Ustica: scoperta nel Villaggio dei Faraglioni una fortificazione di oltre 3000 anni fa

Un nuovo affascinante capitolo della storia del Mediterraneo accresce l’interesse per un insediamento archeologico che, nel corso di decenni di studi e scavi, ha restituito un ricco e sofisticato patrimonio di reperti, testimoniando l’esistenza nella piccola isola di Ustica di una comunità evoluta e benestante, la cui esistenza fu bruscamente interrotta intorno al 1200 a.C. da un evento naturale o antropico ancora avvolto dal mistero

  • L'isola di Ustica (Sicilia, Italia) con l'indicazione dei principali rilievi e pianure. I punti colorati segnano le fasi dei principali insediamenti preistorici.
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    Il villaggio dei Faraglioni dell'Età del Bronzo Medio a Ustica e il lungo muro difensivo ad arco. (Foto da drone di V. Ambrosanio, 2022). Il rettangolo arancione individua l'area di indagine GPR, mentre il poligono verd
  • A sinistra) struttura esterna e a destra) struttura interna della Torre n. 12
  • Rovine di abitazioni preistoriche a ridosso del muraglione che cinge il Villaggio della Media Età del Bronzo (1400 - 1200 a.C.) a Ustica.
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    Pannello di sinistra) Profili ERT (linee gialle continue). Pannello di destra b) Profili GPR (linee rosse continue) acquisiti durante l'indagine geofisica. Il riquadro rosso nel pannello di sinistra indica la posizione
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StrettoWeb

Un’importante scoperta derivante da indagini geofisiche condotte nel “Villaggio dei Faraglioni”, l’antico insediamento sull’isola di Ustica risalente all’Età del Bronzo Medio (Sicilia), getta nuova luce sulle tecniche di costruzione delle strutture difensive nella preistoria del Mediterraneo.

Lo studio è stato realizzato da un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), in collaborazione con il Parco archeologico di Himera, Solunto e Iato della Regione Siciliana, l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, l’Associazione Villaggio Letterario di Ustica, il Laboratorio Museo di Scienze della Terra di Ustica (LABMUST), l’Università degli Studi di Siena, il Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università di Trieste e il Ministero della Cultura.

I risultati della ricerca ‘Unveiling a hidden fortification system at “Faraglioni” Middle Bronze Age Village of Ustica Island (Palermo, Italy) through ERT and GPR prospections’, sono stati recentemente pubblicati sulla rivista scientifica internazionale Journal of Applied Geophysics e rivelano dettagli su una struttura antemurale lunga quanto le mura di cinta principali del Villaggio dei Faraglioni, rafforzando così l’ipotesi di un sistema difensivo articolato e sofisticato.
“Il Villaggio dei Faraglioni prosperò tra il 1400 e il 1200 avanti Cristo, in un tratto di costa aggettato sul mare nella parte settentrionale dell’isola”, spiega Domenico Targia, direttore del Parco Archeologico di Himera, Solunto e Iato. “Ritenuto dagli archeologi uno degli insediamenti mediterranei meglio conservati della sua epoca, era caratterizzato da un ordinato piano urbanistico con decine di capanne costruite ai margini di strette stradine e da un possente muraglione, lungo 250 metri e alto fra 4 e 5 m, che cingeva l’abitato per difenderlo da attacchi e razzie”.

La campagna di ricerche, che ha coinvolto geologi, geofisici, architetti e archeologi è partita dall’esigenza di studiare con tecniche non invasive alcune strutture semi- sepolte che emergono a tratti sul terreno esterno al muraglione difensivo.

“Abbiamo portato a Ustica degli strumenti scientifici utilizzati dai ricercatori dell’INGV per l’esecuzione di prospezioni geofisiche quali il georadar (GPR) e la tomografia elettrica (ERT). Grazie ad essi, è stato possibile localizzare con accuratezza e in maniera totalmente non invasiva le fondazioni profonde della struttura antemurale lunga quanto il muraglione, che svolgeva le funzioni di primo sbarramento difensivo”, aggiunge Vincenzo Sapia, ricercatore dell’INGV.

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