Russell Crowe a Sanremo: l’eroe di cui abbiamo ancora bisogno!

Omone neozelandese, attore eccellente, cantante incredibile e pure ironico: Travolta, prendi esempio da Crowe e fatti una risata

StrettoWeb

Festival di Sanremo, tutto molto bello: un’edizione strepitosa, quella del 2024, che vede Amadeus e co-co (co-conduttori) alternarsi sul palco tra un cantante in gara, i maestri di Poltrone Sofà, quel simpaticone di Fiorello e i super ospiti. Siamo già arrivati, con stasera, alla quarta puntata di una delle “saghe” più avvincenti della storia televisiva italiana perché, checché se ne dica, “Sanremo è Sanremo”. Avete notato anche voi, per caso, che nella settimana “santa” del Festival c’è sempre un alone di mistero che la circonda?

Il mistero di Sanremo: nessuno le guarda e tutti ne parlano

Ebbene sì, siamo arrivati alla 74esima edizione ma, da qualche anno a questa parte, la tiritera è sempre la stessa: “ah, io non lo guardo!”, “per carità, a me fa schifo!”. O peggio, “preferisco guardarmi l’ennesimo film di Steven Segal e la sua coda di cavallo piuttosto che Amadeus”. Che poi, lo guardassero davvero, al povero Segal. E invece no, ecco il mistero che neanche Giacobbo saprebbe risolvere: nessuno guarda Sanremo eppure tutti ne parlano. A tutti sta antipatico Amadeus eppure supera il 60% di share.

Russell Crowe, il Decimo Meridio dei giorni nostri

A questi tipi, che cercano di non omologarsi alla religione sanremese ma che la seguono di soppiatto, darei un consiglio: siate liberi e spontanei come quel mito di Russell Crowe! Ebbene sì, l’attore-cantante non solo è stato il nostro Massimo Decimo Meridio preferito nella storia, ma si conferma l’eroe dei giorni nostri. Abbiamo imparato ad amarlo nei panni (che poi non ne aveva molti addosso) del Gladiatore, nelle vesti di matematico in “A Beautiful Mind” e anche come Padre Amorth ne “L’esorcista del Papa” – anche se il film in sé non ci ha fatto impazzire.

Il legame di Crowe con la Calabria

Noi calabresi, forse, lo amiamo un po’ di più per il legame che ha costruito con la nostra terra: proprio nella pellicola horror, si è girato Tropea con una motoretta e ci si è fatto un selfie, poi si è esibito magistralmente al Politeama di Catanzaro con la sua favolosa band, perfetto come la sua esibizione sul Palco dell’Ariston. Una scoperta il caro Russell, burbero nell’aspetto ma con quella panzetta che ci fa impazzire!

Crowe imita il Ballo del Qua Qua e diventa virale

E quello che più ci è piaciuto della sua partecipazione a Sanremo è essersi dimostrato poliedrico e con i piedi per terra, genuino fino all’ultimo pur avendo in tasca un Oscar (e noi, si e no, c’abbiamo la patente). Questo è l’atteggiamento giusto per partecipare ad un programma, a differenza della spocchia mostrata da John Travolta. E lo stesso Russell, che sì è ironico ma ci tiene pure alla sua reputazione, lo ha preso un po’ in giro.

Teresa Mannino, co-conduttore della terza serata, ha scambiato due battute con Crowe alla fine della sua esibizione: con le sue maniche a pipistrello, si è avvicinato a quell’omone neozelandese e, come tutti gli attori hollywoodiani, ha appunto riferito che pure lui ha un parente italiano. E alla Mannino pareva strano, visto che non ha un cognome italiano tipo Di Caprio, Coppola, De Niro. O Travolta, come lui stesso ricorda.

Travolta, fatti ‘na risata!

Il riferimento alla “brutta” figura dell’attore di Pulp Fiction diventa esilarante nel momento in cui Crowe, girandosi verso il pubblico, mima il Ballo del Qua Qua. E se la ride, insieme alla Mannino, al pubblico e ad Amadeus che gli dà il cinque. Certo, magari Travolta si è offeso, ma è anche un modo – sottile ed ironico – di dire “scialla caro John, goditi la vita e fatti ‘na risata”.

E non gridiamo allo scandalo perché un attore del suo calibro è stato “messo in imbarazzo” per colpa di un balletto. Ma davvero pensavate che lui non sapesse? Davvero pensate che non ci siano autori, legali e, soprattutto, sceneggiatori che studiano tutto a tavolino? Nessuno ha obbligato Travolta a fare quel balletto, non aveva mica una pistola puntata alla testa.

Prenda esempio da Russell Crowe piuttosto, che ha portato la sua arte sul palco con il brano “Let Your Light Shine” e ha pubblicizzato – giustamente – il tour italiano insieme alla band dei Gentlemen Barbers. Chapeau Crowe, ti sei riconfermato l’eroe di cui abbiano ancora bisogno!

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