Il fenomeno della Fata Morgana: la storia del miraggio che unisce Reggio e Messina

Di questo fenomeno affascinante si parlerà nel corso della 13ª edizione di "Miti e Leggende nell'Area dello Stretto" organizzata dal Circolo Culturale L'Agorà

StrettoWeb

Giunge alla 13ª edizione la conversazione sul tema “Miti e Leggende nell’Area dello Stretto” organizzata dal Circolo Culturale L’Agorà. Nel corso della precedente edizione, il sodalizio culturale reggino ha inteso collocare, all’interno di una “mostra virtuale”, una serie di installazioni in rete, facenti parte di uno spazio espositivo, dove sono ubicate le opere dell’artista reggina Eugenia Musolino.

Nel corso della nuova conversazione, a cura di Gianni Aiello (Presidente del Circolo Culturale “L’Agorà”), verranno accesi i riflettori sulla Fata Morgana. Un percorso tra letteratura e antiche credenze. Tornando al mondo reale tali effetti visivi si verificano in determinate condizioni atmosferiche nell’Area dello Stretto, nello specchio d’acqua tra Reggio e Messina, nel corso delle giornate estive, prive di vento. In quelle condizioni climatiche quando un fenomeno ottico ne rifrange la luce. Esso mostra le residenze abitative e la costiera siciliana in movimento o capovolte. Quelle pertinenze che si specchiano nel mare, sembrano così vicine da dare l’illusione di potersi quasi toccare.

Il fenomeno

In ottica, la Fata Morgana o fatamorgana è una forma complessa e insolita di miraggio che si può scorgere all’interno di una stretta fascia posta sopra l’orizzonte. Il fenomeno è conosciuto anche all’estero con il nome italiano, perché si tratta di un fenomeno frequentemente osservato nello stretto di Messina e tramandato dai Normanni. Esso fa riferimento alla Fata Morgana, che induceva nei marinai visioni di fantastici castelli in aria o in terra per attirarli e quindi condurli a morte. Tale fenomeno, che può essere osservato a terra o in mare, nelle regioni polari o nei deserti, distorce così tanto l’oggetto (o gli oggetti) su cui agisce il miraggio, da renderli insoliti e irriconoscibili.

A quale figura mitologica si ispirava

La Fata Morgana è una figura mitologica legata alle leggende arturiane. Nelle narrazioni è una dei principali antagonisti di re Artù, Ginevra e soprattutto del mago Merlino. In tutte le versioni del mito, Morgana è una potente maga (da qui il soprannome “fata”, che la mette in relazione con il popolo semidivino degli Sidhe della mitologia celtica). Probabilmente il personaggio è stato ispirato dalla dea celtica Modron oppure da Mórrígan (divinità irlandese), dalla quale potrebbe aver pure tratto il suo nome.

È in testi più tardi, come il ciclo del Lancillotto in prosa del XIII secolo, che il personaggio sviluppò un carattere più complesso e ambivalente, trasformandolo in un pericoloso antagonista di Re Artù. Secondo la tradizione locale Morgana curò le profonde ferite, riportate da re Artù durante una sanguinosa battaglia, lungo le pendici dell’Etna. La Fata Morgana rimase entusiasta dalla bellezza di quei luoghi, tanto che, secondo la leggenda, edificò una fortezza di cristallo nelle profondità delle acque dello Stretto di Messina. Sempre secondo tale letteratura si narra che Morgana, illudeva quei navigatori che, desiderosi di attraversare lo Stretto, con illusioni ottiche. A seguito di tali miraggi, le imbarcazioni, non riuscivano a stabilire la giusta rotta e, tragicamente naufragavano sulle coste.

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