C’era una volta uno sceriffo, un consorzio e dei sindaci… la barzelletta del Valle Crati

"I have a dream": il sogno di Granata di ricoprire la carica di Presidente del Valle Crati continua. E Iannucci prega gli altri Comuni di cacciarlo

StrettoWeb

Pensavamo di aver archiviato definitivamente la questione “Consorzio Valle Crati” ma ci sbagliavamo di grosso. O almeno, io ho preso una cantonata pensando che il corso naturale di una presidenza iniziasse e finisse come da provvedimenti legislativi. Ovviamente però, quando si parla di Calabria, la situazione è un tantino diversa. E così lo sceriffo senza pistola, senza distintivo e senza titolo, continua a girovagare in cerca di un nuovo posto da occupare. Perché è così, Maximiliano Granata: cento ne pensa e mille ne fa, l’importante è che resti al centro dell’attenzione del bacino cosentino.

La dipendenza affettiva di Granata

Una sfida, la sua, ardua ma comunque piena di sorprese: non si sa come – o forse sì -, non si sa perché ma prosegue dritto nel suo ruolo a capo del Consorzio Valle Crati pur non contando più nulla. E quindi non basta il titolo di avvocato, non basta il titolo di politico, non basta neanche quello di giornalista d’inchiesta e blogger: lo sceriffo è così legato al Valle Crati che non lo molla, manco ‘na cozza attaccata allo scoglio. Soffrirà, forse, di dipendenza affettiva.

Abbiamo, purtroppo, celebrato per nulla: il fragolino stappato a fine dicembre, alla fine del suo mandato, ci è andato di traverso. Addirittura volevamo creare un tag col suo nome in Redazione, per fini giornalistici, ma l’ottimismo ci ha pervaso e abbiamo detto: “è inutile, tanto tra poco se ne va e non ci serve”. E invece, forse, ‘sto tag serviva eccome.

La riunione che non “s’ha da fare”

La presidenza di Granata, per motivi che non ci è dato sapere ma che hanno a che fare con i suoi intrallazzi ai piani alti, è stata prorogata fino al 15 febbraio, data in cui era prevista una riunione di carattere emergenziale in Cittadella. L’oggetto della riunione “L’esecuzione dell’intervento previsto nel Piano nazionale per il Sud – finanziato con delibera Cipe n.60 del 30 aprile 2012” era di sicura rilevanza e infatti, a partecipare, erano la Regione Calabria, l’Arrical, Sorical spa, il consorzio Valle Crati e il commissario straordinario unico per la depurazione in Calabria.

Strano, forse, ma l’iniziativa sfiorava livelli di inimmaginabilità incredibili: “ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare” non è nulla di fronte a quanto previsto. Prima di tutto, non si capisce perché il testimone, secondo i punti stilati per il meeting, dovrebbe passare da Valle Crati a Sorical, dato che lo scopo dell’ente non è di certo rappresentare i comuni aderenti.

Ancora più assurdo è che si è arrivati ad indire una riunione definita emergenziale ma con in mano “un pugno di mosche“. Ebbene sì, perché il project financing che avrebbe dovuto regolare le azioni di Valle Crati e proteggere così i Comuni dal rischio sanzionatorio non è mai stato applicato. Ma non solo, il passaggio da Valle Crati e Sorical risulta del tutto infattibile, almeno legittimamente parlando: questo perché, con la caduta dello sceriffo, decade anche il Cda e, conseguentemente, come si può prendere una decisione di questo tipo se una delle due parti non esiste?

E poi l’apice dell’assurdità, tanto che “l’asino che vola” mi sembra una cosa fattibile: in tutto questo ambaradan di passaggi, vie traverse, gente che va e gente che viene, lui resta sempre. Granata, lui che non è più niente e nessuno per il Consorzio Valle Crati, è ancora lì, sul suo trono fatto di vecchi tubi provenienti da depuratori sparsi per il cosentino, annunciandosi come Presidente. Meglio della venuta del Messia che, chiaramente, passa in secondo piano.

Pensavate fosse finita? E invece no, ecco il colpo di scena che Shakespeare scansate: la riunione è stata annullata. Il perché, anche in questo caso, non ci è dato saperlo ma si pensa che gli enti non abbiano voglia di avere a che fare con Granata. Ma perché nessuno sembra capire che Granata, lì, non ci deve stare? L’unico “assennato” in tutta questa faccenda sembra essere il sindaco Carolei, Francesco Iannucci, che in una lettera ai sindaci dei Comuni consorziati, sembra quasi pregarli nel prendere una decisione.

Iannucci implora i comuni consorziati: “lo cacciamo Granata?”

Siamo davvero arrivati fino a questo punto? Al momento in cui un primo cittadino deve ricorrere a “case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale” per spodestare un Presidente che non è Presidente e che non ne vuole sapere di andarsene? A questo punto mi chiedo perché io non mi sia ancora autoproclamata nuova monarca del Regno Unito (tanto sappiamo tutti come stanno messi i Windsor).

Fatto sta che Iannucci, alla luce di questo surrealismo che tocca vette altissime, ha dichiarato che è arrivato: “il momento di decidere sul futuro del nostro Consorzio Valle Crati, ed in particolare è arrivato il momento di dare una sterzata ed un impulso al project financing di cui al Finanziamento Delibera Cipe n. 60 del 30/04/2012, che doveva rappresentare una svolta alle infrazioni comunitarie in cui erano incappate le nostre comunità. O in alternativa essere complici con chi finora ha gestito il project”.

“Un project financing – continua Iannucci – che da 12 anni, non solo non riesce a decollare ma addirittura manca di alcuni elementi propedeutici quali le mappature di molti comuni. Un Project financing che rischia, se non gestito con opportune correzioni, di non poter mai partire considerato, dopo 12 anni, l’aumento notevole di costi nonché l’aggiornamento del prezziario regionale. Un project financing che, se non verrà rivisto alla luce dei nuovi costi e della nuova normativa, rischia di non soddisfare le esigenze dei comuni per cui è stato erogato”.

E l’amara conclusione, che sa un po’ di presa per i fondelli perché, per quanto giuste possano essere le sue parole, sembrano rimanere inascoltate: “è il momento che del Nostro futuro e di quello delle comunità che rappresentiamo, decidiamo noi sindaci direttamente, soprattutto ora che non siamo più rappresentati per scadenza del mandato dell’ex presidente Granata. Se altri organi di controllo stanno cercando di capire se ci sono stati reati nella gestione del project financing di cui stanno analizzando progetti e documentazione, un motivo ci sarà”. Il motivo c’è, caro Iannucci, ma non tutti sembrano coglierlo. E lo sceriffo Granata dei nostri cuor fa orecchie da mercante e solo prosegue, verso l’inutile corsa che porta al nulla.

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