Uno spettacolo straordinario. Ieri sera al PalaCalafiore di Reggio Calabria per il big match del campionato di serie B Interregionale tra la Myenergy Viola e il Virtus Kleb Ragusa c’erano oltre tremila spettatori: una cornice d’altri tempi per il basket reggino, come non si vedeva da molti anni. Merito della società neroarancio che ha trascinato il pubblico in una stagione straordinaria: ecco perchè, nonostante la sconfitta, l’entusiasmo resta.
La squadra adesso è terza in classifica a -4 dall’Orlandina, a -2 dal Ragusa, a +2 da Sala Consilina ma soprattutto a +6 dalle altre inseguitrici che significa avere la quasi matematica certezza di disputare i playoff per la promozione a cui accedono le prime quattro. Per non farcela dovrebbe succedere un cataclisma: la Viola arriverà con ogni probabilità tra le prime quattro anche se dovesse incredibilmente perderle tutte, alla luce degli scontri diretti tra le altre. In ogni caso, vincendo domenica prossima a Rende arriverà la matematica certezza dell’accesso ai playoff per la promozione.
Un risultato importante per la squadra neroarancio che sta affrontando un campionato ultra competitivo con tante avversarie ambiziose. Ma anche la Viola è una società gloriosa e nobile che non può certo pensare di disputare diversamente questo tipo di torneo, che è interregionale appunto, la quarta serie del Basket nazionale. La Viola è abituata a ben altri palcoscenici: lo dimostra la storia, lo dimostra il pubblico che ieri ha gremito il PalaCalafiore facendo tremare Ragusa in più occasioni.
Sempre sotto nel punteggio, sono bastati un paio di canestri agli spettatori per trascinare i neroarancio alla doppia rimonta da -10 alla parità nel secondo e nel quarto quarto. Nel finale la Viola è stata addirittura a +1 dagli avversari e ha sprecato due attacchi che avrebbero ribaltato la partita: proprio in quel momento i ragazzi, presi dall’eccessiva foga, hanno affrettato le giocate (addirittura un tiro da tre su marcatura stretta) quando bisognava giocare col cronometro e provare una più semplice penetrazione.
Ma questa Viola ci ha abituato così da inizio stagione: è l’irruenza della gioventù, l’entusiasmo di una squadra che gioca libera da tatticismi. Croce e delizia di un organico talentuoso ma inesperto guidato da un allenatore alla sua prima stagione in carriera dopo aver allenato soltanto giovanili. E’ ovvio che nei playoff servirà una marcia in più: è vero che la Viola ha già dimostrato che se la può giocare con tutte, ma tra “giocarsela” o “far faticare le big” e “vincere” c’è una differenza abissale. E’ vero, con Ragusa la differenza ieri è stata di tre punti: un canestro. E all’andata la sconfitta è arrivata all’overtime. Anche la sconfitta con l’Orlandina nel girone d’andata è arrivata per un canestro (anche lì tre soli punti), mentre quella casalinga con Sala Consilina è stata più pesante. In ogni caso la Viola arriva ai playoff con due sole vittorie e quattro sconfitte negli scontri diretti: così partirà con appena 4 punti, dietro l’Orlandina che ne ha già 8 e può arrivare a 10 se batte Sala Consilina, dietro Ragusa che ne ha 6 e alla pari con Sala Consilina che ne ha 4 ma può andare a 6 se batte l’Orlandina nello scontro diretto.
Le altre avversarie saranno le prime quattro dell’altro girone del Sud: già qualificata Molfetta, ne mancano tre tra Angri (quasi qualificata), Monopoli, Salerno, Avellino e Corato. La situazione dell’altro girone è più ingarbugliata e quindi è ancora presto immaginare quali saranno i punti negli scontri diretti, non conoscendo le quattro squadre qualificate e alla luce dei tantissimi scontri diretti delle ultime tre giornate. Molto dipenderà proprio dalle ultime tre partite: Molfetta – ad esempio – fin qui ha perso solo con Corato, ma le ultime tre le giocherà con Salerno, Angri e di nuovo Corato. E’ ancora prematuro stilare la classifica di partenza del torneo dei playoff, ma di certo la Viola – oltre a blindare la qualificazione domenica prossima a Rende – deve iniziare ad attrezzarsi per quelle 8 partite con le pugliesi e le campane che si riveleranno decisive per accedere poi alla fase finale, quella ad eliminazione diretta, con i Quarti di Finale possibilmente da una posizione avvantaggiata per non beccare subito un avversario troppo difficile.
La Viola adesso deve alzare l’asticella. I tifosi lo hanno fatto ieri sera in tremila al PalaCalafiore, una cornice che ha impressionato tutti: da coach Cigarini all’ex Gaetano (e se tornasse a Reggio l’anno prossimo per vincere la B?) che hanno rilasciato dichiarazioni particolarmente eloquenti sulla bolgia neroarancio. “Qui a Reggio è come stare in Serie A. Non c’è paragone. Anche a Ragusa, una piazza in cui c’è grande tradizione di pallacanestro, viene tanta gente al palazzetto, però qui è tutta un’altra cosa. Mi perdoneranno i tifosi ragusani” ha detto Gaetano, mentre il coach ha detto: “Devo fare i complimenti al pubblico, un 10 e lode: si è mosso un popolo, 3000 persone non so dove si vedano. Sono stracontento. Un applauso immenso a questa gente“.
Gente che si sta riavvicinando al basket dopo molto tempo grazie ad un progetto valido e ambizioso: adesso è giunto il momento dello scatto decisivo. Siamo a febbraio, tra un mese inizierà la fase determinante. L’arrivo di Myenergy ha dato alla società neroarancio quel carburante di gioventù, entusiasmo e soprattutto liquidità che serviva per tornare grandi: lo sappiamo tutti che la Viola l’anno prossimo giocherà in serie B e punterà alla promozione in A2, ma riuscirci con una promozione sul campo anziché dover poi trovare una soluzione burocratica e amministrativa fa la differenza. Significa fidelizzare questi tremila spettatori, significa partire con un carico enorme di pubblico ed entusiasmo per la prossima stagione. Significa mettere il primo tassello di una nuova storia bellissima. E per farlo non bisogna soltanto giocarsela, con le big, ma bisogna batterle. Tante volte. Bisogna arrivare almeno tra le prime quattro (ma l’ideale sarebbe tra le prime due), nel girone del playoff per avere un avversario non proibitivo almeno ai Quarti. E per farlo bisogna andare a vincere a raffica in Puglia e in Campania. Poi bisogna vincere gli scontri diretti nella fase finale. Bisognerà battere di nuovo l’Orlandina, probabilmente bisognerà superare lo scoglio Ragusa. Che ha sudato tantissimo, forse mai con nessuno così tanto, ma alla fine con la Viola ha vinto due volte all’andata e al ritorno. Ed è questa l’asticella che bisogna alzare: a marzo e aprile con le big bisogna vincerle se non tutte quasi, almeno sei nel playoff e poi inevitabilmente altre sei nella fase finale. Con le squadre più forti del Sud Italia. Forse serve un altro top-player, magari un play; più difficile dare tattica e raziocinio ad un gruppo così talentuoso ma molto giovane. Di certo c’è che la Viola deve rinascere e in questa categoria non c’entra affatto: il club ha lavorato egregiamente, ha fatto le cose bene e per gradi, ha risvegliato l’entusiasmo neroarancio che in città si era spento da tanti anni. Adesso serve qualcosina di più.