Reggina, Taibi: “errori dall’interno…”. Il retroscena: “qualcuno fece cambiare idea a Saladini…”

L'ex Direttore Sportivo della Reggina Massimo Taibi torna a parlare della squadra amaranto: da Praticò a Gallo e Saladini

StrettoWeb

Massimo Taibi torna a parlare. A Radio Gamma No Stop, da Gianni Agostino, l’ex Direttore Sportivo della Reggina ha affrontato il passato in amaranto. Si parte dalla fine, dalla sua presenza a Fenice-Trapani di qualche mese fa. “Ero a Reggio perché dovevo vedere un po’ di persone in Sicilia, poi la sera dovevo essere a Salerno per vedere Pippo Inzaghi. Ho fatto combaciare la mia presenza per quella che all’epoca era una partita di cartello, quella col Trapani. Ringrazio il patron per l’omaggio. Reggio è sempre casa mia, l’affetto e l’amore non mi hanno stupito”.

Poi le vicende estive. “Io ero convintissimo di lottare per questa maglia, volevamo cercare in ogni modo di salvarla. Mi sento sempre in debito con questa piazza. Quello che posso fare è sempre poco rispetto a quanto ho ricevuto, anche da calciatore. Se ho rifiutato alcune offerte è perché ero convinto. Poi il dubbio che potessimo non farcela c’è stato, io potevo andarmene a casa ma per me era naturale lottare. Non rimpiango nulla, anzi, se dovessi tornare indietro lo rifarei. Certo, sarei più cattivo con delle persone all’interno che non ci hanno dato quello che mi aspettavo, ma questo ormai fa parte del passato”.

Reggina, Taibi: “dovevamo essere iscritti, ma in Italia le leggi…”

“A mio avviso, alla luce dei fatti dovevamo essere iscritti. Ma quando ho detto che ho avuto dei dubbi a un certo punto… guardiamo la situazione Chievo o altre simili. E’ l’Italia, dove le leggi non sono sempre state rispettabili. La Sampdoria ha fatto un piano di rientro legittimo, alla Reggina non è stato permesso, ma bisogna fare anche il mea culpa perché dall’interno hanno fatto qualche errore, di millantare e manifestare certe situazioni in cui sarebbe stato meglio stare zitti. Ha potuto, penso, suscitare la sensibilità di qualcuno”.

Taibi: “con Praticò fatta una squadra con pochissimi soldi”

Quando arrivai con Praticò non avevamo un giocatore, siamo partiti da zero, con i soldi finti. Con tutto il rispetto per la famiglia Praticò, abbiamo fatto una squadra con pochissimi soldi, con un milione di garanzie, che metti per l’iscrizione. Mi ricordo che per sforare di 50 mila euro, prima della partita di Trapani, meglio sorvolare… Era però una società di persone per bene, con Cevoli. A novembre la mia vittoria non è stata quella, ma quanto accaduto dopo con i calciatori che non volevano giocare. Io ho fatto l’aziendalista. Se io non sposto lo sciopero dei giocatori, che avevano appuntamento con i giornalisti, non entrava Gallo. Io l’ho spostato, dicendo che era un problema dei giornalisti, perché davo tempo a questo Gallo – che io non conoscevo – di entrare. Qualcuno dimentica che Taibi si è fatto in quattro. Se io fossi stato coi calciatori, loro sicuramente non avrebbero giocato”.

Reggina, Taibi si toglie qualche sassolino sulle plusvalenze

“Con Gallo abbiamo vinto un campionato anche se avevamo la 6ª squadra per monte ingaggi. E’ stato bravo mister Toscano, tutti, anche la società, Gallo che ci dava fiducia. E’ capitato anche che Gallo volesse spendere di più e io facevo meno. Ora dico anche delle cose, che siamo più sereni. Le plusvalenze. Prima di prendere Toscano è stato detto: ‘non mi interessa prendere i cartellini, io voglio solo vincere’. Ho solo comprato due giocatori io: uno è stato Rivas, 150 mila euro, e l’altro Giraudo. L’anno di Inzaghi potevamo vendere Rivas a 1,6 milioni, ma mi è stato detto di no, perché era utile. L’anno di Stellone abbiamo fatto 1,8 milioni di minutaggio, anche l’anno scorso. Io questa la chiamo plusvalenza. I triennali? Se vuoi un giocatore forte, per un anno non ti viene. E qui si voleva tutto e subito, il futuro era subito. Anche l’anno scorso, si parlava di progetto triennale ma per andare in Serie A”.

Quel cambio di passo di Gallo

Io Gallo lo reputo una gran persona, che ha messo il cuore e i soldi. Con lui erano mesi che parlavamo: ci eravamo incontrati in una linea, di ridimensionare e fare una squadra di giovani. Lui, che si diceva un megalomane, ha accettato. Lì arrivò Giraudo. Se non succede il casino, avrebbe intrapreso la squadra coi giovani. Non significa che coi giovani non vinci”.

Taibi: “qualcuno fece cambiare idea a Saladini”. E su Inzaghi…

“Idem con Saladini. All’inizio idea Stellone e i giovani. Poi qualcuno ha convinto Saladini a fare subito il salto. Quando qualcuno mi ha detto: ‘non spendere 8, ma 12’, allora ok. Perché io ti devo dire di non farlo? Se tu hai i soldi, chi sono io per dirti. La società non è fallita per i soldi, siamo stati pagati tutti fino all’ultimo. L’accordo con Saladini e il CdA, inizialmente, era di spendere 7-8 milioni per salvarci. Io avevo fatto l’accordo con Stellone per prendere tanti giovani. Dall’alto mi hanno comunicato, a cose fatte, che avevano già contattato Inzaghi. Io stavo andando via, ma rimango perché Inzaghi dice: ‘io non vi conosco, se c’è Massimo vengo’. Io Pippo l’ho chiamato perché ho pensato al bene della Reggina. Gli ho detto: ‘probabilmente io non resterò, ma sono persone serie, vedrai le persone e l’amore di Reggio’. Stellone è stato preso in giro, non da Saladini. Stellone è un ragazzo d’oro, gli ho detto che lo stavano provocando, si è dimesso perché aveva capito”.

La gestione Inzaghi

“E’ stato gestita male, Inzaghi è una persona onesta, innamorata del suo lavoro. Fino a dicembre Pippo è stato trattato come fosse Ancelotti. Da gennaio-febbraio si è ragionato da tifosi all’interno. Bastava dire a lui come stavano le cose. Avevamo il centrocampo più forte della Serie B, ma per mesi non avevamo gente che potesse sostituirli. Io avevo chiuso per Nicolas Viola, ma la cosa che contava era la sostenibilità”.

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