Si oppone allo stupro e finisce in carcere, la Boldrini su Marjan Jamali: “tornerà a Reggio Calabria”

La storia di Marjan Jamali, sbarcata sulle coste reggine dopo essersi opposta a uno stupro: così è stata accusata di essere una scafista e rinchiusa in carcere

StrettoWeb

“Spero che adesso prendano in mano questa situazione, mi ha detto che è riuscita a parlare con il suo avvocato in videochiamata con una traduzione in farsi solo 20 giorni fa, ma è da ottobre in carcere senza che nessuno la interrogasse, e ha fatto anche una domanda d’asilo”. Queste parole sono state pronunciate da Laura Boldrini, deputato PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo, uscendo dal carcere di Barcellona Pozzo di Gotto. Lì ha incontrato Marjan Jamali, donna iraniana 29enne in carcere perché accusata di essere una scafista e che si oppose a uno stupro durante il viaggio. Sbarcata a Reggio Calabria, ora è rinchiusa nella città in provincia di Messina.

La presidente Boldrini ha anche raccontato la storia di questa donna. “Ha una storia pesante di violenze – ha aggiunto – nasce in una famiglia dove il padre non le consente di fare nulla con rapporti di forza e violenza su di lei, per uscire da questo contesto si sposa giovanissima a 19 anni con un uomo altrettanto violento, ci ha fatto vedere le ferite che ha avuto. Certamente per lei la soluzione non è tornare in Iran, è scappata per avere una vita senza violenza, in libertà. Adesso si tratta di capire come tirarla fuori da questa situazione, ritornerà presto a Reggio Calabria proprio perché la perizia psichiatrica non denota nessun problema, ha fatto quel gesto per disperazione”.

“La sua forza è suo figlio”

“So che l’avvocato chiederà i domiciliari e mi auguro che ci riesca perché la ragazza non ha nessuna intenzione di scappare e vuole fare solo chiarezza sulla sua posizione. Lei non c’entra nulla né con chi ha guidato l’imbarcazione né con l’organizzazione. E’ esterrefatta di come siano potute andare le cose. La sua forza è suo figlio. Ha detto che sta resistendo a tutto per lui e di andare avanti perché c’è lui. Oggi è iniziato il processo e c’è stata la prima udienza e adesso seguiranno anche le altre tappe. Non è la prima donna iraniana che vedo in carcere con le stesse accuse e le stesse dinamiche”.

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