Acerbi, la decisione sulla squalifica: “l’offesa l’ha sentita solo Juan Jesus”. E “basta gogna mediatica”

E' arrivata la decisione del Giudice Sportivo sul caso Acerbi-Juan Jesus: non c'è nessuna squalifica, mancano le prove

StrettoWeb

E’ arrivata la tanto attesa decisione del Giudice Sportivo in merito al caso Acerbi-Juan Jesus. Com’è noto, il difensore del Napoli ha accusato l’interista di avergli rivolto un’offesa razzista durante la partita di dieci giorni fa. Di contro, l’ex Reggina ha sempre negato, affermando di aver detto “ti faccio nero”. Alla fine, al netto di chi aveva prospettato addirittura dieci giornate di squalifica e la rescissione con l’Inter, di turno di stop non ne è arrivato neanche uno. Per il Giudice Sportivo, non ci sono prove a conferma della tesi di Juan Jesus, l’unico a sentire quell’insulto.

La nota ufficiale

Vista la decisione interlocutoria di cui al C.U. n. 192 del 19 marzo 2024, con cui, letto il referto del Direttore di gara, sono stati disposti approfondimenti istruttori, a cura della Procura federale, sentiti se del caso anche i diretti interessati, in ordine a quanto riportato nel referto stesso circa eventuali espressioni di discriminazione razziale proferite dal calciatore della Soc. Internazionale Francesco Acerbi nei confronti del calciatore della Soc. Napoli Juan Guilherme Nunes Jesus;

Vista la documentazione pervenuta dalla Procura Federale, in particolare i verbali di audizione dei diretti interessati, compreso il video dello scontro di gioco depositato dal calciatore Juan Jesus, nonché lo stralcio della registrazione dei pertinenti colloqui Arbitro/Sala VAR;

Sentito il Direttore di gara sullo svolgersi dei fatti in campo;

Ritenuto di dover premettere che l’odierno procedimento si è incardinato presso il Giudice sportivo nazionale a norma degli artt. 65, 66 e 68 CGS, sulla base dunque delle risultanze dei documenti ufficiali e in particolare di quanto riportato nel referto del Direttore di gara circa gli accadimenti in campo al minuto 13° del secondo tempo di gara, puntualmente rappresentati dall’Arbitro medesimo, che riferiva in particolare: quanto segnalatogli dal calciatore Juan Jesus circa le presunte espressioni offensive di discriminazione razziale da parte del calciatore Francesco Acerbi; la piena disponibilità manifestata dall’Arbitro stesso per ogni eventuale e conseguente decisione; l’interruzione del gioco al fine di consentire un chiarimento tra i calciatori; la ripresa del gioco infine (dopo un’interruzione durata circa un minuto e trenta secondi) in seguito al confronto tra i calciatori e non avendo espresso il calciatore Juan Jesus alcun dissenso al riguardo;

Rilevato che la sequenza dei fatti in campo, ricostruita in base ai documenti ufficiali, con l’ausilio del Direttore di gara e comunque visibile in video, muovendo necessariamente dallo scontro di gioco e dall’atto del proferimento di alcune parole da parte dell’Acerbi nei confronti di Juan Jesus è sicuramente compatibile con l’espressione di offese rivolte, peraltro non platealmente (con modalità tali cioè da non essere percepite dagli altri calciatori in campo, dagli Ufficiali di gara o dai rappresentanti della Procura a bordo del recinto di giuoco), dal calciatore interista, e non disconosciute nel loro tenore offensivo e minaccioso dal medesimo “offendente”, il cui contenuto discriminatorio però, senza che per questo venga messa in discussione la buona fede del calciatore della Soc. Napoli, risulta essere stato percepito dal solo calciatore “offeso” (Juan Jesus), senza dunque il supporto di alcun riscontro probatorio esterno, che sia audio, video e finanche testimoniale;

Rilevato, altresì, che la condotta discriminatoria, per la sua intrinseca gravità e intollerabilità, perdipiù quando riferita alla razza, al colore della pelle o alla religione della persona, deve essere sanzionata con la massima severità a norma del Codice di giustizia sportiva e delle norme internazionali sportive, ma occorre nondimeno, e a fortiori, che l’irrogazione di sanzioni così gravose sia corrispondentemente assistita da un benché minimo corredo probatorio, o quanto meno da indizi gravi, precisi e concordanti in modo da raggiungere al riguardo una ragionevole certezza (cfr. per tutte Corte federale d’appello, SS.UU., 11 maggio 2021, n. 105);

Rilevato che nella fattispecie la sequenza degli avvenimenti e il contesto dei comportamenti è teoricamente compatibile anche con una diversa ricostruzione dei fatti, essendo raggiunta sicuramente la prova dell’offesa ma rimanendo il contenuto gravemente discriminatorio confinato alle parole del soggetto offeso, senza alcun ulteriore supporto probatorio e indiziario esterno, diretto e indiretto, anche di tipo testimoniale;

Ritenuto pertanto che non si raggiunge nella fattispecie il livello minimo di ragionevole certezza circa il contenuto sicuramente discriminatorio dell’offesa recata

P.Q.M.

di non applicare le sanzioni previste dall’art. 28 CGS nei confronti del calciatore Francesco Acerbi (Soc. Internazionale)”.

