Verrebbe anche da ridere, se solo non sapessimo che è tutto vero. Nelle intenzioni, perlomeno. Nel lungo intervento di Nino Ballarino a Radio Febea, sono stati affrontati tanti argomenti. Della risposta a Falcomatà abbiamo già scritto. Il patron e DG della Fenice Amaranto poi ha precisato di non aver ricevuto proposte di acquisto, che la società non è in vendita e ha molto “filosofeggiato”, come aveva messo in mostra nella conferenza stampa di novembre.
C’è, invece, una novità. Che fa abbastanza preoccupare. E’ quella relativa ai suoi “strani” pensieri sul centro sportivo Sant’Agata, a pochi giorni dalla pubblicazione della manifestazione d’interesse da parte della Città Metropolitana. “Non è più il centro sportivo che tutti conoscono. Se noi oggi siamo costretti ad andare ad allenarci da altre parti, significa che un problema c’è. Vi invito a venire a vedere lo stato della situazione. Noi fino a oggi, per avere questa situazione, stiamo pagando quasi 6 mila euro al mese. Ieri abbiamo fatto una riunione con lo staff per cercare di capire cosa la Città Metropolitana chiede. E mi faccio delle idee. Con chi ci dobbiamo mettere insieme? Non capisco questo: con la discoteca e con il pub e poi facciamo là i ritiri con la Reggina? Noi facciamo calcio”.
Detto ciò, ecco la frase “incriminata”: “io per presentare la progettualità devo andare a pagare 160mila euro più iva e ancora non l’ho vinto. Qualcuno deve ragionare meglio su ciò che si mette fuori. Sono più per chiedere al Comune e alla Provincia di chiedere un pezzo di terreno per un nostro centro sportivo“.
Abbiamo sentito bene. L’ha detto davvero. Nino Ballarino da Catania vuole chiedere un pezzo di terreno alla politica reggina per costruire un centro sportivo tutto suo. La città di Reggio Calabria può vantare una delle strutture più grandi e belle d’Italia, invidiata da Roma in giù, realizzata decenni e decenni fa con grandi sacrifici e intuizioni, e ora la nuova proprietà pensa di spostarsi da un’altra parte per un nuovo centro sportivo? Evidentemente la storia non si conosce bene, anche se ci si affanna a precisare che sia così. Se la Reggina ha potuto conoscere la Serie A è anche e soprattutto grazie a quella grande intuizione che è il centro sportivo Sant’Agata.