Che fine ha fatto il tanto proclamato Museo del Mare di Zaha Hadid, che dovrebbe andare ad arricchire il waterfront reggino e che è stato addirittura inserito nei 14 progetti strategici del Piano da 1,46 miliardi di euro per i Grandi attrattori culturali? Arriverà? Non arriverà? Avremo l’onore di vederlo, prima o poi, o diventerà una della tante incompiute della città?
Ieri il sindaco Falcomatà aveva detto che “il Museo del Mare sta andando avanti, il Tar ha dato ragione al cantiere nautico dell’Avvocato Polimeni, con il quale c’è un ottimo dialogo. Si individuerà un luogo in cui spostare il cantiere navale”. Questa mattina la commissione Controllo e Garanzia presieduta da Massimo Ripepi ha avuto come argomento di discussione proprio questo. A tal proposito è stato ascoltato il direttore dei Lavori Pubblici Bruno Doldo, che ha spiegato come l’iter procedurale del Museo del Mare, salvo qualche intoppo, stia “seguendo i tempi che doveva seguire“. I lavori, dunque, procedono e il Ministero “ha comunicato una proroga di altri due anni“.
Concretamente, però, spiega Ripepi, “ci troviamo con nove anni di ritardo e non nego una grandissima preoccupazione. L’opera è stata declassata dall’amministrazione comunale per poi essere amplificata dal governo come attrattore culturale. Questo evidenzia una miopia da parte dell’amministrazione comunale“. Sul punto è intervenuto il consigliere Giuseppe Giordano, secondo cui non risponde a verità il fatto che il Museo del Mare sia stato declassato dall’amministrazione.
Ma Ripepi ha rincarato la dose: “ci sono una marea di opere bloccate. Oggi stanno partendo cantieri, ma noi viviamo nell’incubo che non risolverete nulla“. Quella di rallentare il Museo del Mare “è stata una scelta ideologica, perché 40 milioni sarebbero dovuti essere spesi sulla viabilità, ma ci sono sempre le stesse buche! Falcomatà risolve i problemi, sì, ma nel giro di due o trecento anni“.
“La colpa non è tutta di Falcomatà – ha precisato in commissione Francesco Orlando Barreca – ma anche dei dieci anni precedenti“. E poi il riferimento, puntuale, al Modello Reggio, divenuto una sorta di mantra e di capro espiatorio. “Il percorso del Museo del Mare ha subito una forte accelerazione – ha aggiunto Barreca – e speriamo di poterti togliere la preoccupazione in fretta“, ha chiosato rivolto a Ripepi. “Sta cambiando il volto della città e non è una città morta, questa è soltanto una vostra idea“, ha concluso il consigliere del Pd.
Un volto, quello che starebbe cambiando, di cui gli amministratori reggini parlano in consiglio e nelle commissioni, ma che il resto della città, comuni cittadini in primis, non vede e non percepisce. Dove sono questi cambiamenti? E dove sono i miglioramenti? E dov’è il Museo del Mare?