Il Comune di Reggio Calabria, cioè l’Amministrazione, e la società La Fenice Amaranto hanno iniziato a litigare. E sappiamo già che altri proveranno a mettere una pezza, giustificare, minimizzare. E’ tipico di queste situazioni. La realtà, però, è quella che vediamo. Il Sindaco Falcomatà non ha parlato per caso, da tifoso, non ha sbagliato: ha detto quello che si sentiva. Ha affermato che non si può vivacchiare e che la città è aperta a nuovi investitori. Ha, per così dire, lanciato l’amo. Per tutta risposta Ballarino, oggi a Radio Febea, ha replicato – a sua volta – con un’altra frecciata: “ci stia vicino e si informi”.
Insomma, un botta e risposta bello e buono. A distanza. La dimostrazione netta di come il Sindaco non sia contento della società e di quest’annata e di come La Fenice Amaranto sia infastidita da quelle parole. Come non chiamarlo, però, se non litigio, o principio di litigio. E l’impressione è che, se questo avviene dopo oltre 6 mesi dal nuovo insediamento, sarà sempre peggio. Ma non ci stupisce. Che Ballarino sarebbe stato scaricato anche dall’Amministrazione lo scrivevamo in tempi non sospetti, in articolo di settembre. “Caro Ballarino, le presento la Reggina e le spiego perché lei non ci convince affatto”. Così titolava il Direttore di StrettoWeb Peppe Caridi in una lettera rivolta al patron amaranto il 12 settembre.
In quella lettera c’è un passaggio. Lo riprendiamo. “Alla fine, Ballarino, gliel’ho già accennato e un giorno me ne darà atto perché glielo sto dicendo in tempi non sospetti: tutti quelli che l’hanno messa in questa situazione se la prenderanno con lei. Vedrà. Sarà il loro perfetto parafulmine. Brunetti ha già iniziato a farlo, nel maldestro tentativo di deresponsabilizzarsi. Le avrà certamente lette le sue ultime dichiarazioni, adesso è lui che intende vigilare su di voi (!!!) quando in realtà è lui ad avervi scelto e sarà lui il principale responsabile di tutti risultati che avrete in futuro. Anche i vari faccendieri che l’hanno coinvolta e convinta ad intraprendere questo percorso soltanto affinché potessero tornare alla ribalta e guadagnarsi un posto di lavoro, addosseranno su di lei le responsabilità dei prossimi fallimenti sportivi: diranno che senza soldi non potevano fare di più”.
Ecco, tutto questa è già accaduto, con questo primo botta e risposta a distanza. Non sappiamo cosa Ballarino pretenda quando dice “ci stia vicino”. Più di quanto non lo sia stato il fedelissimo del Sindaco, Brunetti, in tutti questi mesi? Più di quanto non lo sia l’ex f.f. con le presenze al Granillo? La realtà è che quella stessa Amministrazione che lo ha scelto, ora comincia a defilarsi, piano piano, un passo alla volta. E’ tipico di tante altre situazioni. Certo, verrebbe da chiedersi: facile adesso. Ma a sceglierli sono stati sempre loro, sempre l’Amministrazione, sempre il Comune, al netto di quanto Falcomatà si impegni ad “allontanarsi” dalla scelta, che è di colui che all’epoca lo sostituiva.
Detto ciò, e sapete bene quanto quotidianamente noi lo punzecchiamo, riteniamo che Falcomatà abbia ragione, anche se tardivamente: la Reggina non può vivacchiare, Reggio Calabria non può vivacchiare, la Reggio Calabria calcistica, con la sua storia e tradizione, non può vivacchiare. E Ballarino non può neanche lontanamente pensare di poter affermare (ma lo ha fatto) che tutto sommato un quarto posto in Serie D non è vivacchiare. La storia amaranto, quella dei Pirlo, Perrotta, Di Lorenzo, Acerbi, Nakamura, Menez, Inzaghi, non permette repliche. E Falcomatà è stato pure generoso. Un quarto posto in Serie D non è vivacchiare, è dramma sportivo, è il punto più basso della storia. Per Reggio vivacchiare è stare anni e anni in Serie C senza riuscire a salire.
Piccola parentesi, tra l’altro: tutti si impegnano, tra gli innumerevoli dirigenti pronti ogni giorno a sdoppiarsi nelle varie trasmissioni, a parlare di quarto posto. Ci si dimentica sempre che, sul campo, la Fenice sarebbe quinta, a pari punti con il Sant’Agata (avanti per gli scontri diretti) e a soli due punti in più del Real Casalnuovo, che dovrà affrontare in trasferta. Altro che punto più basso, qui stiamo proprio sprofondando. E speriamo di non essere profeti anche su questo…