Il presunto tumore, la guerra, i nemici e gli amici: Putin si racconta ad un giornalista USA

Il giornalista e conduttore televisivo statunitense Tucker Carlson ha intervistato il presidente russo Vladimir Putin

StrettoWeb

Vladimir Putin esce allo scoperto e rilascia per la prima volta un’intervista ad un giornalista americano dopo l’inizio della guerra in Ucraina. La chiacchierata di circa due ore è stata rilasciata martedì al giornalista e conduttore televisivo statunitense Tucker Carlson, che l’ha pubblicata sul proprio sito web e su X. Putin ha parlato della politica degli Stati Uniti in Ucraina, attaccandola. Ha confermato l’asse con la Cina e ha fatto un excursus storico per spiegare le ragioni dell’invasione mossa dalla Russia il 24 febbraio 2022.

Putin ha il cancro?

La prima domanda di Carlson non poteva che riguardare la presunta malattia di Vladimir Putin. Il presidente russo ha smentito le voci secondo cui sarebbe gravemente malato che circolano da oltre due anni. “Grazie per essersi seduto con noi. Come va la sua salute? Ci sono state delle voci“, ha chiesto subito il giornalista. “Sono felice di parlare con lei e attraverso di lei al popolo americano. Sto bene. Mi sento bene. Vista la mia età (71 anni, ndr) godo di ottima salute“, ha risposto Putin. “Ci sono state segnalazioni persistenti che lei abbia il cancro?”, ha incalzato Carlson e il presidente Russo ha risposto: “Le assicuro che queste voci sono false. Se avessi il cancro e lo sconfiggessi, condividerei la buona notizia e la cura con il mondo“.

Le critiche agli USA

Il presidente russo ha espresso dure critiche nei confronti degli Stati Uniti: “Se vogliono veramente la fine della guerra basta che smettano di inviare armi all’Ucraina“. Ha accusato l’ex premier britannico Boris Johnson di aver fatto saltare il tavolo negoziale che nella primavera del 2022 a Istanbul avrebbe potuto determinare dei cambiamenti alla cosiddetta operazione militare speciale.

Accuse anche nei confronti della Central Intelligence Agency (Cia), indicata dal Putin come responsabile del “golpe” di piazza Maidan, che nel 2014 culminò nella fuga dall’Ucraina del presidente di allora, Viktor Janukovic, e del sabotaggio dei gasdotti Nord Stream.

Amici e nemici

E poi l’amicizia con la Cina: per Putin “la politica estera” di Pechino “non è aggressiva“. Ha poi smentito che la Russia possa attaccare la Polonia o i Paesi Baltici. La Russia, ha spiegato, combatterà per difendere i suoi interessi fondamentali “fino alla fine“, ma non ha alcun interesse ad espandere il conflitto in Ucraina.

Per Putin i leader occidentali si stanno rendendo conto che sconfiggere la Russia è impossibile. “Siamo pronti al dialogo“, ha affermato il presidente russo, sostenendo però che a non accettare le premesse del confronto dialettico sia proprio l’Occidente guidato dagli Stati Uniti. “Ci fu promesso niente Nato ad Est. Poi ci dissero che non era scritto sulla carta”, afferma nel suo excursus storico per giustificare l’invasione dell’Ucraina.

Putin ingannato

Putin sarebbe stato ingannato dagli Stati Uniti anche nel 2014, quando Washington gli avrebbe chiesto di tenere a freno la risposta di Janukovic alle proteste antigovernative in corso in Ucraina. “(Gli Usa) mi dissero che avrebbero trattenuto le opposizioni. Mi dissero: ‘Lasciamo che la situazione evolva verso un accordo politico’“. Il risultato, invece, fu “un golpe” cui seguirono, a detta di Putin, attacchi contro la popolazione dell’Ucraina orientale cui Mosca non poté assistere inerte.

Dura la critica di Putin alla classe dirigente degli Stati Uniti, che a suo dire “non capisce che il mondo sta cambiando“. “Prendiamo i Paesi del Brics: nel 1992 contribuivano al Pil globale con una quota del sei per cento, mentre il 47 per cento arrivava dai Paesi del G7; ora il blocco dei Brics ha superato il G7, con una quota del 31,5 per cento contro il 30“, ha spiegato, aggiungendo che la tendenza “non ha nulla a che vedere” con quanto sta accadendo in Ucraina. “E’ lo sviluppo dell’economia globale, che non può essere fermato proprio come il sole che sorge ogni mattina: bisogna adattarsi, mentre gli Stati Uniti reagiscono con la forza, con le sanzioni e con i bombardamenti“, ha detto Putin.

Evan Gershkovich

Putin di un’eventuale liberazione di Evan Gershkovich, il giornalista del “Wall Street Journal” arrestato a marzo dello scorso anno ad Ekaterinburg con l’accusa di spionaggio. “Abbiamo fatto tanti gesti di buona volontà in passato, che non hanno avuto un riscontro ugualmente significativo: ora li abbiamo esauriti, ma siamo disposti a risolvere la questione“, ha detto il presidente russo.

Trump e Bush

Secondo quanto riferito dal Cremlino Putin ha accettato di concedere l’intervista a Carlson perché il suo approccio non riflette la “parzialità” della copertura solitamente riservata dai media occidentali al conflitto in Ucraina. Carlson è noto per il suo orientamento conservatore e per la sua vicinanza a Donald Trump. Durante l’intervista Putin ha affermato di aver avuto un “buon rapporto” proprio con il tycoon, così come con uno dei suoi predecessori alla Casa Bianca, ovvero George W. Bush.

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