Orrore pedopornografia, abusi anche su neonati: cinque arresti. Atti sessuali con bimbe di 7 anni in streaming

Gli investigatori sono riusciti a bloccare le violenze sessuali poste in essere da almeno sei persone. Scoperti abusi anche su neonati

StrettoWeb

L’orrore della pedopornografia non smette di lasciare sbigottiti, senza parole. Come si può anche solo pensare di fare del male a dei bambini, anche neonati. Eppure le notizie di cronaca dimostrano come il problema, quasi tabù, sia tutt’altro che inesistente in Italia. La Polizia di Stato ha eseguito 21 perquisizioni nelle province di Como, Lodi, Monza Brianza, Milano, Pavia e Varese, consentendo l’arresto di 4 persone in flagranza di reato per detenzione di ingente quantitativo di materiale pedopornografico.

Un altro uomo che, per anni, avrebbe commesso abusi sessuali ai danni di due bambine in età preadolescenziale a lui legate da vincolo di parentela e di una amichetta, è stato arrestato insieme ai quattro. Le minori erano spesso affidate all’uomo, che godeva della fiducia dei loro genitori.

La pedopornografia in streaming

L’operazione ha permesso di documentare che le cinque persone arrestate hanno prodotto materiale pedopornografico inducendo giovanissimi, anche di sette/otto anni, a compiere atti sessuali in streaming ovvero a riprendersi in atti di autoerotismo. Il risultato dell’operazione – spiegano gli inquirenti – è stato reso possibile sfruttando l’alta specializzazione degli operatori i quali, durante la perquisizione, hanno effettuato l’ispezione informatica dei telefoni, l’analisi delle chat e il successivo sequestro dei dispositivi in uso agli indagati.

Questa attività investigativa ha permesso di bloccare le violenze sessuali poste in essere da almeno sei produttori. Le perquisizioni informatiche dei dispositivi trovati in possesso degli indagati avrebbero evidenziato particolari inquietanti in merito al coinvolgimento degli arrestati nella condivisione online di video raffiguranti abusi sessuali in danno di bambini in tenera età, anche neonati.

La segnalazione che ha fatto partire le indagini

L’indagine, svolta dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Milano e diretta dalla locale Procura della Repubblica, è nata su impulso del Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (CNCPO) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni. Tutto è partito da una segnalazione pervenuta in ambito di cooperazione internazionale di polizia relativa a utenti italiani coinvolti nella detenzione e diffusione di materiale pedopornografico su un noto social network.

Falsi profili social

La Polizia Postale di Milano ha analizzato oltre 117.000 connessioni, riuscendo a identificare 26 persone, di cui 5 con precedenti specifici, le quali, per restare anonime, avevano creato i profili social utilizzati per compiere le condotte illecite servendosi di caselle di posta elettronica aperte con dati fittizi e accedendo alla rete attraverso Wi-Fi “aperte” o connessioni intestate a terzi.

L’attività, posta in essere da personale specializzato attraverso l’utilizzo di moderne tecniche di investigazione, ha consentito di identificare diverse persone coinvolte e di sequestrare numerosi dispositivi informatici all’interno dei quali sono stati rinvenuti migliaia di file multimediali di natura pedopornografica.

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