Il “politically correct” si è preso pure l’8 Marzo

Che sia serata con le amiche o convegno sui pari diritti poco importa. Almeno l'8 Marzo, lasciateci vivere in pace

StrettoWeb

Buon 8 Marzo Donne, o buona Festa della Donna. Ma questo non ve lo posso dire, perché oggi non è una festa. Lo scrivo qui, tra le righe di questo pezzo, combattuta tra la voglia che leggiate il mio articolo e la paura di offendervi. Perché oggi non è la Festa della Donna, ma la “Giornata Internazionale della Donna“, sia chiaro. E, come insegnano i tanti post sui social, “oggi non c’è nulla da festeggiare“. E comincia quindi la tiritera di dove e perché è nata questa giornata e di come sia finita a tarallucci e vino o meglio, a pizza e spogliarello.

Che poi lo stripper di turno sia il tronista canuto di Uomini e Donne, caduto in disgrazia e che deve raccattare soldi passando un’oretta a girare i tavoli tra le signore, non fa niente. Che poi si tratti di una semplice uscita tra le amiche dove, dopo un anno intero a fare le schiave in casa, queste signore decidano di sistemarsi e vadano “a divertirsi” lasciamolo stare. Perché la Giornata Internazionale della Donna è sì sulla donna, ma la decide la società. E se c’è la società di mezzo, allora tutto può essere racchiuso “nelle 3 S”, sangue, sacrificio e sudore.

Ma perché tutto quello che è donna deve essere lotta, dolore, protesta, réclame e politica? Ma ci lasciate vivere in pace? L’intento, per chi poco avvezzo al connubio “donna+divertimento”, non è sminuire le battaglie sacrosante che si portano avanti oggigiorno, non è affossare e cancellare le vittime barbaramente uccise da un amore violento. Né tantomeno mettersi i paraocchi e dire che sul piano lavorativo, per noi donne, va tutto bene e non siamo discriminate né nella leadership né nel salario.

Scrolliamoci di dosso l’idea che la donna debba per forza incarnare qualcosa: ci decurtano soldi, sogni, la maternità e la voglia di non avere figli, la libertà e addirittura la vita, e ora anche la possibilità di andare in un ristorante con le amiche. O con quelle mamme sole che non hanno più un marito. O con quelle sorelle a cui è stato appena diagnosticato il cancro. O con quelle figlie, sottomesse ad una società fintamente ribelle, che cadono in depressione. Oggi è ANCHE un modo per spingere, chi soffre, a non soffrire per un momento, a vivere di spensieratezza e cotillon prima che la realtà e il politically correct le colpisca con un pugno in faccia.

Pensate alle vostre madri, cresciute con il padre “padrone”, che hanno visto in questa giornata l’unica scappatoia dal sentirsi una nullità. Pensate a quelle donne, che non hanno potuto studiare, che hanno quest’idea che l’8 Marzo sia festa anche per loro e possono sentirsi alla pari delle altre. Perché deve essere tutto così complicato? Il politically correct lasciatelo a casa, almeno per oggi. Godetevi la giornata come più vi piace, a un convegno sulle pari opportunità o a ballare con le amiche. Buon 8 Marzo Donne, qualunque esso sia.

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