Ponte sullo Stretto, Salvini denunciato: indaga la Procura. “Solo in Italia la sinistra dice no alle opere pubbliche”

Le dichiarazioni sul Ponte sullo Stretto del vicepremier leghista e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini

StrettoWeb

Un fascicolo di indagine, senza ipotesi di reato e indagati, è stato aperto dalla Procura di Roma dopo un esposto presentato dal deputato di Avs, Angelo Bonelli, dalla segretaria del Pd, Elly Schlein e da Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italia, in relazione al progetto sul Ponte dello Stretto di Messina. La denuncia di 9 pagine era stata depositata a piazzale Clodio il primo febbraio e riguarda “l’attività di progettazione e realizzazione” della infrastruttura.

Ma Matteo Salvini non demorde: il Ponte sullo Stretto si farà al cento per cento. “Solo in Italia si riesce a fare battaglia politica su un Ponte, su una galleria, sull’alta velocità. Il Ponte sullo Stretto serve a unire milioni di siciliani. È un diritto di milioni di italiani viaggiare più velocemente e inquinare di meno. Il Ponte, secondo le stime della società, creerà 120mila posti di lavoro in tutta Italia, compreso l’indotto“. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti a ‘Mattino Cinque News’ su Canale 5.

Mi hanno denunciato per questo – prosegue Salvini –. Il Pd ha fatto una denuncia alla Procura della Repubblica perché vogliamo fare il Ponte. Solo in Italia la sinistra riesce a dire ‘no’ alle opere pubbliche”, ha ribadito il vicepremier.

L’esposto: “gli atti del progetto del Ponte sullo Stretto non sono stati resi pubblici”

Nell’esposto che riguarda “l‘attività di progettazione e realizzazione” del ponte sullo stretto i parlamentari chiedono ai pm di chiarire perché Società Stretto di Messina S.p.A. (SdM SpA) “ha ritenuto di non rendere pubblici documenti fondamentali per l’entità del progetto e le procedure“. In particolare nell’atto finito all’attenzione dei pm si afferma che la società SdM SpA “ha opposto più volte diniego alle richieste di fornire” ai denuncianti “sia la relazione di aggiornamento al progetto, che l’atto negoziale, nonostante un componente del comitato scientifico avesse pubblicamente affermato di aver reso pubblica la suddetta relazione“.

Per i parlamentari il rifiuto “della SdM SpA, che con il Decreto viene costituita quale società in house, di consegnare documenti espressamente previsti dal decreto impedisce di esercitare un diritto ed un’azione di controllo e verifica. La SdM SpA si è rifiutata di consegnare l’atto negoziale che consentirebbe di verificare in quanto tempo la società Webuild ha raggiornato un progetto complesso, vecchio di 12 anni“.

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