Non lo avete ancora fatto? E allora fatelo, subito. Andate a segnarvi la data. Quale? Quella di ieri. Il 15 febbraio 2024 è una giornata storica. Il 15 febbraio 2024 è una di quelle giornate che ricorderemo tra 10 o 20 anni. Come la prima promozione della Reggina in Serie A. Come il giorno del ritrovamento dei Bronzi di Riace. Sto esagerando? Il tempo lo dirà. Ma, a prescindere da come andrà, conta oggi, conta il presente, conta questa data storica. L’annuncio delle nuove rotte di Ryanair da e per l’Aeroporto di Reggio Calabria, con l’istituzione di una base proprio sullo scalo, rappresentano una potenziale svolta, una giornata spartiacque per la città dello Stretto. Conta oggi, quindi, nel ricordo di questa data, ma la svolta non è di certo per ora, ma per il futuro prossimo e – si spera – il più lontano possibile.
Anche i migliori sognatori si erano spenti nella Reggio degli ultimi anni, a seguito di diversi fatti che – uno dietro l’altro – hanno portato a immaginare un futuro negativo per Reggio Calabria. La situazione politica, la mancanza di visione, le infrastrutture ferme, i problemi sanità e rifiuti, l’emigrazione giovanile, lo scandalo Reggina. Ma per fortuna non dipende tutto e solo dalle Amministrazioni locali. C’è anche chi si muove, fuori città, a livello regionale e nazionale, e allora forse pensi che non è tutto perduto.
E così, se ieri è anche stato il giorno dell’approvazione dell’aggiornamento del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto – pure per questo è una giornata storica – se si parla di Alta Velocità e SS 106, se Ryanair è arrivata a Reggio Calabria, dobbiamo dire grazie ad altre persone. Ma non è questo il tempo delle sviolinate. E’ questo il tempo per far capire che se la politica si muove, è capace, crea rapporti, li costruisce, li coltiva, coglie i momenti giusti e guarda al futuro, non ci sono limitazioni, scuse, alibi di alcun tipo.
Ryanair a Reggio Calabria: smontati anni di bufale, ma ora si svolti
Anche le compagnie low cost potevano volare su Reggio Calabria. Anche Ryanair poteva atterrare all’Aeroporto “Tito Minniti”. Anni e anni di bufale, di luoghi comuni, leggende metropolitane, dicerie e alibi buoni solo alla mala politica sono state smontate, distrutte, con una mossa geniale. Un insegnamento nei confronti di chi ha sempre – e continua purtroppo ad essere così – preferito contrappore gli interessi personali, politici e di partito, a dispetto della crescita della città. Che nel frattempo muore. O, se preferite, moriva.
Si parla al passato, ma la nostra è una speranza. La giornata di oggi non cancella magicamente – purtroppo – anni bui. Non fa tornare i giovani reggini emigrati, non realizza infrastrutture in pochi minuti, non rimuove montagne di rifiuti dalle strade. Reggio Calabria continua a sprofondare nel suo declino ma oggi – sia ben chiaro – si può invertire clamorosamente il trend negativo. Non da solo, non in automatico, non per opera e virtù dello Spirito Santo, ma attraverso tutto ciò che è mancato fino ad oggi e che manca ormai da anni.
Reggio Calabria non ha più alibi. L’Amministrazione Comunale non ha più alibi. La Città Metropolitana non ha più alibi. I cittadini, dal primo all’ultimo, non hanno più alibi. E’ anche comprensibile lo scetticismo di qualcuno; è comprensibile che ci sia chi non ci crede e pensi che le immagini di oggi e ieri siano frutto dell’Intelligenza Artificiale, anche perché un evento di tale portata, alle nostre latitudini, mancava da troppo tempo, affogato in mezzo ai disastri di questi anni e la classe politica ha dato soltanto esempi negativi. Quindi fiducia gratis non ce n’è più per nessuno.
Oggi, però, c’è una seconda possibilità. O forse terza, quarta. Falcomatà ha parlato di primo, secondo e terzo tempo, tutti uguali. Questo sarà il 3.2. Sarà il terzo con la condizionale. Ma deve essere svolta vera. Reggio Calabria potrà far arrivare turisti da Manchester, Marsiglia, Barcellona, Tirana, Berlino, potrà aprirsi al mondo come faceva un tempo. Dovrà impegnarsi, dovrà sforzarsi, dovrà smetterla di specchiarsi pensando di essere la più bella, di avere il sole e il mare, di fare la guerra alle città limitrofe.
