamo reggini, ‘ndranghetisti e assassini. Tutti. Noi che siamo calabresi, ‘ndranghetisti e assassini. Tutti. “Citati dal Fatto. ‘Mmazza che botta!”. Una battuta, poche righe. Tutta colpa di Antonino Monteleone. Sarà ‘ndranghetista e assassino pure lui? Eh beh, certo: è reggino, è calabrese! E poi c’è Marco Travaglio. Lui è di Torino. Là la ‘ndrangheta non c’è. E neanche gli assassini. Cosa ci accomuna? E’ giornalista, come noi e come Monteleone. Che avevate capito? No, lui non è reggino, non è calabrese, non è ‘ndranghetista e neanche assassino.

Tutta colpa di Antonino Monteleone per il caso Rosa e Olindo

Travaglio oggi in prima pagina sul Fatto Quotidiano ha citato StrettoWeb. Eh già. “‘Mmazza che risveglio!”. In prima pagina, oh! “Monteleone: ‘Rosa e Olindo cittadini onorari di Reggio Calabria appena scarcerati'” (StrettoWeb, 21.1). Casomai la Calabria fosse a corto di assassini”. Così ha scritto Travaglio. Eh già. Siamo già tutti assassini, che non ce li prendiamo altri due? Qui sappiamo come si trattano, qui sappiamo come si devono comportare.

Tutta colpa di Monteleone, dicevamo. Ha detto – nell’intervista concessa a StrettoWeb – una bugia, una falsità. Come si è permesso di dire che “i più feroci critici della nostra iniziativa giornalistica sono di sinistra perché non vogliono che si metta in discussione la magistratura: dicono che è qualcosa di demagogico, di populista, di destra! Ma come gli viene in mente? La revisione è frutto di una conquista democratica, come contraltare alle norme dittatoriali del regime fascista!”. Questo ha detto, sto assassino. Oh, non è un’offesa, eh, è che sei di Reggio Calabria. Anzi, Calabbria.

E poi ha detto ancora: “è tutta colpa della politica: prima Tangentopoli, poi l’era di Berlusconi, così la giustizia è stata trasformata in qualcosa da vivere come se fosse una religione. La giustizia è quindi stata considerata immune da ogni critica, e questo si ripercuote su tutto, anche sulla cronaca, anche sui poveri disgraziati. Quando ho raccontato le anomalie della strage di Erba ho ricevuto un’enormità di critiche tutte da persone di sinistra che non riuscivano a mettere in discussione una sentenza della magistratura italiana, perché erano stati abituati dalla politica a considerare le sentenze come dei precetti religiosi”.

Che nessuno si indigni: facciamolo per Gravina, Cellino e la Figc

Che nessuno, e dico nessuno, si permetta di indignarsi per questa breve frase sulla prima pagina del Fatto Quotidiano. Un giornale nazionale che tra l’altro dice il vero: a Reggio Calabria siamo tutti assassini. E ‘ndranghetisti. Io faccio parte di una generazione di assassini. Anche perché lo siamo tutti. I miei genitori ce l’hanno nei segni particolari: hanno ammazzato un centinaio di persone. E sono scarsi, eh. Qui si viaggia a medie migliori. Ho uno prozìo – non l’ho mai conosciuto –  dicono sia tra i massimi esponenti. Ha anche una pagina Wikipedia. Ce li ha tutti sotto. A chi ne ha ammazzati pochi, solo qualcuno ogni tanto, qui in Calabria danno il bonus pistola. Altro che psicologo e banchi a rotelle. Ma in tv non “cielodicono”. Hanno paura.

Vi raccomando, quindi, non vi indignate. Al massimo arrabbiatevi se vi dicono che in Calabria ci sono tante brave persone. E poi, non è che possiamo indignarci per troppe cose contemporaneamente. Ora siamo arrabbiati con Gravina, la Figc e Cellino. Ci “perculiamo” Catanzaro e Cosenza perché noi “ce l’abbiamo più lungo” e da noi quest’anno – a differenza loro, che non hanno niente – faranno la sagra del tozzo di pane con tonno in scatola. Non avete capito che siamo tutti uguali, in fondo. Siamo tutti assassini.

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