“Il report di Gimbe sugli effetti di ricaduta dell’autonomia differenziata in sanità consegna una autorevole quanto scontata “sentenza” che ovviamente abbiamo individuato da tempo: rappresenterà il collasso definitivo, letale della sanità di Calabria. Lo sapevamo, lo sappiamo, ma continuiamo a sperare che anche Occhiuto, sia pure tardivamente, se ne sia accorto…”. Così, in una nota, il gruppo Pd in Consiglio regionale.
“Il virtuosismo egoistico dell’impianto di Calderoli – proseguono i consiglieri dem – tra le corsie dei nostri ospedali e nelle case dei pazienti calabresi si rivela per quello che è realmente: un progetto contro le Regioni più povere. Con il progressivo decrescere delle rimesse dello Stato centrale in virtù di un mai precisato gettito fiscale autoprodotto dalle Regioni, a rimetterci subito sarà proprio la sanità. Forse l’unico ambito, assieme all’ambiente e all’istruzione, che non dovrebbe essere mai decentralizzato”.
“L’assegno posdatato con il quale si vuole finanziare i Lep, una sorta di ‘pagherò’ di Calderoli a futura memoria, si tradurrà da subito in un drastico calo di investimenti di fondi pubblici per la sanità. Processo già iniziato dal governo centrale e dai governi regionali di centrodestra e che, se dovesse essere approvato il Ddl sull’autonomia differenziata, diventerebbe irreversibile. Il gettito fiscale regionale non riuscirà mai a finanziare la Calabria che per sanità passiva paga 300 milioni all’anno a beneficio di altre regioni, senza nulla ricevere in cambio in termini di sanità attiva”.
“In questo scenario a dominare sempre di più sarà l’investimento privato che già la fa da padrone senza che la riforma di Calderoli abbia visto la luce. Dovremmo applicare il modello sanitario esistente in Lombardia senza però essere lontanamente la Lombardia e nemmeno la più brutta delle sue copie. E, in ogni caso, il nostro modello ideale di sanità resta quello emiliano che prevede il massimo dell’erogazione di servizi pubblici e di qualità rivolti a tutti”.
“Ci auguriamo che il commissario Occhiuto – conclude la nota del gruppo dem – sia almeno in parte sincero quando minaccia le dimissioni in caso di riduzione delle risorse che il Pnrr prevede per la sanità. Non ci dispiacerebbe un presidente e commissario, almeno per una volta, al fianco dei calabresi e non di altri. Avrebbe dovuto minacciarle anche prima magari quando in Conferenza delle Regioni, invece, ha dato il via libera all’autonomia differenziata. Ma, come si dice, meglio tardi che mai…”.