Come giocherebbe oggi la Reggina se i calciatori in attività non fossero mai andati via

Ecco una formazione della Reggina se i calciatori ancora in attività, e passati dallo Stretto negli ultimi anni, non fossero mai andati via

StrettoWeb

Un gioco, niente più di un gioco. Ci divertivano, fino a un po’ di tempo fa. Le grafiche, il calciomercato, i grandi nomi. Si fantasticava, e con noi utenti e lettori. Presi da un “raptus nostalgico”, e alla luce delle recenti performance dei tanti ex Reggina sparsi tra Serie A e B, abbiamo pensato: come giocherebbe oggi la squadra amaranto se tutti i calciatori passati dal Granillo – e ancora in attività – non fossero mai andati via dallo Stretto?

Utopia, ovviamente. Perché si dovrebbe parlare di una Reggina ancora “viva” (in tutti i sensi), di un entusiasmo contagioso, della Serie A. Sì, perché una squadra del genere – quella da noi composta – per forza di cose dovrebbe giocare in Serie A. Obiettivo? Magari lo stabiliamo insieme. C’è qualche grande nome. Forse si lotterebbe per la salvezza. O forse no, magari per qualcosa in più. Ci sono tanti giocatori “recenti”, ma anche qualche eccezione – tra nostalgia e identità reggina – con calciatori dell’ultima era Foti (avrete capito bene chi).

Portiere e difesa

Iniziamo il nostro gioco dalla retroguardia. Modulo: 4-4-1-1 col rombo. Il portiere non può non essere Turati, l’unico che gioca in Serie A. Due anni fa l’esplosione in riva allo Stretto, poi la promozione col Frosinone, di cui difende i pali nel campionato attuale.

I due terzini sono roba abbastanza conosciuta. Quasi un colpo al cuore a leggerli ancora lì, a distanza di qualche mese: Di Chiara a sinistra e Pierozzi a destra. Il primo non è in Serie A, ma presto ci andrà, con il Parma. Tre stagioni importanti a Reggio, punto fermo di ogni allenatore e protagonista di una crescita importante che lo ha portato ad essere perno insostituibile di Inzaghi. Altro pupillo, dall’altro lato, Pierozzi, esterno a tutta fascia completo e in grado di difendere e segnare. Piacevole scoperta della scorsa stagione, la sua prima in B, questa estate è tornato alla Fiorentina, prima di passare in prestito alla Salernitana, in cui è titolare. Siamo sicuri che la Serie A non la perderà più.

In mezzo, il top del top, con una leggera forzatura. Ci perdoneranno i tifosi e ci perdonerà anche lui, ma capirà. Come difensori centrali abbiamo scelto infatti Acerbi e Di Lorenzo, campioni d’Europa con l’Italia. Inutile stare a presentarli e altrettanto inutile approfondire il loro passato a Reggio Calabria. E, ovviamente, non perché non lo meritino, ma perché hanno raggiunto un successo tale che rimangono noti e amati anche dalle parti dello Stretto. Ci soffermiamo invece sulla “forzatura” di cui sopra. Di Lorenzo gioca ormai da anni a destra, ma è stato anche braccetto ai primi anni alla Reggina. Essendoci Pierozzi, abbiamo preferito “scalare” lui in mezzo, per esperienza, al fianco di un altro difensore che ha quasi sempre giocato a 3. Ma tant’è: è un gioco e tale rimane, purtroppo per i tifosi della Reggina.

Centrocampo

Il centrocampo è a 4, a rombo. Il mediano è un altro nostalgico dell’era Foti, l’ultimo simbolo “reggino” della Serie A dopo il ritiro di Missiroli e la scelta di Barillà. Il riferimento è a Nicolas Viola, protagonista della promozione del Cagliari e ora altrettanto protagonista di alcuni punti pesanti dei sardi di Ranieri, in lotta per la salvezza. Un professore, dalla tecnica sublime, che forse avrebbe meritato una carriera ancora più importante. Reggino e figlio del Sant’Agata, lo piazziamo davanti alla difesa.

Le mezz’ali giocano sempre in Serie A, sono giovani e di recente sono passate sul taccuino dei tabellini: Fabbian e Bondo. Il primo è un centrocampista, ma forse solo sulla carta. Attacca la porta come un Inzaghi qualunque e al Granillo ne sappiamo qualcosa. Capocannoniere l’anno scorso degli amaranto, quest’anno è passato al Bologna via Inter, ma non ha perso il vizietto. Rivelazione della squadra di Thiago Motta, che sogna la Champions. L’altro è un insospettabile, ma forse solo per noi. Bondo è arrivato sullo Stretto un anno fa, in prestito dal Monza. Poche presenze, ma in cui aveva fatto intravedere della qualità. Dinamico, veloce, al Monza c’è rimasto e ha anche castigato il Milan domenica, con un super-gol valso il nuovo sorpasso sui rossoneri, quello del 3-2.

Sulla trequarti piazziamo uno dei giocatori più forti passati dalla Reggina negli ultimi anni, tecnicamente parlando: Hernani. Piede vellutato, giocava a un tocco con Menez. E poi gran tiro da fuori, tanti assist, giocate da stropicciarsi gli occhi. E, come tanti altri, il rammarico di non averlo potuto vedere ancora dal vivo a “danzare” sul prato del Granillo. Ora sta “danzando” al Tardini insieme a Di Chiara, protagonista di un Parma che andrà ben presto in Serie A.

Attacco

Qui c’è minore margine di scelta. Gli attaccanti passati di recente da Reggio Calabria sono in Serie C, qualcuno in B, qualcuno svincolato e qualcuno ritirato, se pensiamo ai vari Corazza, Denis, Galabinov, Gori, Montalto. Però possiamo schierare quella che è ormai diventata una seconda punta, un trequartista atipico, un Fabbian ma con più potenza e progressione: Folorunsho. Al suo primo anno in Serie A con mister Baroni, che a Reggio lo ha fatto esplodere, a Verona sta dimostrando che nel calcio dei grandi ci può stare eccome. E si sta abituando a castigare le grandi. Dopo il gran gol a San Siro, un’altra perla rara sabato al Bentegodi contro la Juventus: un gol al volo da corner da cineteca.

La punta? Un nostalgico: Stuani. E’ l’unica scelta fuori dall’Italia, ma ci sta tutta. Sia per la morìa di centravanti nelle serie maggiori – come spiegato su – sia perché in Spagna gioca da anni ai massimi livelli e riesce ancora a lasciare il segno, anche se avanti con l’età. Lillo Foti ci aveva visto lungo, nel 2008, ma una serie di circostanze sfortunate lo hanno portato fuori dallo Stretto. Il buon Lillo, però, aveva ragione, come dimostrano le caterve di gol in Liga. E ora Stuani, con la sorpresa Girona, contende lo Scudetto al Real Madrid dei Galacticos.

Ecco, dunque, la formazione completa; l’undici che ad oggi giocherebbe così se “il mondo si fosse fermato”; se non ci fossero stati due fallimenti; se la Reggina avesse vissuto gli ultimi dieci anni tra Serie A e B; se non avesse venduto nessuno dei talenti passati dallo Stretto. Una squadra niente male.

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