Il M5s prova ad affossare il governo sulla giustizia ma Conte fa cilecca

"Ergastolo ostativo, speranza a Caivano, carcere per boss mafiosi grazie a Meloni": la maggioranza smentisce Conte sulla giustizia punto per punto

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Il Movimento 5 stelle ci riprova, in tema di giustizia, ma l’ex premier Conte porta a casa l’ennesimo scivolone. “Il governo Meloni sta indebolendo le norme anticorruzione e spuntando le armi della magistratura, un pezzo alla volta“, ha dichiarato il leader del M5s intervistato da Repubblica. “La verità – spiega Giuseppe Conteè che interi settori della maggioranza sono più concentrati a far la guerra all’antimafia che a mettere all’angolo mafiosi e corrotti“.

Per Conte “è in atto uno smantellamento meticoloso e inesorabile della normativa anti corruzione e di essenziali strumenti investigativi come le intercettazioni. Non è cosa da poco. E nessuno può restare alla finestra ad osservare inerte, pena la corresponsabilità. Occorre una mobilitazione dentro e fuori il Parlamento“. L’ex premier è duro anche sull’introduzione dei test psicoattitudinali per i magistrati: “Questo esecutivo mira ad assoggettare il potere giudiziario, secondo una logica di subordinazione perseguita da tutti coloro che, da Gelli in giù, hanno lavorato per condizionare obliquamente i processi decisionali democratici. Questa maggioranza vuole scardinare il nostro ordinamento costituzionale e, in particolare, i principi dell’autonomia della magistratura e della legge ‘uguale per tutti’“.

Foti: “da Conte gravissime illazioni e pura propaganda”

Le parole di Conte, manco a dirlo, sono state smontate parola e per parola. E d’altronde ci vuole poco: la lotta contro la mafia non ha nulla a che vedere con il giro di vite che, grazie alla riforma della Giustizia e al faro che si è accesso sul caso dossieraggio, si vuole dare per avere una magistratura più equa, controllata e controllabile.

Se in Italia si può comminare oggi l’ergastolo ostativo lo si deve al governo Meloni che lo ha introdotto nel suo primo decreto legge, contrastato per altro da tanto improduttivo quanto vergognoso ostruzionismo delle opposizioni, 5stelle di Conte in testa. Se a Caivano oggi c’è uno spiraglio di speranza nel futuro, lo si deve al centrodestra che con decisione e determinazione agisce per ristabilire l’autorità dello Stato, dimostrando con i fatti che non possono esistere zone franche in cui i cittadini sono in balia dei criminali e dei loro sporchi interessi. Per il governo Meloni, lo Stato non può né deve arrendersi, mai”.

Così il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati Tommaso Foti. “Alle farneticazioni del leader del M5S Conte – che, all’evidenza preoccupato da quanto possa emergere dall’attività di dossieraggio emersa alla DDA, aggredisce il Governo con accuse volgari e meschine, destituite di fondamento alcuno – rispondiamo che la lotta a mafia e camorra il centrodestra la fa con i fatti, buttando in carcere i suoi capi, come attestano i clamorosi arresti di questi ultimi 18 mesi, a partire da quello di Matteo Messina Denaro“, prosegue Foti.

“I fatti del centrodestra, non le farneticazioni di un ‘vedovo del potere’ quale è Giuseppe Conte, dicono che la lotta alla criminalità e alle mafie è caposaldo del governo Meloni. La necessità di approfondire dinamiche oscure che nella DDA hanno trovato l’epicentro operativo non è ‘lesa maestà’ ma risponde all’impellenza di dare risposte ai cittadini perché le istituzioni, anche le più nobili, sono fatte di uomini, come tali fallibili.

Ma una cosa deve essere chiara: per noi le critiche non rappresentano uno scontro tra poteri – con buona pace di Conte che avvelena i pozzi al solo fine di impedire che gli Italiani possano conoscere la verità- ma sono volte ad evitare un utilizzo illecito di compiti e poteri che il Parlamento ha attribuito a prestigiosi e qualificati organi- è il caso ad esempio della DDA – nei quali però alcuno può agire a piacimento e contro legge, nella presunzione di essere legibus solutus“, conclude Tommaso Foti.

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