Degli espropri in vista della costruzione del Ponte sullo Stretto si è detto tanto, forse troppo. Si tratta di una procedura ‘fisiologica’ in questi casi. Vantaggiosa per molti cittadini, tra l’altro. “Potremmo essere da supporto all’Aula con il nostro contributo – ha detto il sindaco di Messina, Federico Basile, durante un apposito tavolo tecnico – che vuol essere trasversale rispetto a temi come quello occupazionale, tecnico, degli espropri e delle ricadute economiche sulle nostre imprese”. “Ognuno di voi individui sollecitazioni e criticità, perché Messina non deve essere solo la città dove poggerà il Ponte, non sia spettatrice“, ha chiesto Basile a tutti gli attori coinvolti.
“A metà mese, a Palazzo Zanca o al Palacultura i tecnici della “Stretto di Messina” faranno vedere agli interessati tutte le tavole del progetto e in particolar modo quelle legate agli espropri – ha spiegato il vicesindaco Salvatore Mondello –. Sarà un appuntamento periodico che servirà ad avvicinare i cittadini ad una procedura che sarà piuttosto lunga e forse farraginosa“. “Capiamo le dinamiche degli espropri e sappiamo che arriveranno montagne di ricorsi. Ecco perché sono perplesso che, davvero, le opere possano partire a luglio prossimo. E allora, meglio aspettare qualche mese e poi non fermarsi più. Sarebbe intollerabile che ci sia uno stop dopo l’avvio“, ha precisato Mondello rivolgendosi ai professionisti presenti.
La proposta: un’apposita sede staccata del Tar o del Tribunale delle Imprese
A proporre una soluzione un po’ sopra le righe, in tema di ricorsi per gli espropri, è stato Paolo Vermiglio, presidente dell’ordine degli avvocati di Messina. “L’attività giudiziaria rischia di essere ingolfata dalla mole di istanze che potranno arrivare e che meritano risposte celeri – ha precisato l’avvocato –. Allora chiediamo che sia potenziato il comparto della giurisdizione per evitare che si crei un collo di bottiglia. Una cosa che si può ottenere è l’aumento della pianta organica dei magistrati, se non addirittura la realizzazione di una sede staccata del Tar o del Tribunale delle Imprese. Con tutto quel contenzioso, il nostro Distretto non sarebbe più paragonabile agli altri“.
Ponte sullo Stretto: le opere compensative
Nel corso del tavolo tecnico si è parlato delle opere compensative, ponendo particolarmente l’accento non su quelle utili e necessarie per raggiungere il Ponte, ma quelle che faranno da “cornice”, favorendo per Messina strutture utili allo sviluppo della città. Anche perché gli anni di cantieri dovranno essere ricompensati in qualche modo. “Dovremo stabilire nuove gerarchie – ha precisato il vicesindaco di Messina – perché quelle concordate nel 2011 sono desuete o sono già in corso di realizzazione da parte dell’amministrazione. E allora anche voi dateci proposte da presentare al tavolo“.
“Non un’opera edile ma un attrattore”
“Il tempo è poco, ma usiamo questo tavolo per fare arrivare il messaggio che i lavori non devono partire se tutto non è a posto – ha precisato Pietro Franza, presidente di Sicindustria Messina -. Ho la sensazione che c’è un’accelerazione in corso su ogni tipo di attività preparatoria, anche semplificando cose che hanno bisogno di essere approfondite. A tutto il mondo interessa che ci sia un collegamento fra Sicilia e Calabria al più presto possibile. A Messina deve interessare che quel Ponte sia anche bello, utile e inserito nel contesto con ricadute economiche permanenti, non solo per gli anni del cantiere. E allora battiamoci perché non sia solo un’opera edile, ma un attrattore“.
Attenzione per il territorio
Ivo Blandina, Presidente della Camera di Commercio di Messina, ha invece in mente di coinvolgere tutta l’area vasta della provincia, con uno studio che valuti l’impatto economico del Ponte sullo Stretto. Per Pino Falzea, Presidente dell’Ordine degli Architetti, occorre tenere ben presente che “grandi infrastrutture generano altre infrastrutture. Le opere temporanee diventino permanenti“. Del medesimo avviso, ovvero quello dell’attenzione verso il territorio, anche Salvatore Messina, presidente dell’ordine degli agronomi. “Le tabelle espropriative tengano conto anche dei nostri Doc coltivati sulle colline di quella zona e poi ci sia una pianificazione forestale che mitighi l’impatto di tutto quel cemento“, ha precisato Messina.
Ponte sullo Stretto, il progetto definitivo: consegnata la relazione aggiornata
E mentre a Messina ci si prepara ad accogliere l’opera più ampia che il Meridione d’Italia, e non solo, abbia mai visto, la relazione di aggiornamento del progetto definitivo del Ponte è arrivata sulla scrivania del Consiglio di amministrazione della società “Stretto di Messina”. Ora tocca al Cda esitarla entro pochi giorni e inviare gli atti al ministero dei Trasporti.
L’iter
Sarà poi la volta del ministro Salvini che dovrà convocare, massimo entro due settimane, la Conferenza dei servizi. Intanto sarà riavviata la procedura della Valutazione d’impatto ambientale (Via). L’iter andrà avanti ad aprile e maggio con l’istruttoria del Mit. Tra giugno e la fine di luglio ci sarà invece determinazione del Cipess, con la firma degli atti aggiuntivi e l’approvazione del progetto esecutivo. A quel punto sarà possibile dare il via alla fase di cantierizzazione, il cui tempo di inizio è stimato per agosto-settembre.
La relazione
Le tre centinaia di pagine di relazione di aggiornamento sono state messe a punto dai progettisti, insieme al Comitato scientifico. Il tutto sotto il coordinamento del geologo Alberto Prestininzi. Il Cda della società sarà costituita dal presidente, l’ing. Giuseppe Recchi, dall’amministratore delegato Pietro Ciucci e dai consiglieri, l’avv. Eleonora Maria Mariani, la docente universitaria siciliana Ida Nicotra, e l’avvocato calabrese Giacomo Francesco Saccomanno.
La progettazione definitiva, affidata al Consorzio Eurolink a guida Webuild, è stata messa a punto dalla “Cowi”, società danese capogruppo, e dalla “Ihi”, giapponese. Per stilarla si è partiti dagli elaborati del progetto preliminare firmato dall’architetto inglese William Brown. E Brown, morto da qualche anno, non era di certo l’ultimo arrivato, ma è tutt’ora il top degli ingegneri di ponti.
Dunque è tutto pronto: il futuro dello Stretto di Messina (e di tutta Europa) sta per iniziare.