Giorgia Meloni presente al monumento nazionale della Foiba di Basovizza, sul Carso triestino, per partecipare alla cerimonia solenne in occasione del Giorno del ricordo, istituito nel 2004 per “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. La Premier, accompagnata da Tajani, dal Ministro Sangiuliano, da Ciriani e da Abodi, ha affermato: “non possiamo dimenticare quello successo a cavallo della fine della Seconda guerra mondiale e le tante vittime innocenti che hanno pagato soltanto per essere italiane, qualcuno soltanto per essere cristiano”.
“Sono venuta molte volte qui, da ragazza quando farlo era essere additati, accusati, isolati. E sono tornata da adulta a celebrare finalmente quel giorno del ricordo che spazzava via una volta per tutte la congiura del silenzio che per imperdonabili decenni aveva avvolto la tragedia delle foibe e il dramma dell’esodo nell’oblio dell’indifferenza” ha aggiunto la Presidente del Consiglio.
“Siamo qui a chiedere ancora perdono a nome delle istituzioni di questa Repubblica per il colpevole silenzio che per decenni ha avvolto le vicende del nostro confine orientale e per rendere omaggio a tutti gli istriani i giuliano-dalmati per rimanere italiani decisero di lasciare tutto, case, beni, terreni per restare con l’unica cosa che i comunisti titini non potevano togliere loro e cioè l’identità”, ha aggiunto. Il “Treno del Ricordo” servirà “non per riaprire le ferite del passato, non per dividere ancora ma per chiudere un cerchio, per sanare quella vergogna e ricucire quel sentimento di solidarietà su cui ogni nazione si fonda” ha spiegato Meloni.
L’intervento di Tajani
“Non possiamo dimenticare quello successo a cavallo della fine della Seconda guerra mondiale e le tante vittime innocenti che hanno pagato soltanto per essere italiane, qualcuno soltanto per essere cristiano”, ha detto Tajani.
“Dimenticare sarebbe grave – ha sottolineato – si è cercato di farlo in passato, fortunatamente non è accaduto. E non devono più accadere le cose che sono successe qui, dobbiamo guardare al futuro e l’insegnamento è il miglior modo per onorare queste vittime innocenti. Quindi serve lavorare sempre per la pace, per costruire la pace. Rendere onore ai caduti però è un dovere – ha aggiunto – l’ho fatto quando ero presidente del Parlamento europeo, lo faccio oggi come ministro, ma lo faccio soprattutto come italiano”.
“A questi nostri compatrioti dobbiamo rendere onore, ci sono stati tanti carabinieri, finanzieri, guardie di pubblica sicurezza, qui c’è anche una lapide che ricorda un’intera di caserma di finanzieri, che con l’inganno sono stati portati qua buttati nella foiba. È una delle tante storie che dobbiamo ricordare, il loro sacrificio non deve essere vano. Bisogna lavorare – ha concluso – perché questo non accada mai più”.
Le parole del Sindaco di Trieste
“Negare questi fatti cercando di rimuovere il ricordo di un crimine, vuol dire commetterlo di nuovo”. E’ un passaggio del discorso del Sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, alla cerimonia solenne alla foiba di Basovizza nel Giorno del Ricordo. “In questo luogo – ha detto – dove ogni pietra è un lamento, con orgoglio e autentica commozione ringrazio a nome della città i parlamentari del centrodestra di questa regione che stanno discutendo e portando avanti nella Commissione affari Costituzionali della Camera una proposta di legge per la revoca di questa alta onorificenza al carnefice Tito. Al momento purtroppo, nonostante tutto ciò che la storia racconta, alcuni deputati della sinistra e centrosinistra ritengono ancora inopportuno togliere l’onorificenza a Tito”.
“Dico a queste persone che le foibe e l’Esodo sono una tragedia del nostro Paese, non di una parte. Chiedo a queste persone di fare parte di questo momento storico”. “Ricordo a queste persone – ha ribadito – che continuare a negare questi fatti cercando di rimuovere il ricordo di un crimine, vuol dire commetterlo di nuovo. Onore ai martiri delle foibe, onore ai nostri esuli. Viva Trieste, viva l’Italia, viva la verità”.