Clamoroso, ma fino a un certo punto. Se sei il primo degli eletti del PD, con oltre 1.200 voti; se sei uno dei fedelissimi del Sindaco, ovviamente ti “brucia”, e anche tanto. Il riferimento è all’ex Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Reggio Calabria Rocco Albanese, escluso da Falcomatà dopo l’ultimo rimpasto di Giunta susseguente al suo ritorno in seguito alla sospensione per il Processo Miramare.
Rocco Albanese è solo l’ultimo di una lunga serie di personaggi legati al Sindaco che ora non le mandano a dire. Da Angela Marcianò agli ex Vice Sindaci Perna e Neri, tanto per fare qualche nome, ora anche l’ex Assessore tuona contro Falcomatà, Irto e il PD. “Dopo 59 anni di politica in prima linea, sono costretto mio malgrado a lasciare il PD. Ma non lascio la politica, che è la mia vita”, precisa Albanese in un’intervista a Gazzetta del Sud.
Albanese: “mi hanno preso in giro fino all’ultimo”
“Nel 2024 non pensavo che il PD non tenesse conto della storia e del merito delle persone, tuttavia ho capito che la priorità del PD reggino e calabrese è solo quella di fare quadrare i conti tra le correnti al suo interno. Ho lavorato per anni per fare qualcosa di buono per la città e la gloria del giovane sindaco, ma non è servito. Ogni sacrificio è stato calpestato, ogni sforzo cancellato. Mi hanno preso in giro fino alla fine“.
Albanese: “io ho lavorato duro, mentre Mimmo Battaglia…”
Albanese è un fiume in piena, fa nomi e non si nasconde: “Rocco Albanese era sacrificabile per salvaguardare gli interessi di Irto e Falcomatà. Io ho raccolto voti per far rieleggere il Sindaco, ho lavorato duro, mentre Mimmo Battaglia, che ha preso il mio posto in Giunta con la benedizione del PD, stava alla finestra e non muoveva un muscolo. Ma evidentemente lui fa parte della corrente giusta”.
Falcomatà e Irto, soprattutto, coloro da cui l’ex Assessore è rimasto più deluso: “mi sono sentito maggiormente tradito dal Sindaco Falcomatà e dal senatore Irto. Lo scorso 31 dicembre, il sindaco mi chiamò per firmare l’accettazione come assessore, gli risposi che non potevo perché mi doveva dare il via libera il partito. Nello spazio di pochi giorni tutto è cambiato. Ho chiesto un incontro al PD ma nessuno mi ha risposto. Poi, dopo che stata varata la nuova Giunta, mi ha chiamato Falcomatà per dirmi che gli dispiaceva molto ma che per me non c’era posto nell’esecutivo e tuttavia mi avrebbero tutelato con un altro incarico. Ma non c’è stato nessun incarico, si sono dimenticati di me”.
I lavori sul Ponte Calopinace
Anche se non è più Assessore, Albanese parla di alcuni cantieri di cui si è occupato in prima persona. Come quello, uno dei più discussi, del Ponte sul Calopinace: “i ritardi sono dovuti al blocco del finanziamento regionale – ha detto – però avevamo imboccato la via giusta. L’impresa appaltatrice è in procinto di riavviare i lavori. E’ stato concordato con l’impresa un nuovo cronoprogramma per il completamento dei lavori entro la fine del prossimo mese di luglio”.
Il figlio di Albanese: “le maschere le lasciamo ai vigliacchi del PD”
A rincarare la dose su questa vicenda, il figlio dell’Assessore. Vincenzo Albanese, infatti, sui social posta l’intervista del padre al quotidiano e poi scrive: “fiero di te papà, sei un politico con la P maiuscola. Le maschere le lasciamo ai vigliacchi del PD. La sincerità è uno stile di vita non alla portata di tutti”.