Corbelli: “perché io sto con Acerbi, basta gogna mediatica!”

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, noto per la sua lunga storia di non violento, antirazzista e garantista, in un intervento, oggi sul Quotidiano del Sud, esprime solidarietà a Juan Jesus e difende Francesco Acerbi, “perché – afferma in una nota – oggetto, quest’ultimo, per la vicenda dei presunti insulti razzisti, di una violenta aggressione mediatica, colpevole e condannato a prescindere, ancor prima di una sentenza (arrivata adesso) e di una prova inconfutabile”.

Corbelli avanza il dubbio e pone la domanda: “e se quanto accaduto, durante la partita Inter Napoli, tra Jesus e Acerbi, fosse, come credo, solo un maledetto equivoco, che confermerebbe l’assoluta buonafede di entrambi i protagonisti? Per questo auspico e mi auguro che ci sia una sentenza giusta, non influenzata dalla inammissibile campagna di odio scatenatasi contro Acerbi. Credo di essere legittimato e al di sopra di ogni sospetto per fare questo intervento garantista. Non c’è nemmeno bisogno di premettere e ricordare la mia ferma condanna per ogni forma di razzismo e violenza”.

“Parla, per questo, la mia lunga storia ultratrentennale – continua Corbelli – di non violento, antirazzista e garantista, sempre a difesa dei diritti civili e umani, accanto e a salvaguardia delle persone offese, discriminate e oppresse e dei popoli poveri del mondo. Ed è proprio in coerenza con il mio impegno civile, libertario, garantista e umanitario che oggi insieme alla solidarietà al calciatore Jesus voglio esprimere anche la mia vicinanza ad Acerbi, oggetto di una vera e propria criminalizzazione e gogna mediatica inaccettabile, trattato alla stregua di un razzista, senza che ancora si sia espressa la giustizia sportiva e sia emersa una prova certa per le gravi accuse che gli sono state rivolte dal calciatore del Napoli”.

“Ecco perché ritengo questo processo sommario ad Acerbi una cosa aberrante, indegna di un Paese civile e di uno Stato di diritto. La domanda che pongo, ripeto, è questa: e se fosse stato tutto un maledetto equivoco, una frase infelice di Acerbi, male interpretata? Possibile che nessuno dell’esercito di giustizialisti che si è scatenato contro Acerbi non sia quantomeno sfiorato da questo dubbio? Tutti colpevolisti a prescindere, ancora prima che il giudice si pronunci. Che razza di giustizia è questa? E il garantismo, che deve sempre valere per tutti, si può brutalmente cancellare solo per Acerbi, giocatore da tutti apprezzato dentro e fuori il campo?”.

“Nessuno che abbia minimamente tenuto conto neppure della dolorosa esperienza che Acerbi ha vissuto, lottando e sconfiggendo un tumore e ritornando a giocare da campione, qual è. Un esempio, il suo, per tutti, un insegnamento e una speranza che anche di fronte alle avversità più terribili , come una brutta malattia, bisogna sempre lottare e non arrendersi mai. Ecco perché , pur non essendo tifoso dell’Inter, ma della Roma, la mia squadra del cuore, ho sempre apprezzato Acerbi e oggi lo difendo in modo convinto, confidando che possa, nelle sedi preposte, dimostrare la sua innocenza che, ribadisco, non smentisce assolutamente la versione di Jesus ma riduce lo spiacevole episodio ad un brutto equivoco”.

“Questo è il mio augurio e la mia speranza. Il razzismo che bisogna combattere e per il quale bisogna sempre indignarsi è quello violento, voluto e reiterato delle solite frange di teppisti non certo quello di una frase sbagliata di un calciatore e campione esemplare come Acerbi, che naturalmente se si accerterà che ha espresso, e nel modo grave denunciato, quelle frasi offensive contro il calciatore del Napoli pagherà, nel rispetto della legge, dei regolamenti e della dignità e storia della persona, il suo conto alla giustizia sportiva”, chiude Corbelli.

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