Ricchioni e gulag, così una radio di Reggio Calabria è diventata zimbello d’Italia

Giuseppe Cruciani, speaker radiofonico conduttore del programma La Zanzara, torna a parlare di Reggio Calabria e di Baccellieri

Cruciani parla di Baccellieri
StrettoWeb

Ci risiamo. Reggio Calabria diventa di nuovo zimbello d’Italia con le uscite deliranti di Gianni Baccellieri che finiscono in radio a livello nazionale. Giuseppe Cruciani, speaker radiofonico conduttore del programma La Zanzara, deride giustamente i Baccellieri, stavolta padre e figlio, facendoli diventare lo zimbello d’Italia. “Questi signori, che si chiamano Baccellieri, a me fanno molto ridere perché nel nulla cosmico più assoluto dicono delle cose terribili, come mandare nei campi di lavoro Salvini, La Russa e anche Cruciani, Porro, Sallusti. Poi ad un certo punto danno del ricchione ad uno. Ma chi cazzo li paga questi qua poi?“, si chiede ironicamente Cruciani.

Cruciani è indubbiamente un giornalista sopra le righe, ma che conosce la linea sottile tra il diritto di critica e l’offesa. A differenza dei Baccellieri, evidentemente, che solo poche ore prima avevano non solo inveito contro il direttore di StrettoWeb, Peppe Caridi, affibbiandogli epiteti poco educati e da querela, ma hanno anche parlato della sottoscritta in termini volgari e offensivi, dopo un mio articolo di qualche giorno fa dove, semplicemente, giudicavo un controsenso il fatto che un soggetto che si autoproclama propugnatore delle idee di estrema sinistra, offenda un ascoltatore in radio dandogli del “ricchione“.

Cruciani su Baccellieri: "qual è il collegamento, non ha le palle dunque è ricchione"

E ovviamente, quando non si hanno argomenti, se ad un uomo dai del ricchione ad una donna cosa vuoi dire se non che è una poco di buono? Certo, non lo hanno detto esplicitamente, ma il concetto è evidente. “L’articolo è scritto da tale signora, che era quella che si era lamentata per il discorso legato a Berlusconi“, dice Baccellieri figlio in radio. Il tutto espresso senza avere nemmeno il coraggio di fare il mio nome, forse perché le offese che stavano per rivolgermi erano così eccessive da risultare imbarazzanti, visto che sono riferite ad una donna che svolge semplicemente il proprio lavoro. All’indomani della morte di Silvio Berlusconi, Gianni Baccellieri aveva definito l’infausto evento una gioia. E io giustamente avevo detto la mia in merito. Tutta qui la mia grave colpa. E pensare che se al posto di Berlusconi ci fosse stato Romano Prodi avrei detto la stessa cosa.

Ma l’occasione per offendere una donna è ghiotta e Baccellieri padre non si trattiene: “Non gliel’ha data a Silvio?“. E il figlio rincara la dose, associando la mia persona alle donne trattate come oggetto. Hanno sicuramente qualche dilemma personale irrisolto, i due Baccellieri, visto che sembrano godere nel parlare di “ricchioni” e nell’offendere donne dando loro delle poco di buono. Basti pensare che qualche anno fa lo avevano fatto con un’altra giornalista, la quale era stata invitata ad “andare a lavarsi i piatti” invece di svolgere il proprio lavoro. A figlio e genitore, evidentemente, piace collezionare querele.

Insomma, per dirla come Cruciani: “Ma chi cazzo li paga questi qua poi?

I Baccellieri e le idee confuse anche su Bandecchi

E sono fresche fresche di oggi altre deliranti uscite dei due Baccellieri, che commentano eccitati il fatto che Stefano Bandecchi si sia dimesso da sindaco di Terni e quindi, secondo loro, ora non avrebbe più impedimenti per prendersi la Reggina. Ma la verità è che Bandecchi non ha mai avuto impedimenti il tal senso. Anzi. Ci ha provato partecipando al bando del Comune, ma l’allora sindaco f.f. Paolo Brunetti glielo aveva impedito, preferendogli Ballarino.

Non solo. Bandecchi sta offrendo da tempo, anche alla nuova società, una sponsorizzazione, dicendosi disponibile ad acquistare la Reggina. Ma Ballarino – evidentemente forte degli straordinari successi sportivi – non molla l’osso. E’ quindi Reggio che continua a rifiutare Bandecchi, ovviamente per meri motivi politici.

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