Fenice, Praticò: “mettersi da parte? Un po’ eccessivo. E Cozza…”

Le parole del dirigente della Fenice Amaranto Giuseppe Praticò su marchio, risultati, obiettivo e la vicenda Cozza

StrettoWeb

Il dirigente della Fenice Amaranto Giuseppe Praticò è stato ospite di Video Touring. Non sono mancati messaggi duri dagli utenti, a cui quest’ultimo ha risposto. “Stravincere l’anno prossimo o mettersi da parte? Mi pare un po’ eccessivo”, ha detto, parlando poi della questione marchio e denominazione. “Più volte la società ha detto che i prossimi passaggi saranno riappropriarsi di marchio e denominazione quando si verificheranno le condizioni. Bonanno tempo fa si è sbilanciato sul marchio? Diciamo che si stanno seguendo gli sviluppi per capire cosa potrà succedere, tanto dipenderà dall’udienza del 26”.

Sempre tornando alla denominazione, Praticò ha ripercorso il nastro di quando alla guida della società c’era il padre Mimmo. “Noi abbiamo avuto il marchio in concessione, abbiamo cambiato la denominazione in URBS Reggina entro il 20 giugno 2016 e questo è avvenuto grazie alla concessione fattaci dall’allora curatela del fallimento. Ci ha concesso il marchio e poi abbiamo preso il Sant’Agata, partecipando al bando. Le cose erano slegate. La denominazione è un aspetto federale riportato nelle NOIF”. E quando gli fanno notare che potrebbe esserci il rischio di avere la denominazione ma che qualcuno compri il marchio, Praticò dribbla: “ci fu un caso simile, con l’acquisto del marchio AS Reggina, e allora è passato in silenzio”.

In merito a risultati e obiettivi, aggiunge. “Questa società ha ambizione e piedi per terra. Dopo 5 anni di illusione siamo sprofondati nella depressione. Dopo un periodo un po’ così, ora l’ambiente si sta ricompattando verso la normalità. Vincere il campionato? A stasera l’ambizione del club è di riportare già a giugno il professionismo, magari con un ripescaggio“. L’illusione di cui parla Praticò nasce quindi – andando a logica – con Gallo, soggetto a cui la società è stata venduta proprio dalla proprietà di cui Praticò era dirigente. Ma, soprattutto, l’illusione nei tifosi viene così alimentata proprio da lui quando continua a parlare di ripescaggio senza una percezione reale di quelle che possono essere le possibilità. Risicate, quasi nulle, come spiegato in un articolo di tempo fa con tanto di regolamento.

Infine Praticò chiude parlando della vicenda Cozza-tifosi: “sul tributo, si poteva fare. Anche lui magari avrebbe potuto fare un applauso alla Curva che l’ha sostenuto. Secondo me c’è stato un equivoco. Nessuno ce l’aveva con Cozza”.

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