“Il ponte incontinente”: presentato a Reggio Calabria il libro di Marcello Sestito

Il “Cavalcamare”, così come spesso viene definito il Ponte sullo Stretto di Messina, scavalcando polemiche da ponte sì - ponte no, in un millennio ha stimolato in vari modi strategie progettuali

libro il ponte incontinente mostra
StrettoWeb

Presentato oggi nella Biblioteca di Architettura dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria il volume di Marcello Sestito “Il ponte incontinente”, Mediano Editore 2022. Contestualmente è stata inaugurata la mostra “il Ponte e il suo Intorno”, a cura di Marcello Sestito, Clara Stella Vicari Aversa, Antonella Pavia, Alessia Quattrone. In collaborazione con Francesca Caparello e ICARO, Laboratorio Strett_arch.

Il “Cavalcamare”, così come spesso viene definito il Ponte sullo Stretto di Messina, scavalcando polemiche da ponte sì – ponte no, in un millennio ha stimolato in vari modi strategie progettuali. Il volume raccoglie il materiale iconografico che riunisce quanto di più significativo è stato elaborato dagli architetti e dagli ingegneri cimentatisi nella progettazione di un Ponte che non ha eguali nella storia.

Il Ponte Incontinente, perché tracima e sconfina in ambiti non sempre propri come l’architettura o l’ingegneria ma anche nella storiografia, nella letteratura, nel fumetto, si offre al lettore con tutto il suo bagaglio illustrativo che non vuole solo dare di conto della mole di proposte redatte, ma ne richiede una sua necessità realizzativa. Nei suoi 3.333 m si pone come sfida costante; cosi in questo tratto di mare compreso nello Scilla e Cariddi dello Stretto potrebbe costruirsi un’opera ineguagliabile, che sorvolando da par suo posizioni politiche, a tratti paralizzanti, possa ergersi fiero e maestoso a rievocare l’archetipo nella sua incessante avventura.

Mostra “Il ponte e il suo intorno”

Un ponte di Progetti. Sebbene sia impossibile riassumere in poche strisce l’esito di un lungo cammino che ha visto i migliori progettisti del mondo cimentarsi negli elaborati per l’opera più complessa e ardita quale è il Ponte sullo Stretto di Messina, e sebbene tale riassunto presuppone una corposa documentazione, che tra l’altro chi scrive ha proposto nel recente volume che oggi si presenta: Il Ponte Incontinente per Mediano editore, lo scopo che la mostra si propone è quello di documentare per sommi capi il travaglio, le aspettative, le fascinazioni tematiche, gli slanci progettuali, le proposte, a volte fantasmagoriche o fuori scala, altre più misurate e contenute, gli approcci differenziati, che hanno caratterizzato nel corso dei secoli le spinte propositive circa le possibili soluzioni del “Cavalcamare”.

La mostra sfrutta l’aula circolare di ingresso alla biblioteca della Mediterranea che gentilmente la ospita, come una cornice accogliente, grazie ad Angela Quattrocchi, responsabile scientifica di BAA. Su di essa, in alto, si stende un lungo telo dove, come in un vecchio panorama o meglio un “ciclorama”, si propongono lacerti di progetti, figurazioni, render preposti e accattivanti, e una sequela di soluzioni inedite quanto selezionate, tutte atte a configurare, più che una storia progettuale del ponte, scavalcando temporalità o ordini cronologici, uno scenario immaginativo, dove i tentativi valgono quanto le opere costruite, dove la volontà lungimirante si scontra spesso con l’incapacità di un mondo che, ancora, stenta a riconoscere nel Ponte un’opera di progresso civile.

Una linea rossa attraversa il lungo telo, anch’essa come un ponte che sorvola le acque dello Stretto di Messina, su cui si affacciano, come i nodi di un rosario, i corollari delle proposte. Una linea rossa, che sviluppandosi a partire dalla costa sicula termina la sua corsa su quella calabra, regge i nomi, come tutti i nomi di Saramago, dei progettisti selezionati senza una pretesa esaustiva che, nel corso dei secoli, hanno reso possibile lo scenario che oggi si presenta come una sequenza filmica, un ponte che congiunge le sponde sorretto dall’infaticabile opera del progetto.

Ponte sullo Stretto: intervista a Francesca Moraci, Professore ordinario Urbanistica dArTe
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