“Il Ponte di Salvini”: la follia democratica e la Schlein che deposita un esposto in Procura

La nota stampa del Pd di Villa San Giovanni che, incomprensibilmente, continua a fare del Ponte sullo Stretto una battaglia politica

StrettoWeb

I Democratici alzano il livello del confronto sul Ponte di Salvini. La Schlein deposita un esposto in Procura contro il “Ponte”“. Inizia così una nota stampa del Pd di Villa San Giovanni che, incomprensibilmente, continua a fare del ponte una battaglia politica a discapito del territorio. Un comunicato stampa che, di seguito, pubblichiamo integralmente affinché si comprenda la follia toccata da alcuni esponenti nel Pd nel voler combattere contro un’opera fondamentale per il territorio. Una follia osteggiata dagli stessi compagni di partito, tanto da portarli a dire “questo non è più il mio partito”.

Si può risuscitare una Società in liquidazione e sforare ogni budget per mantenerla?
Si può fare finta di aggiornare malamente un progetto – quello della “campata unica” – già bocciato dai gruppi tecnici di lavoro dei ministeri competenti?
Si può evitare di fare una nuova gara europea per affidare di nuovo “l’appalto” a un consorzio di imprese in causa con lo Stato?
Si può abolire il “dibattito pubblico” su un’Opera così impattante sui territori?
Si può negare l’accesso agli atti ai parlamentari?
Si può respingere il diritto di indennizzo per la reiterazione dei vincoli di esproprio?
Si può tacere sulla Valutazione di Impatto Ambientale?
Si possono confondere i cittadini con cifre a caso, sempre nuove, sulle ricadute lavoristiche legate alla Grande Opera?
Si possono “commissariare” di fatto due Città – Villa e Messina – cui e’ stato negato l’intervento partecipe, da protagoniste, in tutte le fasi di accelerazione del Ponte di Salvini?
Si può accentrare tutto l’iter di un’Opera così mastodontica nelle mani un solo “ministro”?
Quel “capitano” del Papeete pronto a utilizzare questo “potere di carica” per le esigenze elettorali della Lega Nord?
Possono la Calabria e la Sicilia patire la distrazione delle risorse del Fondo di Coesione e di Sviluppo – destinate a colmare le diseguaglianze tra Nord e Sud del Paese – per finanziare un “Ponte” pensato per foraggiare questa o quella grande impresa lombarda?
Tutte queste domande, questi dubbi, questi timori fondati, trovano spazio nell’esposto che il Partito Democratico di Elly Schlein, insieme ai Verdi e a Sinistra Italiana, hanno depositato presso la Procura della Repubblica di Roma.
Si alza, quindi, il livello del confronto sull’ Opera della Lega Nord, si chiede un intervento della Magistratura per diradare le nubi nere che oscurano da troppo tempo lo Stretto, che impediscono alle Amministrazioni civiche la piena operatività urbanistica e di pianificazione sui propri territori, che tacitano i cittadini costretti a subire inermi le follie ideologiche dei “Sipontisti” pronti ad ingannare le popolazioni, farneticando di sviluppo e crescita quando, in realtà, e’ già in corso l’assalto alla diligenza, lo scippo dei soldi del Sud Italia.
Ne’ Salvini, ne’ Meloni, ne’ Tajani, si occupano della salute dei cittadini dello Stretto:
non ci danno la mobilità locale degna di un Paese civile,
non ci danno il “Porto a Sud” di Villa,
non allontanano il traffico veicolare pesante dal centro cittadino,
non si occupano di monitorare il livello di inquinamento ambientale, non investono su traghetti “green”,
non potenziano la concorrenza verde e sostenibile sullo Stretto, pensano solo a “sventrare” Villa e Messina, a prosciugare i canali di Torre Faro e a “moltiplicare” gli ecomostri stile Cannitello, per fare contento Salvini e per tacitarlo su altri fronti cari a Meloni e agli altri “sfascisti” al Governo.
Da oggi anche la Procura romana è investita della questione; noi – a Villa, sui territori – non molliamo la presa e rilanciamo una nuova stagione di proposta e di protesta per il bene dello Stretto“.

Questa la nota stampa di Enzo Musolino, Segretario cittadino del Pd, dalla quale si evince come dell’opera non di occupino nessun suo detrattore entrando nel merito, ma solo per proclami preconfezionati di mera natura politica e di scontro. Come se con un territorio già così disastrato si potesse continuare a giocare al gioco del più forte e non lavorare in sinergia per il suo futuro e, finalmente, per il suo progresso.

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