L’annuncio di Ryanair di attivare entro aprile otto nuovi voli da e per Reggio Calabria, cinque internazionali (Berlino, Barcellona, Tirana, Manchester e Marsiglia) e tre nazionali (Torino, Bologna e Venezia) è di quelle che devono far sorridere i calabresi, e non solo. Un indubbio successo che premia la lungimiranza del governatore Occhiuto e mette definitivamente a tacere le voci che avevano già previsto per lo scalo reggino un lento ed inesorabile declino, sentenziandone la imminente chiusura. Eppure parliamo di un aeroporto dalle enormi potenzialità, come ho avuto modo di illustrare più volte, anche in questa sede.
Certo, le condizioni orografiche al contorno hanno penalizzato l’aeroporto, causando restrizioni fin troppo severe che, negli anni, hanno suscitato non poche polemiche. Circostanza che, tuttavia, non ha mai impedito a diversi voli di servire regolarmente lo scalo reggino e che, come si è visto, di è potuta superare a partire dall’estate scorsa dopo aver affrontato il problema da un punto divista squisitamente tecnico, normando l’approccio alla pista e risolvendo una situazione non molto dissimile da decine di scali italiani, che funzionano perfettamente. Ricordiamo che lo scalo reggino è dotato di ben due piste, in grado di garantire l’atterraggio o la partenza degli aeromobili in qualsiasi condizioni di vento.
Rilanciare l’Aeroporto
La presenza di nuovi voli Ryanair su Reggio, come dicevamo, è il giusto premio per chi ha scelto di rilanciare l’aeroporto. Non soltanto per l’indubbia crescita di offerta di mobilità, ma per le conseguenze che la stessa comporta per il territorio, soprattutto dal punto di vista turistico, come dimostrano situazioni similari che hanno riguardato altre aree penalizzate dal punto di vista dell’accessibilità. Ne è un esempio la provincia di Trapani, storicamente afflitta da isolamento per la propria condizione geografica e che, a partire dai primi anni Duemila, ha potuto usufruire dell’aeroporto di Birgi, rilanciato proprio da Ryanair, con risultati straordinari.
Birgi ha conosciuto nel periodo 2008/2013 un ciclo di crescita pressoché inarrestabile, con una punta massima nel 2013 quando si registrò lo straordinario risultato di 1,8 milioni di passeggeri. Un ruolo di rilievo anche a livello regionale, mantenuto fino al 2018, anno in cui la miopia degli amministratori locali fece mancare gli incentivi che a fronte di pochi milioni di euro garantivano al territorio un ritorno di centinaia di milioni in termini di introiti turistici: Ryanair se ne andava e finiva in questo modo l’epoca d’oro in cui fra Marsala, Erice e S. Vito lo Capo (famosa per la serie televisiva Makari) spuntarono come i funghi, oltre ai semplici B&B, alberghi e resort, anche di lusso. Solo di recente, capita finalmente l’antifona, gli amministratori locali e la Regione siciliana si sono dati finalmente una mossa, con un contratto di co-marketing che ha riportato Ryanair a Trapani e lentamente Birgi ai livelli di 10 anni fa.
Una vicenda che deve servire da insegnamento per gli amministratori reggini che oggi fanno bene ad esultare, ma devono fare di tutto per mantenere alta l’attenzione delle compagnie low cost (non solo Ryanair) sul loro scalo. Che, rispetto a Trapani Birgi, ha ben altre prospettive, nell’ambito del sistema dei trasporti nel suo complesso, non soltanto aerei e non soltanto calabresi. L’aeroporto Tito Minniti è chiamato infatti “Aeroporto dello Stretto” a dimostrazione che chi lo ha progettato non aveva pensato soltanto a Reggio Calabria ed alla sua provincia.
Abbiamo già accennato, in questa sede, delle potenzialità future dello scalo, che vanno ben oltre il bacino di utenza reggino. L’aeroporto, infatti, è servito da una stazione ferroviaria realizzata sulla linea a doppio binario Reggio Calabria-Melito di Porto Salvo. E’ già possibile, sfruttando i sistemi di trasporto esistenti, collegare rapidamente l’aeroporto a tutta l’area metropolitana reggina, da Rosarno a Roccella Ionica; con un minimo di coordinamento fra i sistemi esistenti (ad esempio treno+aliscafo) potrebbe già essere disponibile un collegamento in tempi accettabili anche con Messina.
Ponte sullo Stretto
Ma con la realizzazione del Ponte sullo Stretto, che secondo i programmi potrebbe essere in esercizio nel 2032, si attiverebbe la cosiddetta metropolitana dello Stretto: un sistema di trasporti pubblici che, sfruttando la futura realizzazione del Ponte, collegherà Reggio a Messina in pochi minuti, avendo come terminal meridionale proprio la stazione ferroviaria a servizio del Minniti. L’aeroporto sarebbe raggiungibile in mezz’ora al massimo dal centro di Messina, ancora meno dalle aree settentrionali della città, servite dalle stazioni intermedie. Rendendo effettivo il ruolo pensato per lo scalo dai suoi progettisti: essere l’aeroporto della più grande area metropolitana meridionale a sud di Napoli.