Endometriosi, una malattia invisibile per un dolore reale

Oggi ricorre la Giornata Mondiale dell'Endometriosi: mentre milioni di donne soffrono e lottano, la medicina cerca di riconoscere il loro dolore

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Una malattia “silente” nella diagnosi ma “rumorosa” nei sintomi: questa è l’endometriosi, la patologia “invisibile” per eccellenza. Ed è invisibile non perché non faccia soffrire, ma perché il modo di manifestarsi è simile ad altre malattie croniche che caratterizzano la natura femminile. A renderla invisibile, inoltre, è il continuo tacere di medici e professionisti i quali, di fronte ad una donna che soffre, la convincono che quella sia la sua natura: è nata dal sangue, dovrà sanguinare per metà della propria vita e dovrà sopportare quel dolore naturale per il peso di essere nata femmina.

Ma l’endometriosi non può essere scambiata per semplici crampi da ciclo: è invalidante, costringe al letto e all’immobilismo e, molte volte, si ripercuote anche sulla salute mentale. Perché, a partire proprio da chi ne dovrebbe sapere di più, la condizione che vive la donna malata viene confusa con altro o non viene creduta. E diventa pazza, perché sta male ma non ha nulla, o almeno così le hanno detto. Avverte dolore, ma è costretta al silenzio perché la sua patologia “è naturale” e ci deve convivere. Come se avesse una pena da scontare per un reato che non ha commesso.

Ma se prima, l’endometriosi, era solo una parola difficile ed una risata in faccia, ora comincia ad essere “vista”. E questo è accaduto sempre grazie alle donne, a quelle malate e a quelle che le hanno sostenute nel loro cammino di riconoscimento. Avere l’endometriosi non è più un tabù ma c’è ancora tanto da spiegare, da conoscere e bisogna sensibilizzare.

A tale proposito, oggi 28 marzo, ricorre la Giornata Mondiale dell’Endometriosi istituita nel 2014 per porre l’attenzione su questa particolare patologia e per renderla, sempre di più, visibile. Sul sito del Ministero della Salute si legge che, ad oggi, “sono circa 190 milioni le donne e le adolescenti (tra il 2 e il 10% della popolazione femminile generale) colpite da endometriosi durante l’età riproduttiva, anche se alcune possono soffrirne oltre la menopausa”.

In Italia, invece, sono affette da endometriosi il 10-15% delle donne in età riproduttiva; la patologia interessa circa il 30-50% delle donne infertili o con difficoltà a concepire. Mentre le donne che hanno ricevuto una diagnosi, sono almeno 3 milioni. Quindi, invisibile un corno, se a soffrire – ufficialmente – sono milioni di donne, e altrettante che ancora non hanno avuto un riconoscimento diagnostico.

Non possiamo, pertanto, parlare di malattia “invisibile”, quanto di malattia che, nonostante stia facendo capolino negli studi medici, non viene ancora ampiamente riconosciuta. Ma i passi avanti, come dicevamo, sono stati fatti e nell’ottica di un futuro sempre più consapevole: in Calabria, ad esempio, oggi è la Prima Giornata Regionale per la Lotta all’Endometriosi. Un’ufficializzazione arrivata lo scorso 22 maggio e approvata in Consiglio Regionale.

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