La suggestione del crocierismo al porto di Gioia Tauro

Il porto di Gioia Tauro e la vocazione turistica della Calabria

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Programmare, pianificare, progettare. È quanto è stato effettuato sino ad oggi in Calabria, bene o male, ma adesso è il tempo del fare.
La sfida che attende l’Amministrazione Regionale è difficile ma rigenera lo spirito del fare, appunto. Anche sul sistema portuale regionale e sul porto (nazionale) di Gioia Tauro. Per quest’ultimo è necessario recepire le principali indicazioni fornite dalla riforma portuale, ovvero valorizzare le sinergie lasciando da parte i campanilismi territoriali.

E quelle che i nostri porti possono mettere in pratica (le sinergie) sono numerose e valide. Da qui la necessità di scali portuali con spazi da valorizzare e restituire alla comunità senza nulla togliere al lavoro portuale, anzi incrementandone lo sviluppo.

Per Gioia Tauro mi piacerebbe che si potesse sviluppare una suggestione, che si sostenesse, oltre al core business oggi più confermato che mai ma che deve sempre sostenere la competitività internazionale e la regolamentazione europea, anche un processo di crescita, ponendo l’accento sulla valorizzazione della vocazione turistica del nostro territorio.

Come? Puntando sul mercato delle crociere, oltre al già citato ro-ro e traffico merci. La crocieristica è un segmento della domanda turistica particolarmente dinamico, che riveste una crescente importanza nel panorama nazionale, oggi in ripresa dopo il fermo della pandemia.
Il 2023, sul fronte crocieristico italiano, si è chiuso con un volume di 13,79 milioni di passeggeri e con oltre 4.900 toccate nave in 61 porti italiani. È il dato che emerge dal rapporto di Risposte Turismo. Per il 2024, sempre lo stesso studio, stima un superamento, anche se di dimensioni contenute, dell’ottimo risultato del 2023 con un sostanziale assestamento del numero dei crocieristi (+0,1% 2024/2023) ed una più decisa crescita degli accosti (+6%).

In questo quadro il Mediterraneo rappresenta la destinazione più in crescita negli ultimi decenni e le previsioni per i prossimi anni raccontano di un ulteriore aumento dei flussi. Prendiamo ad esempio il porto di Livorno: l’attività crocieristica ha prodotto negli ultimi anni una spesa pari a circa 52 milioni di Euro/anno attraverso 27 milioni di valore aggiunto e 32 milioni di PIL per la Toscana. Altri esempi nel mondo mostrano come per ogni Euro speso (investimenti, servizi, ecc) all’interno di un porto per garantire servizi crocieristici si ha un ritorno di circa 2,5 Euro in termini di spesa totale sul territorio e 3 Euro di valore aggiunto (cd Moltiplicatore Keynesiano).

Il crocierismo è la chiave di volta del sistema portuale calabrese, così come sta avvenendo a Corigliano e Crotone, importante ammortizzatore della crisi che attanaglia Gioia Tauro. Il superamento dei limiti infrastrutturali, il miglioramento della quantità e qualità dei servizi della destinazione portuale e la sua maggior integrazione con una rinnovata offerta trasportistica, integrata anche con tutti i porti regionali e la dovuta riconnessione urbana dei porticcioli, appaiono gli elementi di forza per gli impatti positivi del crocierismo sulla destinazione calabrese, snodo centrale per raggiungere le innumerevoli emergenze turistiche regionali.

La Calabria è anche portualità.
Ad maiora.

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