Ryanair e Capodanno RAI: “uniamo le forze, Reggio ha una grande occasione” | INTERVISTA

L'intervista al titolare di Gelateria Cesare, Davide De Stefano, in merito all'arrivo di Ryanair e al capodanno Rai a Reggio Calabria

StrettoWeb

“Se un ragazzo non vede un esempio positivo, se ne va e lo perdiamo. Bisogna dare uno spirito di emulazione, un giovane va stimolato a rimanere in città guardando gli esempi positivi. Ce la dobbiamo fare, ci dobbiamo credere. Non esiste ciò che non si può fare, perché qualsiasi possibilità si può superare”. Non serve tirare fuori grandi personaggi della storia del mondo. Basta fermarsi a chi, a Reggio Calabria, fa già qualcosa di grande, nel suo piccolo, esportando le identità e tradizioni reggine fuori dai contesti locali e anche nazionali.

Le parole di cui sopra sono di Davide Destefano, il volto di Gelato Cesare, nonché uno degli esempi più brillanti di imprenditoria nella città dello Stretto. E quando un imprenditore è brillante, ha una visione di futuro, ha una programmazione, non può che accogliere positivamente la notizia dell’arrivo di Ryanair a Reggio Calabria: “L’abbiamo accolta benissimo. E’ una opportunità per tutta la città”, esordisce Davide ai microfoni di StrettoWeb.

Nella speranza che politica, associazioni e cittadini si muovano nella giusta direzione, cosa può fare il mondo reggino dell’imprenditoria per cogliere questa grande opportunità?

“Una delle possibili soluzioni sarebbe quella di fare sistema. Mettersi d’accordo con il ristoratore o con l’albergatore e consigliare al turista che arriva in città di vivere un’esperienza, possibilmente positiva. Se l’albergatore in partenza indirizza l’utente ad andare in un posto, con un tour mirato, è già un passo avanti”.

Quindi rimanere uniti?

“Certo! Ci sono le varie associazioni, alcuni hanno fatto anche delle app. Bisogna fare sistema ed essere uniti, non essere isolati e non andare a fare cento iniziative isolate. So che ci sta lavorando la Camera di Commercio, la Città Metropolitana, la Regione. Da parte nostra l’atteggiamento deve essere di cooperazione e sistema. Se partiamo singolarmente non ne usciamo fuori”.

Lavorare bene per lavorare tutti.

“Esattamente. E’ finito il tempo delle invidie e delle gelosie anche tra noi colleghi imprenditori. Se uno lavora bene o fa qualcosa di bello per la città, sono contento. Perché mai un cittadino o un turista deve scegliere se andare a mangiare il gelato da un’altra parte o venire da me? Può fare una sera in un posto e la sera dopo in un altro”.

La città viene da anni di declino, ma c’è stato un tempo – fino a una decina di anni fa – in cui per qualche stagione Reggio ha ospitato turisti internazionali con continuità. Ricordiamo i voli per Malta, i charter dalla Russia, quelli per Barcellona.

“C’è stato anche Parigi per un periodo”.

E si notava la differenza rispetto agli anni successivi?

“Sicuramente avere dei flussi importanti in periodi di bassa stagionalità fa la differenza. In quel periodo anche in inverno si soffriva di meno. Ma c’erano anche altri fattori”.

Tipo?

“Beh, ricordo che con la Reggina in Serie A avevamo difficoltà a gestire le domeniche. Ogni iniziativa che si fa per portare gente in Regione, fa guadagnare un indotto non indifferente. I voli porteranno dei flussi, arriveranno 1,2 milioni di persone anche in inverno, secondo Ryanair. Resta da capire come gestirli. Ma oggi, rispetto ai voli internazionali di qualche anno fa, siamo più avvantaggiati”.

Perché?

“Perché c’è stato il Covid che ha modificato le abitudini delle persone. Mentre una volta si tendeva a spostarsi poco, oggi abbiamo il calabrese che arriva da Cosenza, Catanzaro, zone limitrofe, che si fa anche la vacanza mordi e fuggi da 1-2 giorni, abitudine assunta da dopo il Covid. Questo lo abbiamo constatato nell’ultimo anno. Noi prima lavoravamo molto coi paesi limitrofi nel weekend, ora lavoriamo con tutta la Calabria e anche con la Puglia e le altre regioni. Se a questo noi affianchiamo anche i flussi dall’estero, abbiamo fatto bingo”.

E nella tua gelateria le code aumenteranno ancor di più di quanto non lo siano già.

“Pensa che l’Assessore Gallo mi ha detto: ‘con questi voli aumenterà anche la fila di Cesare e un turista di Manchester potrà mangiare il tuo gelato”.

L’hai incontrato?

“Sì, mi ha invitato all’incontro alla Cittadella di Catanzaro dal nome ‘Calabria straordinaria: il Futuro del Turismo’ alla presenza di altri imprenditori, Associazioni ecc. Mi ha invitato come Gelato Cesare e ognuno di noi ha detto la sua”.

Cosa è emerso?

“In tanti in realtà si sono lamentati delle problematiche. Le strutture ricettive hanno evidenziato la carenza di turisti da novembre in poi, o comunque concentrati in agosto. Questo è un problema per tutti i tipi di attività, perché non si riesce ad avere continuità e si è costretti ad assumere solo per un certo tipo di periodo. E poi c’è anche un altro problema: sapendo che sono attività stagionali hai difficoltà ad avere manodopera qualificata”.

E tu sei intervenuto?

