Il metodo fascista dei No Ponte sullo Stretto e la democrazia a convenienza della Sinistra

Il metodo fascista tanto urlato a Sinistra proviene proprio da loro: i No Ponte sullo Stretto e l'ultimo episodio della democrazia a convenienza

VIDEO
La protesta dei No Ponte alla Commissione di Palazzo Zanca
StrettoWeb

“Viva la democrazia!”. Ma l’hanno detto davvero? Io basito. Sono le 12.30 circa e il Presidente della Commissione Ponte sullo Stretto, Giuseppe Trischitta, annuncia la sospensione della seduta – nell’aula del Consiglio Comunale di Palazzo Zanca a Messina – per via delle veementi proteste dei No Ponte presenti (video in alto).

Loro, pochissimi ma rumorosi, hanno impedito all’ospite – l’A.D della Società Stretto di Messina, Pietro Ciucci – di parlare. Sì, proprio così. Avete capito bene. Non lo hanno fatto parlare. Lo hanno aggredito verbalmente, impedendo il normale svolgimento della seduta.

Il momento in cui Trischitta annuncia il rinvio della seduta

Prima lo hanno accolto fuori con lanci di carta igienica e insulti “buffone e mafioso”, e vorremmo anche capire il nesso, dal momento che è un semplice tecnico, mica Matteo Messina Denaro – poi lo hanno atteso dentro cominciando a urlare e fischiare, costringendo così Trischitta a sgomberare l’aula. La seduta è cominciata poi nel primo pomeriggio, ma alla loro presenza non se ne sarebbe fatto nulla. Le parole di  Trischitta sono abbastanza eloquenti, bastano da sole a capire tante cose: “non mi aspettavo questo atteggiamento dalle Associazioni No Ponte, avete sempre contestato la mancata trasparenza e ora che la Società è venuta qui a parlare gli impedite di intervenire?”.

La vergognosa accoglienza a Ciucci: "mafioso e buffone"

Chiaro, secco, netto. Senza molti fronzoli o spiegazioni. Ed è assurdo che all’annuncio della sospensione, da quella stessa aula, qualcuno abbia urlato: “viva la democrazia!”. Certo, quella a convenienza, quella che conviene a loro e a tutti quelli che urlano al fascismo, ma poi impediscono a una persona di parlare. Non ci risulta, a memoria, specialmente in questi ultimi mesi – in cui si sono scaldati – che sia stato impedito loro, ai No Ponte, di protestare. Mai. Lo hanno sempre fatto, ovunque lo avessero ritenuto importante e utile. Hanno avuto lo spazio che gli è stato concesso anche a livello mediatico, soprattutto dai giornali schierati a Sinistra, subito pronti a raccogliere le testimonianze dei No Ponte.

Ma no, quella di ieri non è stata democrazia. E’ stata una vergognosa pagina da dimenticare, da cancellare, per Messina e lo Stretto. E’ stata una sparuta minoranza, a cui mai nessuno ha messo il bavaglio, che ha impedito a Ciucci di parlare, violando quello che è uno dei principi sacri della democrazia. E ci vengono a parlare di “viva la democrazia”

D’altronde, ormai va bene tutto. E’ il Ponte di Salvini, e prima ancora di Berlusconi. Chissà se fosse stato di Prodi o della Schlein, di Conte o di Letta. E’ anche il Ponte dei no per sempre, a prescindere. Di quelli, buona parte a Sinistra, che fanno un casino per le manganellate, che urlano al fascismo, che sollevano un inutile caos su 68 criticità (che in realtà non sono criticità), ma che poi non permettono a una persona di esprimere il proprio pensiero.

E’ anche il Ponte di quelli che “non c’è trasparenza”, ma se la trasparenza c’è “però Ciucci non è stato convincente”, ma se anche dovesse esserlo allora è meglio non farlo parlare, non sia mai che dica qualcosa su cui poi non c’è niente da controbattere. E’ la democrazia a convenienza. Quella per cui andavano bene idranti e droni sulla folla, ma le manganellate sono fascismo. Ci vuole coraggio, però, e anche dignità…

Il Ponte l’Italia lo vuole. E anche Calabria e Sicilia

In un editoriale di qualche giorno fa scrivevamo che il Referendum – idea proposta da Bonelli – è inutile e non ha senso, anche perché l’Italia ha già votato e ha votato a favore. Ha scelto, con ampi consensi, un Governo che ha messo l’opera tra i punti più importanti del programma. La coalizione di Centro Destra in Italia ha preso il 43,79%, quella di Centro Sinistra il 26,12%, il Movimento 5 Stelle il 15%.

Se andiamo in Calabria e Sicilia, stessa storia. In Calabria la Destra ha preso il 41,36%, i Cinque Stelle il 29,36%, la Sinistra il 18,15%. In Sicilia siamo intorno al 35%, con il Pentastellati tra il 30 e il 35% e la Sinistra al 16%. Andando ancora più nel dettaglio, a Reggio Calabria e Messina, idem. A Reggio la Destra ha vinto con il 47,64%, poi c’è la Sinistra con il 20%, così come i 5 Stelle. Più del doppio, un margine ampissimo. A Messina comanda Sud Chiama Nord con il 32,24%, ma c’è subito la Destra con il 29,07%, i Cinque Stelle con il 16,61% e la Sinistra con il 14,35.

Ovunque, ma soprattutto nelle due Regioni e nelle due città principe, ma lo stesso concetto vale per le Province e per Villa San Giovanni (dati Eligendo, consultabili pubblicamente), la vittoria è netta. L’Italia, la Calabria, la Sicilia, hanno scelto tutte la coalizione di Governo che ha inserito il Ponte sullo Stretto tra le opere programmatiche più importanti del mandato. E’ democrazia. Quella che non sta bene alla Sinistra che urla al fascismo.

I casi Molinari (Repubblica) e Parenzo: gli studenti impediscono loro di parlare

Il metodo fascista, purtroppo, si sta invece riscontrando proprio tra chi grida ai manganelli. L’episodio dei No Ponte di ieri a Messina è solo l’ultimo di una serie di episodi vergognosi – e tutt’altro che democratici – verificatisi in Italia negli ultimi giorni e provocati da estremisti di Sinistra. Il primo riferimento è al giornalista di Repubblica Maurizio Molinari, che avrebbe dovuto parlare all’Università Federico II di Napoli relativamente a un dibattito sul ruolo del Mediterraneo. Ma è stato contestato da alcuni studenti per una protesta contro i rapporti con Israele degli atenei italiani. E non ha parlato. L’evento, infatti, è stato annullato dopo spintonamenti con la polizia e striscioni. Questa volta, dei poliziotti spintonati, non parla nessuno. Normale amministrazione. Alla faccia della democrazia.

L’altro episodio è quello che ha coinvolto il giornalista Parenzo, a cui è stato impedito di parlare all’Università della Sapienza sempre in merito al conflitto israelo-palestinese. A Parenzo hanno urlato razzista e – guarda un po’ – fascista. Però gli hanno impedito di parlare. I democratici. Tutto questo ha senso? No, è la democrazia al contrario.

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