“Sulla Rete ospedaliera calabrese, consegnata tra applausi e clamore pochi giorni fa, il presidente e commissario ad acta, Roberto Occhiuto, ci stupisce con dichiarazioni da effetti speciali anticipando che il nuovo appena nato è già pronto per essere revisionato. Questo mentre i territori soffrono e i calabresi vedono quotidianamente calpestato il proprio diritto alla salute e alle cure”.
“Perché proprio il presidente Occhiuto dovrebbe sapere che il problema non è scrivere le carte ma è assicurare i servizi, quelli che continuano a mancare. E, in queste ore, possiamo citare come esempio emblematico le criticità nella gestione organizzativa del personale sanitario del reparto di Urologia dell’Ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme”. È quanto afferma il consigliere regionale del Pd, vice presidente della Commissione consiliare Sanità, Amalia Bruni.
“Il reparto si trova attualmente sotto organico, con conseguenti difficoltà nel garantire la pronta disponibilità del personale – spiega Amalia Bruni – Le direzioni sanitaria, ospedaliera e aziendale non potevano non essere al corrente che sia il pensionamento di due unità sia il fatto che altre due che non possono essere inserite nella turnazione di pronta disponibilità, avrebbe compromesso il quadro dei turni di reperibilità tanto che da lasciare scoperti i turni di reperibilità da queste ore e fino alla fine di marzo”.
“Come sarà garantita l’assistenza a pazienti operati se dopo le 20.00 non c’è l’urologo reperibile? Le problematiche sono state sollevate a più riprese presso le direzioni sanitarie competenti, anche dalla sottoscritta direttamente al commissario straordinario Antonio Battistini, sia a livello operativo che strategico, tuttavia, non si è ancora registrata una risposta o un intervento concreto”.
“Le lettere inviate anche dagli infermieri sottolineano l’urgenza di intervenire in questa situazione, evidenziando la gravità dell’attuale vuoto organizzativo sanitario: è stato evidenziato in particolare il mancato reperimento di soluzioni alternative alla carenza di personale medico, soprattutto in relazione ai turni di reperibilità, che non possono più essere garantiti a causa delle nuove normative vigenti”.
“In questo contesto, emerge la necessità di trovare soluzioni sia di carattere emergenziale che strutturale, coinvolgendo le interlocuzioni competenti e utilizzando le risorse disponibili, come le graduatorie interne o la mobilità del personale da altri servizi territoriali. L’obiettivo – conclude Bruni – è garantire la continuità e la qualità dei servizi sanitari erogati dall’ospedale, assicurando una risposta efficace alle esigenze della comunità e dei pazienti”.