Reggio Calabria non è solo il centro: le sinergie con Messina, la Provincia, Gambarie, Jonica, Tirrenica e Piana
C’è una frase, del CEO di Ryanair Wilson, che mi ha colpito: quando dice che non conosceva Scilla, che ne è rimasto incantato, ma anche che non sapeva che in Calabria si potesse sciare. Ora, Eddie Wilson non è di certo nativo di Santa Venere, così come i suoi nonni non sono originari di Gebbione, però non sapeva tante cose e le ha scoperte venendo qui. Quanti, come lui, anche in Italia, non conoscono tanti luoghi del nostro territorio? E questo perché non si è lavorato alla promozione del territorio, non lo si fa più da anni. Le estati sono sempre più vuote, se si esclude qualche settimana di agosto per via dei Bronzi.
Ma Reggio Calabria non è solo Bronzi di Riace. Non è solo Lungomare, Castello, Duomo. Reggio Calabria è tanto altro. Ha un Comune che si estende da Bocale a Catona. Ha una provincia grandissima. E bellissima. Vogliamo far sì che sia collegata a dovere per chi arriva al “Tito Minniti”? Se Reggio Calabria fosse solo il centro, in qualche ora un turista la girerebbe tutta. Ma si può andare verso la Tirrenica. Si può andare a Scilla, Bagnara, Palmi. Lo si può portare a Chianalea e a vedere le Tre Croci. Si può andare verso la Jonica, a scoprire la bellezza della storia grecanica, di Pentedattilo, del Castello di Sant’Aniceto, di Siderno, Locri, Caulonia, Roccella. E si può andare nella Piana, si può far scoprire cosa nascondono le tradizioni e il buon cibo, si può far sapere che Taurianova è capitale italiana del libro. E non solo a noi. Ma a tutto il mondo. E poi ancora si può andare a Gambarie, per sciare – per chi come Wilson non lo sa – e guardare l’immensità dello Stretto mentre si affonda in mezzo alla neve.
Il primo passo è collegarsi alla Sicilia orientale, in attesa del Ponte sullo Stretto, con una intensa sinergia con Messina. Interessante l’idea Starbus e anche quella della carta d’imbarco da Messina verso chi deve andare all’Aeroporto, per favorire lo spostamento. Ma ora la palla passa all’Amministrazione Comunale. Se la Regione ha dato l’assist, con il supporto del deputato Cannizzaro, ora Comune e Città Metropolitana non possono stare a guardare. E’ finito il tempo dei selfie nei cantieri a promuovere opere che si sarebbero dovute concludere da tempo. Occorre fare i fatti e, soprattutto, non far scappare Ryanair, arrivata non perché Reggio Calabria è diventata improvvisamente attrattiva, ma per una mossa politica studiata e forzata dal Presidente di Regione.
La compagnia irlandese ha parlato di nuove rotte in inverno, ha firmato un accordo di tre anni e ha detto che non andrà via, che questo è solo l’inizio. Ma è chiaro che non basta questo. Gli aerei vanno riempiti, e non solo da emigrati reggini. Vanno riempiti di turisti e questi vanno messi nelle condizioni, sbarcati al “Tito Minniti”, di spostarsi come e dove vogliono dal punto X – lo scalo reggino – a tutto ciò che il territorio può offrire, con il mercato ricettivo, la buona cucina, le infrastrutture da realizzare senza intoppi, servizi efficienti, strade pulite.
Come implementare i collegamenti
E poi quei benedetti collegamenti, sempre loro. A Reggio Calabria siamo abituati a spostarci con l’autovettura anche per 50 metri. Serve implementare maggiori servizi bus-navetta, serve aumentare l’offerta di guide turistiche, che nel frattempo si sono reinventate e magari lavorano al Mc Donald’s. I nuovi treni, nell’ottica Alta Velocità, possono garantire spostamenti rapidi verso le varie località della Provincia, verso una Roccella che tra pochi mesi vivrà l’ennesima estate da urlo. A Reggio Calabria, se si vuole, si può trascorrere un mese intero, due, tre. E non per forza in estate, ma tutto l’anno. Serve, però, tanto, con gli spunti di cui sopra. Serve probabilmente tutto. E’ l’anno zero, ma basta alibi. Le scuse, i reggini, non le sopportano più. E non ci credono. Si colga l’assist, si deponga l’ascia di guerra (politica) e si rilanci questa città. Che il futuro, con le infrastrutture in atto e quelle prossime, è tutto dalla nostra parte.