La visita di Milei a Roma lascia una grande rabbia e un enorme rammarico

Javier Milei ha scelto l'Italia per la sua prima visita ufficiale all'estero in un Paese europeo, seconda in assoluto dopo Israele: uno show travolgente che però lascia un alone di rabbia e rammarico

StrettoWeb

Si è conclusa la visita in Italia del Presidente dell’Argentina Javier Milei, che è rimasto a Roma tre giorni e poi è rientrato in patria con un volo di linea di ITA viaggiando come una persona comune. Quella in Italia è stata la sua prima visita ufficiale in un Paese europeo nonché seconda in assoluto al mondo dopo quella in Israele, dove ha testimoniato la propria vicinanza al popolo ebraico confermando di aver rimesso l’Argentina in rotta con il mondo occidentale, democratico e civilizzato.

A Roma Milei ha incontrato Papa Francesco, Sergio Mattarella, Giorgia Meloni e Nicola Porro. O meglio, in ordine di importanza, Nicola Porro, Giorgia Meloni, Sergio Mattarella e Papa Francesco. Già, perchè è solo grazie a Nicola Porro – ormai nelle massime sfere del Paese – che gli italiani hanno potuto conoscere chi è davvero Javier Milei cancellando mesi di fake news dei grandi media: il Presidente dell’Argentina, circostanza più unica che rara, si è concesso in un’intervista esclusiva di 35 minuti andata in onda ieri sera su Quarta Repubblica (Rete 4). Ed è stata una scoperta fantastica, che lascia una grande rabbia per come Milei è stato dipinto per mesi dai grandi giornali italiani ed europei.

La grande stampa mainstream ha raccontato Milei come un estremista di destra, un populista, un fanatico, ignorante e pericoloso, sulla falsariga di quanto già fatto negli ultimi anni con Trump, Bolsonaro, Boris Johnson e Giorgia Meloni. E invece Javier Milei è esattamente l’opposto di ciò che è stato raccontato: è un grande economista, uno scienziato con oltre 500 pubblicazioni scientifiche di alto livello, insegnante universitario di economia in molti atenei internazionali. La sua teoria politica ed economica è anarco-capitalista: quanto di più lontano ci possa essere dall’estrema destra. Ovviamente è anche anti comunista, come qualsiasi liberale e capitalista.

In Argentina ha già abolito il Peso e istituito il Dollaro USA come moneta ufficiale: esattamente l’opposto dei populisti italiani ed europei che blaterano di un ritorno della Lira e di un’uscita dall’Euro e dall’Europa. Milei ha vinto le elezioni presidenziali argentine con il 56% dei consensi al ballottaggio del 19 novembre scorso, ma con percentuali superiori al 75% tra i giovani: anche in questo caso, il paradigma raccontato in Europa secondo cui le generazioni più moderne ed evolute votano i migliori contro i vecchi rincoglioniti ammaliati dai populisti, viene totalmente ribaltato. Milei, inoltre, ha vinto le elezioni senza fare alcun tipo di promessa elettorale se non la libertà: nessun investimento pubblico, perchè è contrario alla sua idea di Stato e in ogni caso anche volendo non ci sarebbero i soldi, bensì massicci tagli alla spesa della politica, riduzione dei funzionari e licenziamenti degli impiegati pubblici. E così Milei ha più che dimezzato i Ministeri (da 18 a 8), ha licenziato 50 mila dipendenti pubblici, ha avviato le riforme che prevedono tra l’altro l’abolizione della banca centrale argentina (a che serve se c’è il dollaro?) e il suo consenso è cresciuto considerevolmente superando il 65% delle preferenze nei sondaggi del Paese.

Della sua visita in Italia ci rimane la grande rabbia rispetto a quanta ipocrisia, falsità e corruzione ci sia nei sistema dei grandi media che riescono ancora oggi, nel 2024, ad inculcare nella popolazione il falso con bufale e fake news clamorose che ribaltano la realtà. E poi c’è un enorme rammarico, che arriva dalla constatazione che politici come Milei in Italia e in Europa non ne abbiamo. Veri liberali capitalisti non ce ne sono: persino in Argentina Milei ha avuto il merito di riportare il dibattito politico sul piano dello scontro ideologico tra liberalismo e socialismo, tra mercato e Stato. In Italia, invece, siamo ancora ossessionati da fascismo e comunismo, tutti i partiti di tutte le coalizioni si occupano esclusivamente di come gestire lo Stato in modo particolarmente – chi più chi meno – interventista e invasivo nella vita dei cittadini, e non c’è nessuno, neanche fuori dal parlamento, neanche in un circolo o in una bottega, che provi a diffondere le idee liberali e capitaliste di cui avremmo disperatamente bisogno anche in Italia. Per non ritrovarci ridotti come l’Argentina tra qualche decennio.

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