“A seguito del deposito della relativa motivazione, sono state rese note le ragioni che, lo scorso 24 novembre 2023, avevano condotto il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria ad escludere la esistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico di Belfiore Caterina e Barbaro Ernesto e quindi a rimettere in libertà gli stessi. I due coniugi, infatti, lo scorso 3 ottobre 2023, erano stati ristretti agli arresti domiciliari perché gravemente indiziati di aver ricettato, in concorso tra di loro, ingenti somme di denaro ritenute riconducibili all’indagato Mangiola Edoardo“. Lo si legge in una nota stampa dell’avvocato Pier Paolo Emanuele.
“Senonché, a mezzo del riesame proposto dagli avvocati Alessandra Toscano e Pier Paolo Emanuele – prosegue la nota -, si era contestata la configurabilità del contestato delitto di ricettazione, non risultando in alcun modo che i due indagati avessero agito per conseguire un profitto, non per sé e non per terze persone, sottolineando quindi, in buona sostanza, la loro estraneità a qualsivoglia attività di intermediazione illecita a scopo di lucro“.
“E in effetti, i giudici del riesame, aderendo all’anzidetta linea difensiva, hanno escluso la ricorrenza di una condotta di ricettazione in capo ai coniugi Belfiore- Barbaro, al contempo escludendo in radice un qualsiasi coinvolgimento di costoro nelle dinamiche di tipo associativo oggetto di contestazione provvisoria nell’ambito del procedimento penale denominato “Atto Quarto”“, precisa il legale.
“Sicché, in conseguenza della operata rilettura dei fatti sul piano tecnico-giuridico, la vicenda cautelare che ha visto coinvolti Caterina Belfiore ed Ernesto Barbaro si chiude con la disposta disapplicazione di qualsivoglia misura restrittiva a loro carico“, conclude la nota stampa.