Matteo Messina Denaro “aiutato da talpe dello Stato”: la clamorosa rivelazione dell’ex PM

Le parole dell'ex Procuratore aggiunto di Palermo che nel libro ripercorre gli anni in cui aveva coordinato l'inchiesta per la cattura dell'allora boss latitante Messina Denaro

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Potrei raccontare decine di episodi in cui noi stavamo per arrivare a Matteo Messin Denaro: ogni volta, se n’era andato da poco, perché lo avevano avvertito del pericolo. Non posso e non voglio dimenticare che io sono arrivata a fare personalmente una denuncia contro il Procuratore dell’epoca, Francesco Messineo, al Csm, per il suo comportamento“. A raccontarlo, durante la presentazione del libro ‘Siciliana’ a Trapani, è stata l’ex Procuratore aggiunto di Palermo Teresa Principato, che nel libro ripercorre gli anni in cui aveva coordinato l’inchiesta per la cattura dell’allora boss latitante Messina Denaro, poi arrestato nel gennaio del 2023, e morto pochi mesi dopo.

Nei giorni in cui noi aspettavamo da un momento all’altro la sua cattura, e non dormivamo, perché si era trovato il collegamento tra Messina Denaro e i palermitani che lui voleva incontrare, questo collegamento – Leo Sutera- fu all’improvviso tranciato dal Procuratore Messineo – dice – senza una vera spiegazione, ma con comportamenti equivoci”.

“Messineo però non venne trasferito dal Csm perché si disse che anche se ‘censurabile’, tuttavia rientrava nei suoi poteri il fatto di scegliere tra l’arresto di Leo Sutera quale capo di una gang agrigentina, il cui arresto non fu peraltro convalidato, e l’arresto di Matteo Messina Denaro. Certo, è ‘censurabile’ ma aveva il potere di farlo. E’ chiaro che questa cosa ha rotto il ‘gioco’, perché ha demotivato la Polizia giudiziaria che lavorava con me, cioè il Ros. Non posso esprimere il dolore che io ho provato per questa cosa, il dolore per essere stata interrotta non da una talpa, come sempre, ma dal mio Procuratore. Dallo Stato. Altre volte l’arresto di Messina Denaro era stato interrotto da talpe, da carabinieri, da rappresentanti dello Stato”. “Messina Denaro ha avuto la possibilità di usufruire di una coltre di aiuti che all’ultimo momento finivano con il salvarlo – dice Principato – Sono convinta che se non avesse avuto questa gravissima malattia che lo ha fatto tornare, difficilmente sarebbe stato arrestato. Abbiamo fatto non so quanti identikit e poi lo troviamo sorridente a fare selfie con infermieri e donne, la sua vera ‘malattia‘”.

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