“Sì, ma ho cercato di proporre. Ho detto: ‘perché non proponiamo qualcosa anziché lamentarci?’ I problemi li abbiamo, li conosciamo ed è inutile ripetere sempre le stesse cose, ma lagnarsi non porta a nulla. Si possono pungolare e stimolare le istituzioni, certo, ma è meglio rimboccarsi le maniche e sfruttare quello che abbiamo. L’importante è la formazione dei nostri ragazzi, tanti non conoscono i nostri prodotti tipici”.

Hai usato il tuo cavallo di battaglia, quindi: il gelato?

“Eh beh, per forza. L’incontro era sul tavolo di enogastronomia, quindi si è parlato dell’importanza delle visite alle cantine per sviluppare il turismo, ma io ho detto: ‘ok, ma le cantine hanno un target mirato. Noi però abbiamo il gelato: è trasversale, piace a tutti, da piccoli a bambini, è accessibile a chiunque, è apprezzato e popolare e può veicolare ogni prodotto tipico. E’ uno strumento ruffiano per fare marketing del territorio’. E ho fatto una proposta interessante…”

Cioè?

“Ho proposto un Festival itinerante del Gelato. L’ho buttata lì, così che si potesse identificare la Calabria come Regione del Gelato”.

Wow! Come è stata accolta?

“L’Assessore ha preso il progetto e ha detto che ci penserà. Tra l’altro riprenderemo con Scirubetta. L’ultima edizione è stata nel 2018, poi ci siamo fermati per il Covid. A settembre, per la Festa della Madonna, ritorneremo, magari lo stesso Scirubetta potrebbe diventare itinerante”.

Insomma: insistere sui prodotti tipici, come ormai fai tu da anni.

“Cesare era già Cesare, ma si è fatto il salto di qualità quando abbiamo sfruttato i prodotti tipici, raggiungendo un respiro anche internazionale. Una manifestazione che abbia come focus il gelato dà una grande pubblicità alla mia città, legato anche alle visite archeologiche. Non ci vuole molto”.

Quindi, tornando ai turisti internazionali di Ryanair?

“E quindi a Manchester cominceranno a conoscere il Gelato Cesare, la ‘Nduja di Spilinga, il Bergamotto di Reggio Calabria. Ogni utente porterà un ricordino di casa. Se io vado a pranzare in un ristorante reggino, non mi aspetto la cucina gourmet francese, ma piatti tipici reggini. E sugli eventi idem”.

In che senso?

“Ci si dovrebbe concentrare di più sugli artisti locali. L’artista internazionale è importante, ci sta, ma io turista a Reggio vorrei vedere la taranta, la musica locale, i gruppi folk, cose che vedi solo da noi. Bisogna fare un lavoro a monte su artigiani, categorie professionali. Ho visto negli anni che i ragazzi si vergognavano di guardare o ballare la tarantella, ora invece vedo con piacere che non è più così”.

La tanto agognata programmazione che è mancata e manca…

“Quello serve, programmazione a medio e lungo termine per invogliare il turista a venire in Calabria anche in bassa stagione. Rimini è un esempio. Aveva un’alta stagionalità in estate, ma si è inventata una stagionalità continua. Qui da noi si possono creare degli eventi che possano attrarre. Uno di questi è il Capodanno”.

Siete carichi per l’evento?

“A Reggio il Capodanno porterà un indotto non indifferente, avremo un mese di tecnici, operatori, persone che spenderanno soldi. Noi come politica aziendale abbiamo deciso di stare aperti tutta la notte, se verrà confermato a Piazza Indipendenza. E’ un segnale che la città può dare di adesione a questo tipo di iniziative, che vanno sostenute. Se io faccio arrivare la nave da crociera al Porto e il turista che scende vede tutte le attività chiuse, non è bellissimo. Vedere invece la città in fermento porta un seguito. Se questi si trovano bene e l’evento ha un successo non indifferente, magari l’anno successivo si ripete”.

Il tuo ottimismo ed il tuo entusiasmo sono contagiosi. E’ quello che dovrebbero avere tutti in città.

“Io sono fiducioso perché finalmente ho visto una programmazione a medio e lungo termine. Occhiuto ha fatto un gran lavoro”.

C’è ancora qualche scettico però: secondo te la città è preparata?

“Secondo me la città si deve preparare, perché ancora non c’è la percezione di quello che arriverà. Io stesso, che ho già un’idea di quello che potrebbe essere lo sviluppo, ho avuto maggior contezza frequentando quella giornata alla Regione Calabria. Bisogna essere preparati dal punto di vista di trasporti, ricettività, comunicazione. Noi ce la mettiamo tutta. Siamo fiduciosi che Regione, Città Metropolitana e Comune capiscano l’importanza dell’arrivo di Ryanair a Reggio Calabria. Noi facciamo il nostro, loro facciano il loro”.

Ti ho rubato quasi un’ora, la gente ti aspetta per i gelati: chiudiamo in bellezza?

“Voglio chiudere con una frase che ho detto all’incontro in Regione Calabria, in riferimento alla mia proposta del Festival e a quanto potrà cambiare la Calabria con queste ultime belle notizie. Ho detto: ‘forse questo progetto può sembrare un sogno irrealizzabile, ma a volte i sogni si avverano, anche quelli che sembrano impossibili. Ci si deve credere. Se non hai sogno e progettualità, non ci arrivi. Devi partire da un punto, e questo è un punto di svolta. Possiamo decollare'”.

Condividi